“GESÙ CRISTO È LO STESSO IERI, OGGI, E IN ETERNO!”    (EBREI 13:8)

 

LETTERA CIRCOLARE N° 37

 

GENNAIO 2003

 

  

Di tutto cuore saluto voi tutti nel prezioso Nome del Signore Gesù Cristo con le parole di Apocalisse 3:21:

A chi vince io darò di seder meco sul mio trono, come anch’io ho vinto e mi son posto a sedere col Padre mio sul suo trono”.

In ognuna delle sette lettere alle chiese, la promessa è rivolta ai vincitori. Chi sono coloro a cui toccherà il sommo onore di sedere con Lui sul trono? Il Vincitore di Golgota, che gloriosamente risuscitò, lo promette a tutti quelli che vinceranno “come anch’io ho vinto”. All’apertura del Libro sigillato, uno degli anziani dice: “Non piangere; ecco, il Leone che è della tribù di Giuda, il Rampollo di Davide, ha vinto per aprire il libro e i suoi sette suggelli” (Apoc. 5:5). Egli ha vinto tutto: la morte, Satana, tutto l’inferno, ed è risuscitato vittorioso.

I messaggi delle sette lettere alle chiese, che hanno un carattere profetico e simboleggiano anche il carattere del decorso della storia della salvezza, sono rivolti con elogi e rimproveri ai credenti in generale tramite l’angelo della chiesa dell’epoca in questione. Tuttavia, la promessa vale sempre solo per i vincitori: sono coloro che ascoltano ciò che lo Spirito dice alle chiese e vincono così il nemico già sconfitto per mezzo della Parola, come anche il Signore vinse per mezzo della Parola quando fu tentato nel deserto. A questo punto decisivo, si potrebbe mettere la parola «Sela» molto ricorrente nei Salmi, che significa: «pausa, fare silenzio, immergersi in quanto detto e letto». Si tratta qui della più grande lezione. Il nemico viene sempre con le parole: «Sta scritto», però le strappa sempre fuori dal contesto e le utilizza in modo sbagliato. La tentazione del nostro Signore consisté in questa prova per mezzo della Parola. Proprio di questo si tratta oggi per i credenti. Debbono smascherare l’astuzia del nemico, debbono controbattere il suo: «Sta scritto» con: «È altresì scritto» e metterlo così in fuga. Noi stessi dobbiamo diventare come il Maestro. Egli era la Parola fatta carne e, di conseguenza, ha usato a ragione la Parola scritta e rivelata e, con ciò, sconfisse il nemico. Alla fine il diavolo dovette rinunciare e lasciarLo stare (Mat. cap. 4). Adesso, la Parola rivelata deve diventare una realtà vivente e vissuta nella Chiesa. Non basta avere di continuo la Parola nella bocca, ma deve diventare una Parola vissuta. Solo così possiamo vincere il diavolo in modo efficace, affinché ci lasci stare.

Nella sesta lettera alle chiese leggiamo: “Perché tu hai serbata la parola della mia costanza, anch’io ti guarderò dall’ora del cimento (o: “dall’ora della tentazione”) che ha da venire su tutto il mondo, per mettere alla prova quelli che abitano sulla terra” (Apoc. 3:10). Ora, nell’ultimo periodo, in cui la piena Parola è stata rivelata, è anche venuta sulla terra l’ora della tentazione vera e propria, perché la Parola, l’Evangelo del Regno, adesso viene predicata a tutti i popoli come testimonianza. Gli uni vengono condotti dallo Spirito di passo biblico in passo biblico, gli altri prendono dei brani della Scrittura fuori dal loro contesto e non resistono alla tentazione. Rimanere nella Parola conduce al significato e all’adempimento, l’interpretazione errata della Parola conduce alla tentazione e alla caduta.

Dopo che l’Agnello immolato ebbe preso il libro dalla destra di Colui che sedeva sul trono, risuonò al suono della cetra il cantico nuovo delle quattro creature viventi e dei ventiquattro anziani: “Tu sei degno di prendere il libro e d’aprirne i suggelli, perché sei stato immolato e hai comprato a Dio, col tuo sangue, gente d’ogni tribù e lingua e popolo e nazione, e ne hai fatto per il nostro Dio un regno e dei sacerdoti; e regneranno sulla terra” (Apoc. 5:9-10).

È la schiera dei primogeniti riscattata mediante il sangue che, attraverso le epoche e mediante il Messaggio divino, è stata chiamata, purificata e affinata. I veri riscattati percorrono nella semplice ubbidienza della fede la via dell’Agnello, portano il proprio e il Suo obbrobrio, prendono la propria e la Sua croce su sé stessi. Benché figliuoli di Dio, sono trovati esteriormente come tutti gli altri uomini. Quale vera semenza di Abrahamo, anche loro si attengono fermamente alle promesse e non si lasciano confondere dall’incredulità. Vivono con la piena e ferma convinzione che Dio è più che in grado di compiere quanto Egli ha promesso.

La schiera dei vincitori è destinata, dopo la Cena delle Nozze nella gloria con Cristo, il Re, a regnare qui sulla terra. Nell’Apocalisse questa schiera viene anche chiamata “il figlio maschio” che nasce fuori dalla Chiesa nel suo insieme e regnerà su tutti i popoli. Sono coloro che sono giunti “allo stato di uomini fatti, all’altezza della statura perfetta di Cristo” (Ef. 4:13). Una breve ma profonda descrizione dei vincitori, la leggiamo in Apocalisse 12:10-11: “Ed io udii una gran voce nel cielo che diceva: Ora è venuta la salvezza e la potenza ed il regno dell’Iddio nostro, e la potestà del suo Cristo, perché è stato gettato giù l’accusatore dei nostri fratelli, che li accusava dinanzi all’Iddio nostro, giorno e notte. Ma essi l’hanno vinto a cagion del sangue dell’Agnello e a cagion della parola della loro testimonianza; e non hanno amata la loro vita, anzi l’hanno esposta alla morte”. La stessa promessa viene data ai vincitori in Apocalisse 2:26-27: “E a chi vince e persevera nelle mie opere sino alla fine io darò potestà sulle nazioni, ed egli le reggerà con una verga di ferro…”.

Dai segni dei tempi, dall’adempimento delle profezie bibliche in ogni ambito risulta evidente e chiarissimo davanti agli occhi di tutti che siamo giunti alla fine del tempo della grazia. Perciò dobbiamo aspettarci che in breve il dragone con la sua potenza come Chiesa mondiale si ponga davanti alla donna — alla Chiesa. La Chiesa del Nuovo Testamento è edificata fin dal principio sul fondamento degli apostoli e dei profeti (Ef. 2:20) ed è coronata con la dottrina dei dodici apostoli (Apoc. 12:1). Ora, prima del ritorno di Cristo, prima che irrompa il grande e terribile giorno del Signore, Dio ha promesso di restaurare tutte le cose e di riportarle al giusto stato (Atti 3:19-21). Nell’ultimo capitolo e negli ultimi versetti dell’Antico Testamento sta l’annuncio: “Ecco, io vi mando Elia, il profeta…”. Il Signore stesso ha confermato in Matteo 17:11 e Marco 9:12 questa promessa che ora doveva essere adempiuta. La Chiesa viene designata quale donna, perché la Semenza divina della Parola viene deposta in lei. Come il Seme divino tramite generazione venne deposto nel grembo di Maria e nacque il Figlio, così la Parola della promessa viene ora deposta nella Chiesa affinché possa essere manifestato il figlio maschio — la Sposa.

Come nel principio la Chiesa era nell’insegnamento degli apostoli (Atti 2:42), così Giovanni la vide alla fine, dopo la piena restaurazione! E adesso la faccenda si fa seria, molto seria: i veri figliuoli di Dio non credono quel che vogliono, credono quel che Dio ha promesso, come fece il nostro padre della fede Abrahamo (Rom. cap. 4; Gal. cap. 3). Per questo motivo vengono definiti come Isacco “figliuoli della promessa” (Rom. 9:7-8; Gal. 4:23, 28).

