IL TEMPO È VICINO


Qualcuno deve osare indicare biblicamente il tempo in cui viviamo adesso, anche se sarà sotto il tiro della critica.


I più anziani tra noi si ricordano forse ancora delle parole che, una volta, sono state ripetutamente dette: «Mille anni o non più mille anni!», vale a dire: «Raggiungeremo altri mille anni o no?». In realtà già molti si aspettano qualcosa di particolare per la svolta del millennio. Molti credono alle cosiddette «profezie» dell’astrologo Nostradamus, senza sapere che questi, per quanto concerne le predizioni per la svolta del millennio, ha preso in parte ciò che i veggenti ispirati dallo Spirito di Dio ci avevano già lasciato nel «Libro dei libri», la Sacra Bibbia.

Le epoche sono trascorse realmente come illustrato nel nostro disegno (v. pag. 156). Da Adamo in poi sono trascorsi seimila anni circa; per il Signore — per esprimerlo con la Parola profetica — sono sei giorni, perché sta scritto: “Ma voi, carissimi, non dimenticate quest’unica cosa: per il Signore un giorno è come mille anni, e mille anni sono come un giorno” (2 Piet. 3:8). Dio il Signore disse ad Adamo: “…perché nel giorno che tu ne mangerai, certamente morirai” (Gen. 2:17), e così avvenne: Adamo morì all’età di 930 anni (Gen. 5:5). Il settimo millennio che sta davanti a noi è l’«ultimo giorno» della cronologia della storia della salvezza, giorno tante volte citato nella Sacra Bibbia. Se ne parla ripetutamente nell’Antico e nel Nuovo Testamento, addirittura quattro volte solo nel capitolo 6 dell’Evangelo di Giovanni. All’inizio di questo «ultimo giorno» avrà luogo la «prima risurrezione», alla fine dello stesso, l’«ultima risurrezione» (Apoc. cap. 20). Nel frattempo ci sono mille anni. Il settimo  giorno è il «giorno del Signore» (Is. 13:6-13; Sof. 1:14; Mal. 4:5; 1 Tes. 5:2; 2 Piet. 3:10 e molti altri) e viene descritto nel capitolo 20 del libro dell’Apocalisse come il Regno millenario di pace di Cristo. Che lo crediamo o no, quando è giunto il tempo,  Dio esegue il Suo piano e porta a compimento il Suo consiglio. “…perché il Signore eseguirà la sua parola sulla terra in modo rapido e definitivo” (Rom. 9:28).

In ogni caso rimane il fatto che nessuno sa «né il giorno né l’ora» di certi avvenimenti; però possiamo e dobbiamo stare attenti ai «segni dei tempi» citati nella Sacra Bibbia, che ci danno preziose indicazioni in merito. Per esempio, riguardo al popolo d’Israele, sta scritto che sarebbe stato disperso tra tutti i popoli (Deut. 4:27-29, 28:64-68; Luca 21:20-24 e altri) e che sarebbe stato radunato alla «fine dei giorni». In altri brani sta scritto che Dio sceglierà ancora una volta il Suo popolo (Is. 11:11-12) e lo farà riposare al sicuro sulla sua terra (Is. 14:1). “Voi nazioni, ascoltate la parola del Signore, e proclamatela alle isole lontane; dite: «Colui che ha disperso Israele lo raccoglie, lo custodisce come fa il pastore con il suo gregge»” (Ger. 31:10). “Io vi farò uscire dalle nazioni, vi radunerò da tutti i paesi, e vi ricondurrò nel vostro paese” (Ez. 36:24). Anche il profeta Osea ha predetto che il ritorno del popolo d’Israele avrebbe avuto luogo. Egli ha perfino annunciato il periodo della sua dispersione: “Diranno: «Venite, torniamo al Signore, perché egli ha strappato, ma ci guarirà; ha percosso, ma ci fascerà. In due giorni ci ridarà la vita; il terzo giorno ci rimetterà in piedi, e noi vivremo alla sua presenza»” (Osea 6:1-2).

I due giorni profetici sono i duemila anni  appena trascorsi durante i quali il popolo d’Israele era disperso. Oggi, da più di 140 Paesi, il popolo d’Israele è ritornato nella sua patria originale. Dal 1948 esiste di nuovo lo Stato d’Israele. Si tratta di una profezia adempiuta davanti ai nostri occhi, che anche noi viviamo! Però, soltanto il terzo giorno  dopo la loro dispersione, così abbiamo letto, cioè nel millennio che sta per iniziare, quando la Chiesa d’infra le nazioni (Atti 15:13-18) è completa (Rom. 11:25-36) ed è stata rapita (1 Tes. 4:13-17), Israele riceverà vita da Dio tramite la fede nel loro Messia. “Infatti, se il loro ripudio è stato la riconciliazione del mondo, che sarà la loro riammissione, se non un rivivere dai morti?” (Rom. 11:15).

Un noto uomo di Dio pronunciò queste impressionanti parole: «Chi desidera sapere l’ora guardi l’orologio. Chi desidera sapere il giorno della settimana, guardi il calendario. Chi desidera sapere quanto è avanti il tempo guardi Israele».

