SPIRITO E VERITÀ



Quando trattasi di dottrine bibliche, bisogna sempre ritornare al punto iniziale, all’origine.

Dobbiamo ritornare all’origine, al Creatore in relazione con la creazione, al Redentore in relazione con la redenzione. L’unico e grande piano di salvezza di Dio consiste nel fatto che Egli desidera insediare i Suoi figliuoli e le Sue figliuole nella loro posizione originale, dar loro la Vita eterna e averli con Sé per sempre. Dio spiega davanti a noi il Suo piano di redenzione e ci rende partecipi della sua realizzazione. Non si tratta di una certa conoscenza di Dio, ma deve essere quella giusta, cioè che Dio era personalmente in Cristo, il Suo unigenito Figlio, l’Unto,  che Egli mandò riconciliando il mondo con Sé: “Infatti Dio era in Cristo nel riconciliare con sé il mondo…” (2 Cor. 5:19). Il Figlio disse: “Credetemi che io sono nel Padre e che il Padre è in me; se no, credete a cagion di quelle opere stesse” (Giov. 14:11). Il Padre era nel contempo nel cielo e nel Figlio sulla terra. Non può salvare una dottrina inventata, una conoscenza o una religione, ma solo Dio salva per mezzo di Gesù Cristo, nostro Signore.

Sarebbe la più grande assurdità se Dio avesse fatto dipendere la salvezza degli uomini da una religione o da una Chiesa o dai conduttori religiosi. Com’è noto, ogni Chiesa salva a modo suo e, dopo la morte, certuni finiscono nel purgatorio; dove vadano a finire gli altri, non si sa. Ma non può essere così! Siamo nati in una cultura religiosa non biblica, ricca di tradizioni e siamo ancora trattenuti in essa? Il messaggio di sfida è: «Ritorniamo al principio! Ritorniamo alla Parola!».

Quasi tutti i teologi hanno evidentemente commesso lo stesso errore: hanno considerato nomi le definizioni di Dio e così hanno usato gli stessi metodi di argomentazione dei padri della Chiesa. Ad esempio si sono generalmente basati sul fatto che «Padre» e «Figlio» fossero dei nomi. Non hanno riconosciuto il carattere precursore della Parola profetica dell’Antico Testamento e non hanno trovato il legame che collega l’Antico e il Nuovo Testamento — dove le promesse sfociano nell’adempimento. Dio non si chiama  «Padre», Dio è padre. Dio non si chiama  «Creatore», Dio è Creatore. Dio non si chiama  «Giudice», Dio è giudice, ecc., ecc. È la stessa cosa con il Figlio di Dio. Egli non si chiama  «Figlio», Egli è Figlio.

Quando fu annunciata la Sua nascita imminente, leggiamo in Luca 1:31: “…e gli porrai nome Gesù (Yahshua)”. Nacque quale Figlio, però Egli ricevette il Nome soltanto alla consacrazione. “Quando furono compiuti gli otto giorni dopo i quali egli doveva essere circonciso, gli fu messo il nome di Gesù, che gli era stato dato dall’angelo prima che egli fosse concepito” (Luca 2:21).

Dio divenne Padre con la nascita del Figlio, così come un uomo diventa padre quando viene partorito il bambino che egli ha generato.

Se lo Spirito Santo che ha compiuto la generazione fosse un’altra Persona, allora di conseguenza il Figlio avrebbe dovuto chiarmarsi «Figlio dello Spirito». Però lo Spirito Santo è la potenza dell’Altissimo che venne su Maria. L’apostolo Paolo non filosofa sull’invio del Figlio, per lui si tratta dello scopo che vi è collegato: “…ma quando giunse la pienezza del tempo, Dio mandò suo Figlio, nato da donna, nato sotto la legge, per riscattare quelli che erano sotto la legge, affinché noi ricevessimo l’adozione. E, perché siete figli, Dio ha mandato lo Spirito del Figlio suo nei nostri cuori, che grida: «Abbà, Padre». Così tu non sei più servo, ma figlio; e se sei figlio, sei anche erede per grazia di Dio” (Gal. 4:4-7).