Essi credono solo come e cosa dice la Scrittura, perché hanno riconosciuto che solo la Parola di Dio è la Semenza originale (Luca 8:11), nella Quale c’è realmente la Vita di Dio, che cresce nei figliuoli del Regno di Dio (Mat. 13:37-38). Hanno pure afferrato che in ogni interpretazione della Parola, fin dal giardino di Eden, c’è la morte spirituale. Vivono di ogni Parola e credono ad Essa così come è scritta. Detestano ogni interpretazione arbitraria. Per questo motivo essi vincono anche per la Parola di Dio, come il Figlio di Dio ha vinto. Per loro, la Parola di Dio è anche la Spada dello Spirito che, per la fede biblica, usano contro il nemico. Rivestono la completa armatura di Dio, sono pervasi dalla Verità e L’hanno presa per cintura dei fianchi. Solo così possono spegnere tutti i dardi infuocati del maligno (Ef. cap. 6).

Una qualche fede, ce l’hanno tutti; perfino il diavolo crede e trema (Giac. 2:19). Il mondo intero è pieno di credenti: ci sono i Giudei credenti, i Musulmani credenti, i Cristiani credenti, gli Indù credenti, i Buddisti credenti, e così via; sì, tutto il mondo religioso è credente a modo suo. Però, davanti a Dio, vale solo la fede in Lui e in quel che Egli ha detto e promesso. Tutto il resto sono religioni fabbricate dall’uomo e non valgono proprio nulla davanti a Lui. Dio ha preso la responsabilità solo per quel che Egli ha deciso e promesso nel Suo piano di salvezza. “Poiché quante sono le promesse di Dio, tutte hanno in lui il loro “sì”; perciò pure per mezzo di lui si pronuncia l’Amen alla gloria di Dio, in grazia del nostro ministerio” (2 Cor. 1:20). La fede biblica, valida davanti a Dio, è sempre ancorata alle promesse di Dio, e solo colui che crede così come dice la Scrittura, è giustificato davanti a Dio. Solo colui che ha un orecchio per udire quel che lo Spirito dice alle chiese può appartenere alla schiera dei vincitori, per la quale vale la promessa definitiva: “Chi vince erediterà queste cose; e io gli sarò Dio, ed egli mi sarà figliuolo” (Apoc. 21:7).

 

IL TEMPO È MOLTO VICINO
 

E la mia preghiera è che il vostro amore sempre più abbondi in conoscenza e in ogni discernimento, onde possiate distinguere fra il bene ed il male, affinché siate sinceri e irreprensibili per il giorno di Cristo, ripieni di frutti di giustizia che si hanno per mezzo di Gesù Cristo, a gloria e lode di Dio” (Fil. 1:9-11).

Paolo aveva la certezza, e ce l’ho anch’io, che il fedele Signore per grazia ha iniziato la Sua opera nei redenti ed Egli la porterà pure a compimento. Come Dio terminò l’opera di creazione il settimo giorno, così Egli porta a compimento la Sua opera di redenzione nel settimo millennio per l’Eternità. All’inizio dell’ultimo giorno conosciuto come il «giorno del Signore» e in relazione con il ritorno dello Sposo come il «giorno di Cristo», ha luogo la prima risurrezione e alla fine la seconda. Adesso si tratta di guardare nello specchio della Parola per esaminarci davanti a Dio, non di togliere la pagliuzza dall’occhio del fratello, ma di togliere la trave dal proprio occhio. Solo così riconosceremo secondo la Sua Parola ciò che in ogni caso è giusto. Solo così riceveremo una chiara veduta. Non possiamo più permetterci di vivere supponendo che tutto sia in ordine e che raggiungeremo senz’altro il traguardo. Siamo infatti la generazione che, per la prima volta e, ne sono convinto, per l’ultima volta, può veramente dire: “Ecco, io vi dico un mistero: non tutti morremo, ma tutti saremo trasformati…” (1 Cor. 15:51).

Viviamo nel tempo in cui echeggia il grido di risveglio (Mat. 25:6), siamo la generazione che vive in diretta la predicazione dell’Evangelo a tutti i popoli come testimonianza. Poi verrà la fine (Mat. 24:14). Allora questa parola diventerà realtà: “Allora due saranno nel campo; l’uno sarà preso e l’altro lasciato; due donne macineranno al mulino: l’una sarà presa e l’altra lasciata” (Mat. 24:40-41). E prima dell’adempimento della parola di Matteo 25:10: “… e quelle che erano pronte, entrarono con lui nella sala delle nozze”, secondo Matteo 24:45 viene dato a tutti coloro che portano il Messaggio di Dio e Lo ricevono, tutta la misura del Cibo, tutta la pienezza della Parola.

Quel che è stato promesso alla Chiesa può adempiersi solo quando è giunto il tempo per questo. Anche le circostanze concomitanti devono essere così come sono state annunciate. Anche adesso le profezie bibliche debbono essere viste nell’insieme del loro adempimento come alla prima venuta di Cristo. Abbiamo il privilegio di vivere oggi e di vedere l’adempimento delle profezie annunciate. “Così anche voi, quando vedrete tutte queste cose, sappiate che egli è vicino, proprio alle porte” (Mat. 24:33; Marco 13:29; Luca 21:31). Il massimo allarme deve essere adesso il comandamento dell’ora: “Vegliate e pregate in ogni momento, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che deve accadere, e di comparire davanti al Figlio dell’uomo” (Luca 21:36 — CEI).

All’inizio il Risorto diede ai Suoi la promessa: “Ed ecco, io mando su voi quello che il Padre mio ha promesso; quant’è a voi, rimanete in questa città, finché dall’alto siate rivestiti di potenza” (Luca 24:49). Egli la confermò ancora una volta poco prima della Sua ascensione: “Ma voi riceverete potenza quando lo Spirito Santo verrà su voi, e mi sarete testimoni e in Gerusalemme, e in tutta la Giudea e Samaria, e fino all’estremità della terra” (Atti 1:8).

In Atti, capitolo 2, vediamo l’adempimento di questa promessa che si riferisce all’intero periodo del Nuovo Testamento, perché così dice la Parola di Dio: “Poiché per voi è la promessa, e per i vostri figliuoli, e per tutti quelli che son lontani, per quanti il Signore Iddio nostro ne chiamerà” (Atti 2:39).

Si trattava della potenza dello Spirito Santo che, quale potenza di Dio operante, connette le membra del Corpo di Gesù Cristo per farne un organismo vivente. In questo modo i ministeri e i doni vengono posti nella Chiesa affinché il Redentore possa continuare l’opera Sua attraverso i redenti. Egli stesso disse: “Come il Padre mi ha mandato, anch’io mando voi” (Giov. 20:21-23 e altri). Adesso si tratta della potenza di risurrezione che trasforma, che rigenera non solo il cuore e la vita, ma che può anche trasformare i corpi mortali nell’immortalità, come sta scritto: “E se lo Spirito di colui che ha risuscitato Gesù dai morti abita in voi, Colui che ha risuscitato Cristo Gesù dai morti vivificherà anche i vostri corpi mortali per mezzo del suo Spirito che abita in voi” (Rom. 8:11).

Come tutta la creazione aspetta la rivelazione dei figliuoli di Dio, così bramiamo anche noi la redenzione, il mutamento del nostro corpo (Rom. 8:18-27). Questa speranza non rende confusi “perché l’amore di Dio è stato sparso nei nostri cuori per lo Spirito Santo che ci è stato dato” (Rom. 5:5).