Israele ha il diritto di Dio sul Paese che l’Eterno aveva già promesso e dato ad Abrahamo come eredità, e tutti coloro che lo abitano hanno il diritto di domicilio.  Gerusalemme non è mai stata la capitale di un’altra nazione. Maometto non la cita — neanche una sola volta — nelle 114 sure (capitoli) del Corano. In Apocalisse, capitolo 16, dal versetto 12, ci viene riferito quale devastazione porterà l’«inferno di Harmaghedon». Gli angeli del giudizio sono legati sul fiume Eufrate fino all’ora e al giorno, al mese e all’anno in cui sarà dato l’ordine: “«Sciogli i quattro angeli che sono legati sul gran fiume Eufrate». E furono sciolti i quattro angeli che erano stati preparati per quell’ora, quel giorno, quel mese e quell’anno, per uccidere la terza parte degli uomini” (Apoc. 9:14b-15). Quando scoccherà l’ora, cioè nel “gran giorno del Dio onnipotente” (Apoc. 16:14), così sta scritto nel passo biblico, una terza parte degli uomini perirà. L’Eufrate scorre attraverso la Siria e l’Iraq, dove si trovano i nemici principali di Israele. Allora non si tratterà più solamente di carri armati e di razzi, ma verranno impiegate anche armi chimiche e biologiche. Il profeta Zaccaria ha descritto fin nei minimi particolari come la distruzione programmata del popolo d’Israele si rivolgerà alla fine contro i suoi nemici: “Questo sarà il flagello con cui il Signore colpirà tutti i popoli che avranno mosso guerra a Gerusalemme: la loro carne si consumerà mentre stanno in piedi, i loro occhi si scioglieranno nelle orbite, la loro lingua si consumerà nella loro bocca” (Zac. 14:12). “In quel giorno avverrà che io farò di Gerusalemme una pietra pesante per tutti i popoli…” (Zac. 12:3).

Questo e molti altri passi e predizioni della Sacra Scrittura si adempiranno. Prima che le spade vengano definitivamente trasformate in vomeri d’aratro (Is. 2:1-5; Michea 4:1-5), purtroppo «dai vomeri verranno fabbricate spade, e dalle roncole lance» (Gioele 3:9-17 e altri) per vibrare l’ultimo colpo decisivo. Tutti gli accordi di Oslo, di Dayton, di Wye e altri non potranno impedire che ciò avvenga.

Potrei elencare molti passi biblici per rendere chiaro questo tema così attuale, però non è questo il mio intento. Ho già trattato in altre pubblicazioni questo e altri temi biblici in modo esauriente. Senz’alcun dubbio, il tempo della grazia volge al suo termine; il «conto alla rovescia» scorre già, anche se — come sembra — il Signore ritarda ancora un po’ l’adempimento della Sua promessa, finché gli ultimi siano salvati: “Il Signore non ritarda l’adempimento della sua promessa, come alcuni reputano che faccia; ma egli è paziente verso voi, non volendo che alcuni periscano, ma che tutti giungano a ravvedersi” (2 Piet. 3:9).L’annuncio del Signore risorto ed elevato in cielo: “Sì, io vengo presto!” è così attuale come mai prima d’ora.

Poiché ci troviamo adesso davanti alla più decisiva svolta dei tempi — con le sue gravi conseguenze — nell’intera storia dell’umanità, le verità fondamentali bibliche debbono essere mostrate ancora una volta nella loro forma originale. La Cristianità si è sviata molto presto dalle dottrine apostoliche del Cristianesimo primitivo, ha abbandonato la via stretta e, senza esserne consapevole, vive in tradizioni umane invece di vivere nella Parola e nella volontà di Dio. Anche i Giudei e i Musulmani, come anche tutti gli uomini di altre religioni, hanno il diritto di venire a conoscenza della Verità divina originale e di udire l’Evangelo eterno di Gesù Cristo.


Evidentemente gli sviluppi nella fase finale di questo secolo introducono gli avvenimenti escatologici della profezia biblica. I conoscitori della Parola profetica, nella quale il decorso dell’intera storia dell’umanità è stata predetta dall’inizio alla fine, vedono nello sviluppo attuale l’adempimento di quanto era stato annunciato per questo ultimo periodo. Il biblico «Messaggio del tempo della fine» produce delle persone credenti che rimangono sensate e sobrie: sono preservate da ogni atmosfera di panico e conducono una vita del tutto normale; ma, nel contempo, si lasciano preparare nel loro intimo per il ritorno di Cristo. Non si specializzano sul tema delle catastrofi apocalittiche, non minacciano con nessuna «fine del mondo», ma assomigliano alla Sposa adornata che aspetta il suo Sposo e va al Suo incontro.

 

 Copyright ©1998 by 
Freie Volksmission e.V., Krefeld (Germania)  
  ISBN 3–920824–17–2  

HOMEPAGE

PRECEDENTE                                                                    SUCCESSIVO

INDICE

Sito ufficiale della Missione Popolare Libera in Italia