Gesù, che metteva sempre in risalto il fatto di essere stato mandato dal Padre, dice: “…ma il Consolatore, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, egli v’insegnerà ogni cosa e vi rammenterà tutto quello che v’ho detto. …Avete udito che v’ho detto: «Io me ne vo, e torno a voi»” (Giov. 14:26-28).

Il Signore risorto fu portato corporalmente su nel cielo davanti agli occhi dei Suoi discepoli (Luca 24:50-51) e, il giorno di Pentecoste, tornò sotto forma di Spirito per prendere dimora nei Suoi. Tramite lo Spirito Santo, il Redentore prende dimora nei redenti quale «Cristo in noi — la speranza della gloria» (Col. 1:27). Come Egli è proceduto dal Padre e venne da noi, così lo Spirito è proceduto dal Padre. Sta scritto: “Ma quando sarà venuto il Consolatore che io vi manderò da parte del Padre, lo Spirito della verità che procede dal Padre, egli testimonierà di me…” (Giov. 15:26).

“…poiché il Padre stesso vi ama, perché mi avete amato e avete creduto che sono proceduto da Dio. Sono proceduto dal Padre e sono venuto nel mondo…I suoi discepoli gli dissero: «…Ora sappiamo che sai ogni cosa e non hai bisogno che nessuno ti interroghi; perciò crediamo che sei proceduto da Dio»” (Giov. 16:27-30). 

In quel giorno conoscerete che io sono nel Padre mio, e voi in me e io in voi
” (Giov. 14:20).

Lo Spirito Santo è lo Spirito di Dio. In Gioele 2:28, Dio ha promesso: “…io spanderò il mio spirito sopra ogni carne…”, ed Egli l’ha fatto (Atti cap. 2). Secondo Atti 1:4-5, il Signore ordinò ai Suoi discepoli “di non dipartirsi da Gerusalemme, ma di aspettarvi il compimento della promessa del Padre, la quale, egli disse, avete udita da me. Poiché Giovanni battezzò sì con acqua, ma voi sarete battezzati con lo Spirito Santo fra non molti giorni”.  Ciò è avvenuto il giorno di Pentecoste e, da quel tempo, si è sempre ripetuto (Atti cap. 10, 11 e altri). Nella sua prima predicazione, l’apostolo Pietro confermò l’avvenimento davanti a migliaia di persone: “Egli (Gesù) dunque, essendo stato esaltato dalla destra di Dio e avendo ricevuto dal Padre lo Spirito Santo promesso, ha sparso quello che ora vedete e udite” (Atti 2:33). Per i primi Cristiani l’essere riempiti con lo Spirito Santo era una realtà vissuta, un mandato e un’armatura per il servizio con la potenza dell’alto: “Ma riceverete potenza quando lo Spirito Santo verrà su di voi, e mi sarete testimoni…” (Luca 24:49; Atti 1:8).

Prima, solo il Redentore era l’«Unto di Dio»: “…vale a dire, la storia di Gesù di Nazaret; come Dio lo ha unto di Spirito Santo e di potenza; e com’egli è andato dappertutto facendo del bene e guarendo tutti quelli che erano sotto il potere del diavolo, perché Dio era con lui” (Atti 10:38).

Da Pentecoste in poi, i redenti vengono unti con lo stesso Spirito Santo. “Or colui che con voi ci fortifica in Cristo e che ci ha unti, è Dio” (2 Cor. 1:21). “Quanto a voi, avete ricevuto l’unzione dal Santo e tutti avete conoscenza” (1 Giov. 2:20). In Luca 4:17, il Signore Gesù si riferisce alla parola del profeta Isaia, capitolo 61, e dice: “Lo Spirito del Signore, dell’Eterno è su me, perché l’Eterno m’ha unto per recare una buona novella agli umili…”.