L’amore di Dio è la cosa più grande che ci sia: Dio è amore! E per mezzo del Suo Spirito, che è la Sua natura più intima (1 Cor. 2:6-16), Egli prende dimora nei Suoi, attraverso i quali Egli vive la Sua Vita con tutte le Sue caratteristiche e le Sue virtù. Solo se si è avverato in noi: “Sono stato crocifisso con Cristo” può avverarsi: “… e non son più io che vivo, ma è Cristo che vive in me” (Gal. 2:19-21) e: “Ora, se siamo morti con Cristo, noi crediamo che altresì vivremo con lui” (Rom. 6:8). L’amore di Dio è stato manifestato per tutti i figliuoli e tutte le figliuole di Dio sulla croce di Golgota nel dono del Figlio. In questo amore sono stati realizzati il pieno perdono e la piena riconciliazione. Chi non vive il perdono e la riconciliazione non è morto con Cristo, ma è un uomo ingannato, chiunque egli sia. Chi pratica quaggiù irreconciliabilità e inimicizia non avrà nessun posto lassù; elimina la croce con il perdono e la riconciliazione e calpesta il sangue del Patto. Chi non vive il «Padrenostro», l’abbiccì del credente, non ha neanche bisogno di dirlo in preghiera. In esso sta ancora scritto: “Poiché se voi perdonate agli uomini i loro falli, il Padre vostro celeste perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonate agli uomini, neppure il Padre vostro perdonerà i vostri falli” (Mat. 6:14-15).

Solo l’amore perfetto entrerà là, così abbiamo sempre sentito. Nella prima epistola ai Corinzi, capitolo 13, ci viene mostrato che i doni dello Spirito — il parlare le lingue degli uomini e degli angeli, il dono di profezia, di conoscenza, perfino la fede che trasporta i monti — senza l’amore di Dio, sono vani. Dal versetto 4 al versetto 7 è descritta la natura dell’amore divino nella vita pratica. Dobbiamo perdonare non soltanto le colpe e i peccati, dunque le vere trasgressioni della legge, che ci siamo causati a vicenda, ma anche gli sbagli commessi, non imputare il male e seguire quel che sta scritto: “Sia tolta via da voi ogni amarezza, ogni cruccio ed ira e clamore e parola offensiva con ogni sorta di malignità. Siate invece gli uni verso gli altri benigni, misericordiosi, perdonandovi a vicenda, come anche Dio vi ha perdonati in Cristo” (Ef. 4:31-32). Dobbiamo vigilare affinché nessuna amarezza, che è la radice di tutti i mali, sorga in noi. Solo quando tutto ciò si sarà avverato nella nostra vita e saremo diventati partecipi della natura divina, potremo allora anche concretamente contare di prendere parte al rapimento. Dobbiamo ritornare al primo amore e viverlo nella pratica.

 

LA RESTAURAZIONE DEL QUARTO IMPERO
 

Come si cantava durante il Terzo Reich: «… perché oggi ci appartiene la Germania e domani il mondo intero», adesso, nel “Quarto Reich”, il testo potrebbe essere il seguente: «… perché oggi ci appartiene l’Europa e domani il mondo intero». Il profeta Daniele vide in una visione i quattro Imperi successivi. Gli fu mostrato in modo particolare in una vista d’insieme la parte storico-politica. Iniziò con l’Impero Babilonese, dal 606 al 538 a.C., poi seguì l’Impero Medo-Persiano (fino al 330 a.C.), poi ancora l’Impero Greco (fino al 30 a.C.) e, per ultimo, l’Impero Romano. (Come avrebbe potuto essere diversamente?) In Daniele 2:31-44, il profeta descrive soprattutto l’ultimo Impero mondiale: “Poi vi sarà un quarto regno, forte come il ferro; poiché, come il ferro spezza ed abbatte ogni cosa, così, pari al ferro che tutto frantuma, esso spezzerà ogni cosa” (Dan. 2:40).

L’Impero ha la solidità ferrea dei Paesi occidentali industrializzati e la fragilità dell’argilla dei Paesi dalla fragile economia degli Stati dell’Europa orientale. È descritto simbolicamente con la statua dalla testa d’oro fino, con il petto e le braccia d’argento, il ventre e le cosce di rame, le gambe di ferro, e con i piedi e le dieci dita in parte di ferro e in parte d’argilla. L’unione tiene solo per un certo tempo, perché il ferro e l’argilla non legano insieme, eppure saranno uniti l’uno all’altra come potenza fatale della fine dei tempi. Però, alla fine dei tempi, il Dio del cielo distruggerà tutti i regni che si sono riuniti in questo ultimo Impero mondiale e farà sorgere il Suo Regno eterno. La Pietra, che conosciamo come la Pietra angolare, è anche la Pietra della vetta e, senza intervento umano, si staccherà e distruggerà l’ultima potenza mondiale (Dan. 2:34-35).

Nel capitolo 7, il profeta entra nei dettagli riguardo al quarto Impero e narra: “Io continuavo a guardare le visioni notturne, ed ecco una quarta bestia spaventosa, terribile, straordinariamente forte. Aveva grossi denti di ferro; divorava, sbranava e stritolava con le zampe ciò che restava; era diversa da tutte le bestie precedenti e aveva dieci corna. … Allora volli conoscere la verità intorno alla quarta bestia che era diversa da tutte le altre, straordinariamente terribile, che aveva denti di ferro e unghie di bronzo, che divorava, sbranava e calpestava il resto con le zampe. … Ed egli mi disse: La quarta bestia è un quarto regno sulla terra, diverso da tutti i regni, che divorerà tutta la terra, la calpesterà e la frantumerà. Le dieci corna sono dieci re che sorgeranno da questo regno…” (Dan. 7:7, 19 e 23-24).

Chi conosce la profezia biblica sa che le teste rappresentano comando e governo, e le corna forza d’urto militare e religiosa. Nell’alleanza occidentale abbiamo i G7 che sono i sette più importanti Paesi industrializzati del mondo. La Russia, senza diritto di parola, viene tollerata come ottavo Paese. In Apocalisse 13:1-10 troviamo pure una descrizione dell’ultima potenza mondiale. Il dragone stesso dà a questa ultima bestia la propria potenza, il proprio trono e grande potestà (Apoc. 13:2).

Come Dio ha eletto una città sulla terra da dove Egli regnerà, vale a dire Gerusalemme, così Satana ha scelto proprio Roma come sua capitale del mondo. Nella profezia biblica, in Apocalisse, capitoli 17 e 18, ci viene chiaramente descritta la costellazione dell’ultima potenza mondiale politica e religiosa. L’immagine della meretrice che cavalca la bestia è chiara: la potenza spirituale religiosa cavalca la potenza temporale politica, quindi ha le redini in mano. Il tutto è «Babilonia la Grande» e le sette teste percepiscono la guida, indicano però anche i sette colli dove la potenza mondiale religiosa che nel contempo esercita il potere mondiale politico è di casa. L’ottavo è il rappresentante, ossia colui che rappresenta l’intero mondo religioso e appartiene politicamente ai sette. Le dieci corna, i dieci Stati aderiscono “forzatamente” e danno la loro potenza (alla bestia) finché le parole di Dio siano adempiute (Apoc. 17:12-18).

Attualmente sono esattamente dieci gli Stati dell’ex blocco orientale che sono fuori dall’alleanza occidentale e vogliono essere ammessi, ma dovrebbero essere inseriti entro il 1° maggio 2004. La prima assemblea comune della Nato si è avuta il 22 e il 23 novembre 2002 a Praga e ha un significato storico. Anche la Russia dovrebbe aderire all’Unione Europea, è quel che chiedono i politici a Bruxelles, e pure altri Stati. Il presidente degli Stati Uniti George W. Bush, subito dopo il vertice della Nato a Praga, s’incontrò a San Pietroburgo con il capo del Cremlino Wladimir Putin. Davanti agli occhi nostri si adempiono le profezie bibliche! Lo vediamo, lo viviamo! Anche per quanto concerne lo sviluppo politico, siamo proprio vicino alla fine. Solo proprio alla fine si vedrà chi sono le dieci corna che non solo impiegheranno la loro forza d’urto quali truppe di terra, ma saranno anche in grado di consumare la grande prostituta Babilonia con il fuoco (Apoc. 17:16-18). Un momento decisivo sarà quando Israele sarà ammesso nell’Unione Europea, come Netanyahu, recentemente nominato ministro degli esteri nel gabinetto di Sharon, lo ha proposto durante la sua prima conferenza stampa nel mese di novembre 2002. Secondo il libro di Daniele, sarà un patto di sette anni, come lo erano anche gli Accordi di Oslo. Secondo Daniele 9:27, il patto di sette anni sarà tuttavia infranto dopo tre anni e mezzo.

Dal 1° gennaio 2002 abbiamo l’Unione Monetaria Europea: 380 milioni di persone del vecchio continente pagano con la stessa moneta. Il quarto Impero è presente e, con le risoluzioni delle Nazioni Unite, esercita dovunque è necessario un potere ferreo in tutto il mondo. Dopo l’unificazione dell’Europa, gli Stati Uniti d’America sotto il motto di «lotta al terrorismo» fanno ancora da guida in quanto unica potenza mondiale ancora rimasta. Verso la fine, l’Europa Unita, come «potenza mondiale» nella quale sono uniti religione, politica e potere economico, assumerà la guida della politica mondiale.

Va notata la concentrazione di potere dello Stato del Vaticano che, a conferma della sua indipendenza quale Stato, nonostante le obiezioni della Banca Centrale Europea, ha fatto accettare una coniatura speciale della moneta europea in corso con l’effigie del Papa per una tiratura complessiva di 65.000 esemplari. Le otto monete però non vengono messe in circolazione. I collezionisti pagano già adesso più di 500 euro per una serie con un valore nominale di soli 3,88 euro. Così pregiata è la moneta con l’effigie del Papa che nel 1989 ha rovesciato il Comunismo mondiale e ha unificato l’Europa sotto il predominio “cattolico-cristiano”! Tutti gli esperti sanno che — sia nell’unificazione della Germania che dell’Europa, sia anche nella globalizzazione e nell’unione della comunità mondiale degli Stati fino alla realizzazione del nuovo ordine mondiale — è la politica del Vaticano a recitare la parte principale. Gli Stati Uniti d’America che già fin dalla loro nascita volevano instaurare un nuovo ordine mondiale, come è stampato in latino sul biglietto di un dollaro — NOVUS ORDO SECLORUM — alla fine, quale potenza mondiale predominante, verranno rilevati e dovranno accontentarsi del secondo posto affinché possa sorgere il «nuovo ordine mondiale».

Il terribile avvenimento dell’11 settembre 2001 negli USA, quando i terroristi islamici tagliarono la gola ai piloti e pilotarono gli aerei pieni di passeggeri contro le torri gemelle del World Trade Center di New York, è stato un segnale di avvertimento. Il desiderio del Presidente americano in lotta contro il terrorismo è di prendere tutti “nella sua barca”. Con ciò si realizza una strana costellazione, in parte spontaneamente, in parte sotto pressione politica, a causa del petrolio. Poiché siamo nel tempo della fine, anche qui dobbiamo consultare la profezia del tempo della fine, perché in essa è già descritto in anticipo il decorso degli avvenimenti e della storia. Per quanto concerne l’Iraq, si tratta dell’Eufrate che nasce in Turchia e scorre attraverso tutto l’Iraq, passando accanto a Baghdad, attraversa la Mesopotamia, passando vicino a Ur in Caldea e a Bassora e sfocia nel Golfo Persico. Là dove c’era il Paradiso, dove stava la culla dell’umanità, dove è vissuto Abrahamo, là sono legati i quattro angeli del giudizio che aspettano di essere liberati quando dovrà essere uccisa la terza parte degli uomini. “La voce diceva al sesto angelo che aveva la tromba: «Sciogli i quattro angeli che sono legati sul gran fiume Eufrate». E furono sciolti i quattro angeli che erano stati preparati per quell’ora, quel giorno, quel mese e quell’anno, per uccidere la terza parte degli uomini” (Apoc. 9:14-15). Laggiù, nel Paradiso, Satana ha condotto i primi uomini sotto la sua influenza. Laggiù incominciò la tragedia dell’umanità sotto il suo diretto dominio. Alla fine, il principe di questo mondo riunirà in quei luoghi tutti i regni del Nord e dell’Est per condurre l’attacco contro Israele e, così, il mondo sarà in fiamme — soprattutto gli Stati Uniti d’America che aiutano Israele.

Nella politica mondiale si tratta ancora una volta soprattutto di Israele. Si tratta di Gerusalemme, del Monte del Tempio sul quale Abrahamo offerse in sacrificio Isacco suo figliuolo (Gen. cap. 22), si tratta dell’area che Davide acquistò dal Gebuseo Ornan per 600 sicli d’oro (1 Cron. 21:25), del Monte Moriah sul quale Salomone edificò il Tempio (2 Cron. 3:1).

Chiunque riceva posta dall’Iraq può vedere sul francobollo il Presidente iracheno con il fucile in mano piazzato proprio davanti alla Cupola della Roccia sulla Spianata del Tempio a Gerusalemme. Malgrado tutte le iniziative prese dagli Stati Uniti d’America (USA), dall’Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU) o dall’Unione Europea (UE): il Monte del Tempio e Israele rimarranno fino alla fine il pomo della discordia. Anche le preghiere dei credenti biblici fatte con buone intenzioni non cambiano nulla al piano stabilito da Dio del tempo della fine. Solo proprio alla fine, e precisamente al nuovo inizio, si adempirà: “Ma avverrà, negli ultimi tempi, che il monte della casa dell’Eterno si ergerà sopra la sommità de’ monti, e s’innalzerà al disopra delle colline…” (Michea 4:1a). Se però i preparativi per la più grande tragedia che avverrà dopo il rapimento sono già in piena azione, quanto vicino deve essere il rapimento della Chiesa–Sposa! Perciò la nostra preparazione deve essere il comandamento dell’ora, e “ricevere la forza di sfuggire a tutto ciò che deve accadere sulla terra” dovrebbe essere la nostra brama e la nostra preghiera.

Osservando tutto ciò che accade adesso in Europa, in Israele e in tutto il mondo, con lo sguardo sull’adempimento della profezia biblica, possiamo sempre esclamare: “Oggi, si è adempiuta questa Scrittura davanti agli occhi vostri!”. Tra i credenti che hanno realmente riconosciuto il tempo e l’ora, il grido: “Maranatha, vieni presto!” dovrebbe diventare sempre più forte.

 

LA CHIESA E L’ODIO CONTRO GLI EBREI
 

Dal 1948, anno della fondazione dello Stato di Israele nell’età moderna, Israele è quotidianamente presente nelle notizie. Prima ci fu il terribile Olocausto che cancellò sei milioni di vite, di cui un milione e mezzo bambini. Appare chiaro che un simile genocidio non sarebbe svanito senza scalpore nella storia. Più di cinquantamila pubblicazioni nel mondo intero si sono occupate di questo tema. Alcuni autori hanno perfino osato addossare delle responsabilità alla Chiesa di Roma e particolarmente al papa in carica durante la guerra, Pio XII. Rolf Hochhuth, il dott. Karlheinz Deschner, Daniel Jonah Goldhagen e John Cornwell, per citarne soltanto alcuni, hanno sollevato un po’ la cortina di porpora, la cosa più pericolosa che un uomo sulla terra possa arrischiarsi di fare. Infatti, la Chiesa di Roma si reputa l’unica legittima Istituzione di Dio sulla terra e pretende essere stata fondata da Cristo stesso. Che fuori della Chiesa non c’è salvezza — perché solo chi ha la Chiesa per madre ha Dio per Padre! — e siccome la Chiesa è edificata su Pietro, il principe degli apostoli, tutto il mondo deve appartenere ad essa; questa è la sua pretesa. Allo stesso modo, secondo il dogma della successione apostolica della Chiesa di Roma e, in particolare, dalla proclamazione nel 1870 del dogma dell’infallibilità papale, i papi si considerano rappresentanti, vicari di Dio sulla terra che, quali «Vicarius Filii Dei», regnano sulla terra al posto di Cristo.