La parola ebraica Mashiah e la parola greca Christos  corrispondono alla parola italiana «Unto». In Antiochia, coloro che erano diventati credenti ed erano pieni dello Spirito Santo furono i primi ad essere chiamati «unti», cioè «Cristiani» (Atti 11:26). Come il Figlio generato e «unto» dallo Spirito non  adorava l’unzione, ma Colui che L’aveva unto, così fanno ancora oggi tutti i figliuoli e tutte le figliuole di Dio generati dallo Spirito e pieni dello Spirito.

La prova che uno ha lo Spirito di Dio è questa: se riconosce pubblicamente che Gesù è il «Ha Mashiah», cioè il Cristo — dunque l’Unto — che si é fatto uomo, ha lo Spirito di Dio” (1 Giov. 4:2).

In quel tempo, Gesù disse alla Samaritana al pozzo di Giacobbe: “Ma l’ora viene, anzi è già venuta, che i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità; poiché il Padre cerca tali adoratori. Dio è spirito; e quelli che l’adorano, bisogna che l’adorino in spirito e verità” (Giov. 4:23-24) — e da allora lo dice a tutti coloro che ascoltano la Sua voce.

Lo Spirito di Dio è lo Spirito della Verità, e la Parola di Dio è la Parola della Verità. Una vera adorazione di Dio può aver luogo solo da persone le quali sono loro stesse nello Spirito e nella Parola di Dio. La Parola di Dio è ispirata dallo Spirito — degli uomini santi hanno parlato da parte di Dio (2 Piet. 1:20-21). Solo chi, come loro, è condotto dallo Spirito di Dio, avrà accesso a quel che fu loro rivelato.

L’argomento: poiché lo Spirito può parlare, condurre, consolare, essere contristato, ecc., dimostra la Sua indipendenza, proviene da una riflessione che non ha alcun accesso all’ambito divino. Perché lo Spirito di Dio non potrebbe fare tutto ciò e ancora molte altre cose? Anche lo spirito dell’uomo lo può senza rendersi indipendente. Fino ad oggi i timorati di Dio hanno lasciato tutto come ci è stato insegnato, anche il «Padrenostro». Essi non hanno aggiunto né«Figlio nostro» né «Spirito nostro» e neanche «Padre–Madre nostro».  Soltanto coloro che scherzano arbitrariamente con Dio e con la Parola di Dio, si innalzano come l’Anticristo sopra Dio e la Parola di Dio e ne fanno quello che vogliono. Tuttavia, presso Dio tutto rimane nella sua forma originale. Ancora oggi tutti i credenti fedeli alla Sacra Bibbia pregano con timore: “Padre nostro che sei nei cieli…”.  Nessuno ha il diritto di aggiungere né di cambiare qualcosa. Inoltre nessuno può pregare: «Figlio celeste…», perché neanche questo esiste, ma tutti possono pregare Dio: «Padre celeste…» o: «Signore Gesù Cristo…» oppure: «Figlio di Dio, Ti ringrazio…» ed essere così graditi agli occhi Suoi.

La rivelazione di Dio quale Padre è celeste, la Sua rivelazione nel Figlio è terrena. Nella Sacra Scrittura troviamo infatti soltanto la definizione «Padre eterno» — perché colui che è eterno è diventato il nostro Padre — ma mai «Figlio eterno». Tuttavia leggiamo nella Sacra Scrittura del Figlio che è stato reso perfetto in eterno (Ebrei 7:28b). Tutti, figliuoli e figliuole di Dio, sono stati resi perfetti in Lui per l’Eternità. L’umanità è stata ingannata tramite false dottrine e falsi insegnamenti. I profeti e gli apostoli non hanno spiegato Dio, non Lo hanno né diviso né spartito, Lo hanno accettato e ricevuto come Egli si é fatto conoscere. Colui a cui Dio si rivela personalmente, Egli gli si presenta, questi Lo riconosce e viene riconosciuto da Lui.

 

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Freie Volksmission e.V., Krefeld (Germania) 
  ISBN 3–920824–17–2  

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