La Chiesa di Roma ha commesso tanti errori, alcuni dei quali molto pesanti e irrimediabili. Gesù Cristo dice: “Il mio regno non è di questo mondo” (Giov. 18:36). Egli dice pure: “Su questa pietra edificherò la mia Chiesa” (Mat. 16:18), non: “Su di te, Pietro, edificherò la Mia Chiesa”. Sulla rivelazione di Gesù Cristo, che è per sempre la Roccia della salvezza, è stata fondata la vera Chiesa.

Lo sviluppo fatale della Chiesa ha incominciato con la menzogna della «donazione Costantiniana» sulla quale fonda le sue temporali rivendicazioni di possesso. In realtà la Chiesa di Roma, come d’altronde tutte le altre chiese che si appellano a Lui, non è stata fondata da Cristo. È solamente dal IV secolo che esiste la Chiesa Romana quale denominazione. Nel tempo di Paolo c’era a Roma, come anche in altre città, solo una piccola chiesa in una casa. L’apostolo Paolo rimase là per due anni e tenne le riunioni in una casa da lui affittata (Atti 28:30-31).

Né la Bibbia né la storiografia riferiscono che Pietro abbia intrapreso un qualche viaggio a Roma. Sarebbe stato un avvenimento così sensazionale che ne saremmo venuti a conoscenza. Si parla solo di un certo Simon Magus che, come mago, si presentò perfino davanti al Senato Romano. Tutta la storia della Chiesa Cattolica si basa su un accumulo di leggende.

La realtà è che l’origine della Chiesa di Roma risale solo al Concilio di Nicea. Fino ad allora c’erano 130 correnti di fede nell’ambito del Cristianesimo. Dal 54 fino al 312/313 i Cristiani furono perseguitati in modo generale sotto il dominio degli imperatori romani. La persecuzione dei Cristiani incominciò con Nerone e terminò con Diocleziano che la spinse all’estremo. Fino ad allora, gli Ebrei avevano uno Status speciale nell’Impero Romano; non erano obbligati prendere parte alle festività degli dèi. Nel 324 l’imperatore Costantino si proclamò «vicario di Cristo», «Signore dello Stato» e «Signore della Chiesa», «Pontifex Maximus». Nello stesso anno diede l’ordine di ampliare Costantinopoli come capitale dell’Impero e non Roma. Costantino, il pluriomicida, organizzò il Concilio di Nicea nel 325 d.C. per unire tutte le correnti Cristiane. È solo nell’anno 440 d.C. che papa Leo I elevò anche Roma a metropoli di potere religioso per l’Impero d’Occidente e solo nel 756 diventò il punto centrale dello Stato pontificio.

Anche la persecuzione degli Ebrei risale al IV secolo dell’era cristiana. I cosiddetti «padri della Chiesa» provenivano dal paganesimo e tutti quanti odiavano gli Ebrei, come riferisce la storiografia. Hanno demonizzato gli Ebrei accusandoli di aver ucciso Cristo e poi di deicidio. Il loro odio contro gli Ebrei si spinse fino al punto che dichiararono: «Chi uccide un ebreo espia la morte di Cristo» e: «Perché gli Ebrei hanno ucciso il Messia, hanno tolto alle nazioni il Salvatore e la salvezza». Si sono spinti realmente fino all’estremo e hanno associato l’Antico Testamento agli Ebrei scellerati e hanno totalmente frainteso e male interpretato il Nuovo Testamento. Per protesta contro gli Ebrei contrapposero all’unico vero Dio, che nell’Antico Testamento viene nominato più di 6000 volte come Elohim–Yahweh, una Divinità in tre Persone. Né l’Antico né il Nuovo Testamento conoscono una «Tri–Unità». Gli ideatori della Trinità erano anche gli ideatori dell’odio contro gli Ebrei nel Cristianesimo, che poi nella Chiesa di Roma è diventata una cosa ovvia con tutte le sue terribili conseguenze.

L’ebreo Daniel Goldhagen, che di recente ha fatto parlare di sé per il suo nuovo libro intitolato «La Chiesa Cattolica e l’Olocausto» imputa a Gesù e agli apostoli l’odio verso i Giudei. Egli ritiene che nel Nuovo Testamento ci sarebbero 450 citazioni piene di odio verso i Giudei. È un’affermazione terribile e assolutamente falsa. In quel tempo Gesù ha detto in faccia agli incalliti Farisei quel che erano e di quale spirito erano figli. Con ciò non si riferiva né al popolo nel suo insieme e neanche alla sua discendenza. Se per esempio Giovanni il Battista o il Signore Gesù avessero esercitato il loro ministero negli Stati Uniti d’America o in qualunque altra nazione, avrebbero detto ai «Farisei» del posto la stessa cosa come a quegli ingannatori religiosi. È un peccato che un ebreo pronunci un simile giudizio. Né Gesù e nemmeno gli apostoli odiavano i Giudei, ma i principi della Chiesa! Hanno male interpretato le affermazioni del Nuovo Testamento e, di proposito, le hanno adoperate contro gli Ebrei. La Chiesa si è appropriata delle loro idee e si è macchiata di sangue!

Il Vaticano è uno Stato nello Stato che ha i suoi ambasciatori e i suoi diplomatici in tutti i Paesi del mondo e in tutte le Istituzioni internazionali importanti. Goldhagen accusa papa Pio XII di aver taciuto davanti all’Olocausto dei Nazisti. Quel che egli non prende in considerazione è che Eugenio Pacelli, il futuro papa Pio XII, tra la Prima e la Seconda guerra mondiale fu nunzio apostolico in Germania per 13 anni circa e, così, ha attivamente influenzato la politica di quel tempo in Germania. Nel 1923 era nunzio a Monaco quando Hitler fece il colpo di stato, nel 1933 era nunzio a Berlino quando Hitler salì al potere. Come la maggior parte di coloro che si sono occupati dell’Olocausto, Goldhagen sembra non essere sufficientemente informato sui fatti precedenti.

Il saluto «Heil Hitler», così dicono gli esperti, non proviene né da atei, né da comunisti e neanche da socialisti — costoro erano gli avversari del mostro, essi si ritrovarono molto presto in prigione — ma del clero romano che si aspettava da Hitler la salvezza per la Chiesa che si sentiva gravemente minacciata dallo stalinismo e dal bolscevismo russo. Le profezie di Fatima, che furono riferite nel 1929 a papa Pio XI, resero ancora più profonda la preoccupazione della Chiesa davanti alla minaccia comunista. In esse viene ripetutamente citata la Russia. Ci sono delle persone che sanno più di quel che sta scritto nelle pubblicazioni popolari! Non è un caso che nei Paesi protestanti dell’Europa del Nord non ci sia stato alcun ghetto di Ebrei! Già da secoli regnavano lì tolleranza e vera libertà di religione. Era il seguito di quel che praticavano da centinaia di anni i sovrani prussiani protestanti accogliendo in grande numero gli Ebrei, i Valdesi, gli Ugonotti, ecc. perseguitati dalla Chiesa Cattolica. I campi di concentramento non si trovavano nei Paesi con una popolazione mista. Però, nella Polonia profondamente cattolica, c’erano i sei «campi della morte» per la «soluzione finale». Particolarmente conosciuto era il famigerato campo di Auschwitz/Oswieczim.

 

LA FINE È IN VISTA?
 

Riconoscenti per tutte le porte aperte e le diverse possibilità di trasmettere l’ultimo Messaggio, aspettiamo adesso la piena restaurazione. Il meglio deve ancora venire, le più grandi cose avverranno! Le grandi cose avvengono sempre e solo laddove il fedele Signore opera e fa la storia della salvezza. Che sia all’uscita di Israele sotto la guida di Mosè o all’entrata nel Paese sotto la guida di Giosuè: le cose soprannaturali sulla terra avvennero sempre in mezzo al popolo di Dio, allorché Dio adempiva le promesse. Ciò sarà la visitazione di Dio nella Sua grazia come avvenne all’inizio del Nuovo Testamento. Che sia nel ministero di Giovanni Battista o del nostro Signore, o nella Chiesa primitiva — era sempre Dio a operare in modo soprannaturale.

Così fu pure con il ministero unico del fratello Branham. Durante il decennio 1955/1965 ho vissuto personalmente sia il suo ministero sia la conferma soprannaturale. Sono stato testimone oculare e auricolare dell’operato soprannaturale di Dio. Egli era il profeta promesso, come l’abbiamo già spesso esposto e dimostrato biblicamente nelle nostre pubblicazioni. Quel che gli fu detto nel 1933 dalla nuvola soprannaturale si adempie sotto i nostri occhi nel mondo intero: «Come Giovanni Battista fu inviato prima della prima venuta di Cristo, così il Messaggio che ti è stato affidato sarà un precursore della seconda venuta di Cristo».

L’uomo di Dio ripeté più volte le parole che gli furono rivolte l’11 giugno 1933 verso le ore 14 in presenza di 4000 persone circa, allorché stava per battezzare la diciassettesima persona e pose l’accento su: «Non sarò io il precursore, ma il Messaggio sarà il precursore». Noi accettiamo e approviamo pienamente il ministero del fratello Branham. Quel che noi respingiamo categoricamente è il culto reso all’uomo e tutte le dottrine speciali che vengono fatte tramite interpretazioni sbagliate delle sue affermazioni. Per noi vale per sempre: solamente quel che sta scritto nella Bibbia — vale a dire unicamente la Parola — è la Semenza originale. Per mezzo del ministero del fratello Branham, siamo stati ricondotti alla Parola che era nel principio. Di conseguenza, la pretesa che ci siano delle rivelazioni che vanno oltre la Parola scritta, la respingiamo fermamente. Nulla e niente deve essere aggiunto alla testimonianza conclusa della Scrittura (Apoc. cap. 22).

Con le interpretazioni è sempre sorto un tutt’altro evangelo. Le due cose si ripetono: il Figlio dell’uomo semina la Sua Semenza — la Parola (Luca 8:11). Se le persone non sono vigili e si addormentano, viene il nemico e semina la sua semenza, ossia le interpretazioni. Entrambi le semenze spuntano, entrambi ricevono la stessa pioggia, lo stesso sole; la luce brilla su tutte e due e tutto ciò che è sul campo riceve la stessa benedizione. La differenza non sta nella luce del sole o nella pioggia della benedizione, ma nella semenza. Ogni semenza produce secondo la sua specie. Una, vale a dire la buona Semenza della Parola, sono i figliuoli del Regno. La semenza del nemico è la zizzania. Entrambi crescono una accanto all’altra, una è così simile all’altra che, se fosse possibile, anche gli eletti sarebbero sedotti. Chiunque si appella al fratello Branham, ma non lascia valere solamente e unicamente la Parola, e diffonde delle proprie interpretazioni e delle dottrine speciali, è sedotto da Satana e seduce gli altri. Solo così si spiega tutta la gelosia, tutto l’odio e tutto il fratricidio che viene commesso alla maniera di Caino (1 Giov. 3:11-12). Colui che passa accanto alla diretta vocazione divina per questo tempo, che non terminò affatto con la dipartita del profeta, non solo vive nel passato, ma non riconosce che solo quando il ministero profetico fosse terminato, il Messaggio affidatogli poteva essere proclamato a tutti i popoli. Si tratta ancora sempre e adesso più che mai della chiamata fuori e della preparazione della Chiesa–Sposa! Potremmo anche chiedere chi, dopo la dipartita del fratello Branham, in base ad una diretta chiamata, ha portato il Messaggio del tempo della fine come primo in Europa, in Asia, in Africa e in tutto il mondo.

Cosa sarebbe servito alle persone fare di Giovanni Battista un idolo? Tutti coloro che furono afferrati dal messaggio per preparare la via seguirono poi il Signore Gesù quando manifestò il Suo proprio ministero. Sempre coloro che L’avevano seguito fino alla Sua ascensione, nel giorno dell’effusione dello Spirito Santo, furono rivestiti dall’Alto con potenza. Infatti, lo stesso Signore, per bocca del Suo profeta Amos, non aveva detto soltanto: “Poiché il Signore, l’Eterno, non fa nulla, senza rivelare il suo segreto ai suoi servi, i profeti” (Amos 3:7), ma anche: “Ecco, vengono i giorni, dice il Signore, l’Eterno, ch’io manderò la fame nel paese, non fame di pane o sete d’acqua, ma la fame e la sete d’udire le parole dell’Eterno” (Amos 8:11). Lo stesso Signore che aveva comandato al Suo profeta di immagazzinare il Cibo a Jeffersonville, lo stesso Signore, nello stesso periodo, aveva detto al Suo servitore a Krefeld il 2 aprile 1962: « … Immagazzina cibo e alimenti poiché ci sarà una grande carestia. Allora tu starai in mezzo al popolo e distribuirai il cibo». Lo stesso Signore ripeté le stesse parole del mandato per bocca del Suo profeta il 3 dicembre 1962 in presenza di Fred Sothmann e Banks Wood ed Egli diede la spiegazione: «Il Cibo che devi immagazzinare è la Parola di Dio promessa, la Parola rivelata dal Signore per questo tempo». Il fratello Branham aggiunse poi: “Fratello Frank, aspetta per la distribuzione del Cibo fin quando non ricevi il resto del Cibo».

Dio stesso ha provveduto affinché il Cibo spirituale — la Parola rivelata — così come è uscito dalla bocca del profeta, fosse registrato su nastri. Ogni predicazione tenuta dal fratello Branham negli Stati Uniti mi è stata spedita dal 1958 fino alla sua dipartita nel 1965. Così anch’io ho immagazzinato nello stesso tempo lo stesso Cibo spirituale e, subito dopo aver ricevuto il resto con l’ultima predicazione del dicembre 1965, nel 1966 incominciò la distribuzione — non dieci, venti o trent’anni dopo! Chi è l’uomo che osa negare quel che Dio ha fatto su tutta la terra? Fino ad oggi, con piena fedeltà, con l’impegno di tutte le mie forze e di tutto il mio tempo, ho eseguito quel che il Signore mi aveva comandato il 2 aprile 1962 allo spuntar del giorno. Neppure una sola volta ho battuto un conservo o calunniato un qualche fratello o diffamato qualcuno in qualche modo, né in una predicazione né per iscritto. Non ho mai pensato: “Il mio padrone tarda a venire”. Fin dall’inizio però ho dovuto lasciar valere non le rivelazioni speciali, ma solamente e unicamente la Parola di Dio scritta. Non posso far altro, questa è la mia chiamata, perché così disse il Signore: «… Io ti manderò in altre città a predicare la Mia Parola». Le parole della mia testimonianza della chiamata sono altrettanto vere come quelle di Paolo negli Atti degli apostoli. Il Cibo spirituale è la Parola rivelata, non le interpretazioni contorte. Come la manna venne direttamente da Dio dal cielo, così è con la rivelazione di tutti i misteri della Parola tratti da tutta la Bibbia e che sono stati armoniosamente rivelati. Per esempio se qualcuno osa fare del singolare in Apocalisse 10:7 un plurale e cambia: “il mistero di Dio” in: “i misteri”, allora è una modificazione, una falsificazione che appartiene al banco degli imputati davanti a Dio. Se sta scritto: “… si sarebbe compiuto il mistero di Dio…”, allora non sta scritto: “… si sarebbero compiuti i misteri di Dio…”. Cristo è il mistero di Dio rivelato (Col. 2:2-3 e altri). Neanche per un attimo tollererò che qualcuno modifichi la Parola di Dio.

Ogni modificazione apportata alla Parola di Dio è una falsificazione mediante lo spirito di menzogna anche se viene definita “rivelazione”. Vale la stessa cosa per ognuna delle cosiddette «dottrine dei tuoni». La Bibbia non conosce alcuna «dottrina dei tuoni». Le cosiddette “rivelazioni dei sette tuoni” in realtà non esistono; riguardo a esse, non c’è alcuna promessa nella Scrittura, sono solo parole vane. Ecco cosa dico ancora una volta in base alla Parola del Signore: i sette tuoni in Apocalisse, capitolo 10, faranno sentire le loro voci nel momento in cui il Signore, quale Angelo del Patto, scenderà e poserà i Suoi piedi come legittimo Proprietario sulla terra e il mare, e ruggirà come un leone! Così sta scritto e così avverrà! Tramite il ministero profetico del settimo angelo della chiesa, tutti i misteri, incominciando da quel che avvenne nel giardino di Eden fino alla fine, sono stati rivelati.

Il fratello Branham si riferisce sovente al glorioso avvenimento del28 febbraio 1963 quando apparve la Nuvola soprannaturale e risuonarono sette tuoni assordanti. In quel tempo si trattava dell’apertura dei sette Suggelli, come avvenne poi in marzo 1963. A questi sette tuoni, egli collegò ancora altri grandi aspettative, fino alla fede per il rapimento e lo straordinario operato di Dio nella Chiesa–Sposa. Egli aspettava il ministero conclusivo della Parola parlata, dove le cose pronunciate si realizzeranno all’istante, per esempio: “Dì soltanto una parola e il mio servitore sarà guarito” — come lui stesso, se mi ricordo bene, l’ha vissuto cinque volte, e io stesso due volte. Tutto ciò avverrà riccamente verso la fine della restaurazione tra la Sposa e produrrà la fede per il rapimento.

Il mondo conobbe il fratello Branham solo come evangelista con il particolare dono di discernimento e di guarigione. Dopo l’apertura dei Suggelli in marzo 1963 non ha più visitato alcun altro Paese tranne l’Africa del Sud alla fine di maggio 1965 e, sul suo visto, c’era il divieto di tenere riunioni. Pernottò nell’Hotel Primerose a Johannesburg e, con il fratello Sidney Jackson e altri fratelli, andò a caccia. La pelle della bellissima zebra sulla quale il fratello Branham stette durante la sua ultima preghiera mi fu regalata dal fratello Jackson. Ancora oggi è appesa nel salotto. L’ultimo pasto prima del suo volo di ritorno, lo consumò nella casa del fratello Lucas DeBeer a Kempton Park.

La domanda è però certamente giustificata: A chi servono pubblicazioni su viaggi di caccia e su esperienze personali fatte con il profeta? Dove sta scritto che qualcuno è stato destinato a rendere testimonianza di queste cose? Quel che realmente conta sono le esperienze fatte con Dio e una vocazione che è senza pentimento (Rom. 11:29). L’apostolo Giovanni che aveva vissuto il ministero di Giovanni Battista e il ministero del nostro Signore era destinato a rendere testimonianza di “quel che era dal principio, quel che abbiamo udito, quel che abbiamo veduto con gli occhi nostri, quel che abbiamo contemplato e che le nostre mani hanno toccato della Parola della vita” (1 Giov. 1:1). Nessun «dottore del Messaggio» che si appella al profeta può riferire di una simile testimonianza, di un «ministero–Parola» e di una simile vocazione. Dio è sempre il Suo proprio Interprete. Le parole dell’Antico Testamento e quelle dell’apostolo Paolo, furono fraintese già all’inizio del Nuovo Testamento (2 Piet. cap. 3). Allo stesso modo anche adesso le parole del fratello Branham vengono fraintese e “male interpretate”.

Non si deve neanche pensare al fatto che degli uomini che presumibilmente “rappresentano il profeta” sostengono fin dalla dipartita del fratello Branham e fino ad oggi che egli sarebbe risorto prima del ritorno di Gesù Cristo e avrebbe un servizio in una tenda particolare per un periodo di trenta o quaranta giorni. Dal 1966 ho chiesto all’uomo che per primo predicò ciò e che ancora oggi ci crede e lo predica, di mostrarmi dove il fratello Branham avrebbe fatto una simile affermazione. Fino ad oggi la risposta a questo riguardo non è arrivata. Lo stesso uomo e altri con lui che nel 1966 hanno aspettato la risurrezione del profeta, aspettano ancora oggi non il ritorno di Gesù Cristo, ma il ritorno del profeta. Non è solo una falsa dottrina, si tratta di menzogne e di inganni! Le persone ripongono la loro speranza in ciò, perché viene messo in bocca al fratello Branham, benché egli non l’abbia mai detto. Quel che il fratello Branham vide in quella «visione della tenda» si adempirà, di questo ne sono certo. Il Signore stesso penserà a questo e porterà a compimento l’opera Sua con grande potenza tra il Suo popolo. La tenda nella quale affluiva una grande folla riempiendola, l’ho vista anch’io in visione il 19 gennaio 1966: il lato nord era come una cattedrale, una costruzione stabile con una galleria mentre gli altri lati formavano una tenda rotonda. Vidi come il fratello Branham si voltò dal popolo che si era radunato per lui e guardò da un’altra parte. Mentre ero seduto in galleria e osservavo quel che stava accadendo, una potente Voce mi chiamò per nome: «Il tuo tempo è giunto… girati verso il popolo e dici: ‹Il ritorno di Gesù Cristo è imminente! …›». Si adempie adesso quel che espresse e accennò la visione della tenda, visto che la Parola viene annunciata nel mondo intero? Alla fine, quando il dragone si pone davanti alla donna e viene esercitata la pressione, avrà luogo la più grande visitazione di Dio come gli uomini non l’hanno mai vissuta. Su tutta la faccia della terra avverrà la dimostrazione della potenza divina e il ministero della Parola parlata, non solo in una piccola tenda da qualche parte negli Stati Uniti d’America. Così lo vivremo prima della venuta di Cristo nella piena restaurazione che sfocia nel compimento e rapimento della Sposa!

Per tutto ciò che avviene nel corso del Nuovo Patto, ci sono già gli esempi di quanto avvenne con Israele nelle cose naturali, le quali indicano le cose spirituali che si adempiono nell’ambito della Chiesa. A causa della carestia che sarebbe venuta, Giuseppe doveva immagazzinare grano per distribuirlo dopo (Gen. capp. 41-49). Giosuè comandò: “Preparatevi dei viveri, perché fra tre giorni oltrepasserete questo Giordano per andare a conquistare il paese che il Signore, il vostro Dio, vi dà perché lo possediate” (Gios. capp. 1 e 3). La Parola rivelata era nell’Arca del Patto e questa era con il popolo di Dio e per questo, per amor della Parola promessa, Dio era con loro. In Giacomo, capitolo 5, in relazione con il ritorno di Gesù Cristo, ci viene mostrata nell’esempio di Giobbe la restaurazione che egli stesso visse in una misura doppia (Giobbe, cap. 42).

Le storie ben raccontate in predicazioni e in resoconti ben redatti sugli «atti del profeta» e sui diversi periodi della vita del fratello Branham hanno solo un valore di intrattenimento. Bisogna chiedersi se, con queste cose, le persone non vengono piuttosto distolte e condotte accanto a quel che Dio fa presentemente e aspettano qualcosa per cui non c’è alcuna promessa nella Parola di Dio. Fino ad oggi non sappiamo se Giovanni Battista aveva una zia o uno zio. Non sappiamo quasi nulla della vita privata di Pietro, Giacomo e Giovanni, niente di particolare di Paolo. Tutto ciò che dovevamo sapere ci è stato detto, ossia che avevano una vocazione divina e un ministero per la Chiesa. Anche riguardo ai fratelli del Signore, Giacomo e Giuda, non ci è riferito nulla che avesse a che fare con il corso o le circostanze della vita. Sappiamo solo che erano apostoli. Laddove Branham come profeta diventa il tema e viene posto come uomo nel punto centrale, allora è realmente un altro evangelo che viene predicato, un evangelo secondo l’uomo (Gal. cap. 1). Per noi vale l’Evangelo eterno di Gesù Cristo. Non predichiamo né Pietro né Paolo, e neanche il fratello Branham, predichiamo Gesù Cristo quale Signore risorto e che ritorna, esattamente come L’hanno predicato Pietro, Paolo e il fratello Branham. In sostanza è il nemico che divide i credenti del tempo della fine in diversi campi interpretando male i passi della Scrittura e le dichiarazioni del fratello Branham e distogliendo il loro sguardo dalla vera predicazione della Parola.

Colui che porta la vera Parola deve prima essere screditato dagli imitatori, affinché possano diffondere in modo credibile le loro interpretazioni. Tutto ciò avviene con l’intenzione di distruggere l’influenza della Parola calunniando il portatore della Parola. Gli uomini di Dio sono posti a rialzamento degli uni e a caduta degli altri, come fu già il caso con il nostro Signore (Luca 2:34). Sono, come ha scritto l’apostolo Paolo, “… a questi, un odore di morte, a morte; a quelli, un odore di vita, a vita” (2 Cor. 2:16). L’apostolo Giuda parlò appropriatamente di simili fratelli che avevano preso parte ad agapi, ma che poi si sono sviati: “Guai a loro! Perché si sono incamminati per la via di Caino, e per amor di lucro si son gettati nei traviamenti di Balaam, e son periti per la ribellione di Core” (Giuda, vers. 11). Però tutti i veri credenti sono riconoscenti per la vera Parola; gli altri, né il Maestro né i Suoi servitori hanno potuto accontentarli. Un servo di Dio reputa l’obbrobrio di Cristo a cagione della Parola di grandissimo valore. Rinuncia alla grande stima che tocca a coloro che si appellano sì al profeta, ma che diffondono le loro proprie interpretazioni, e predica solo la Parola di Dio che rimane in eterno. Solo in base alla Parola ognuno può esaminare sé stesso e gli altri, se si è incamminato per la via di Caino o gettato nei traviamenti di Balaam, o se appartiene come ribelle alla banda di Core. Solo coloro che sono nati di nuovo dalla Semenza della Parola sono figliuoli della promessa. “Ora, fratelli, come Isacco, voi siete figli della promessa. E come allora colui che era nato secondo la carne perseguitava quello che era nato secondo lo Spirito, così succede anche ora” (Gal. 4:28-29). Questi due versetti dicono tutto. Dapprima è la Parola promessa, poi lo Spirito genera Vita divina nei figliuoli della promessa.

L’anno è appena iniziato che possiamo quasi dire che sta anche per finire. Nessun giorno, nessuna ora, nessuna occasione perduta torna indietro. Guardiamo indietro ad un anno 2002 riccamente benedetto. Nuovi Paesi e città nel mondo intero potevano essere inclusi nella predicazione del Messaggio divino. Soprattutto in Asia sudorientale e in Estremo Oriente, le predicazioni del fratello Branham e i nostri opuscoli vengono adesso tradotti nelle lingue nazionali. Se continua così e, per questo, voglia il fedele Signore aiutarci nella Sua grazia, tramite viaggi di conferenze, trasmissioni televisive e letteratura avremo raggiunto in breve tutto il mondo. Fino ad ora le nostre trasmissioni settimanali in lingua inglese vengono trasmesse dalla stazione televisiva in Kazakistan in 74 Paesi e da quella in Islanda in 32 Paesi. Interi continenti vengono così inclusi nella predicazione del Messaggio del tempo della fine.

Un ringraziamento particolare va ai nostri fratelli al servizio qui sul posto nella chiesa locale, che fin dall’inizio hanno condiviso la vera predicazione; così pure ringrazio sinceramente tutti coloro che eseguono i diversi lavori, non da ultimo quelli che aiutano nella spedizione. Ringrazio anche tutti i fratelli nel mondo intero per la buona collaborazione. A tutti coloro che effettuano il lavoro di traduzione e la cura spirituale nel loro Paese, auguriamo l’aiuto di Dio e la Sua sapienza per farlo bene. Tutti coloro che portano in preghiera la grande opera di Dio e danno anche la loro decima nella casa del tesoro, affinché il Cibo possa essere distribuito, riceveranno certamente la loro ricompensa per la loro fedeltà. Anche per le vostre offerte voglio esprimere qui la mia gratitudine nel Nome di Gesù Cristo. Siete partecipi della semina e potrete rallegrarvi con noi alla messe delle anime. Tutti coloro che non danno alla casa del tesoro come dice la Bibbia ciò che è stato loro affidato e che appartiene al Signore, ma agiscono a propria discrezione, dovrebbero leggere ancora una volta con uno spirito di preghiera il passo biblico di Malachia 3:8-10 e riconoscere davanti a Dio se la decima spetta a coloro che si sono nominati predicatori, che in ribellione contro la vocazione divina per questo tempo, costituiscono e curano dei gruppi particolari. Considerato il vicino ritorno di Cristo, può qualcuno assumersi ancora la responsabilità di utilizzare il denaro di Dio se non solo per la diffusione della Parola di Dio? Tutto ciò che oggi necessita di correzione deve essere biblicamente rettificato secondo l’ordine divino in ogni ambito. E tutti coloro che appartengono alla Chiesa–Sposa non continueranno a vivere in contrasto con la Parola e non proseguiranno il proprio cammino. Adesso è l’ora della Verità, e tutti coloro che sono veramente dalla Verità vivono di ogni parola e in ogni parola di Dio. Colui che è retto nel suo cuore capirà ogni cosa in maniera corretta.

Per l’anno 2003 ci auguriamo che la volontà di Dio possa avvenire nella nostra vita, nella Chiesa e tramite la Chiesa.

A Lui, l’unico Dio, per mezzo di Gesù Cristo, sia ogni onore, ora e in eterno. Egli ha visitato il Suo popolo per la Sua grazia e presto Egli verrà a rapirci per prenderci con Sé. Amen.

Operante per ordine di Dio:
                                               



 

   

.In questa immagine i dodici capi di governo dei Paesi con i quali il 1° gennaio 2002 ebbe inizio l’Unione monetaria.

   

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.Il retro di una banconota di un dollaro americano. A sinistra sotto la piramide l’iscrizione «Novus Ordus Seclorum».

   

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.Le otto monete dell'euro in corso dello Stato del Vaticano con l’effige del Papa.

   

 

Il francobollo con Saddam Hussein. Al-Qudus Day significa: «Il giorno di Gerusalemme».

 

   
Dopo la svolta politica in Russia, questo santuario russo-ortodosso con le figure dei due apostoli degli slavi, Cirillo e Metodio, è stato posto davanti all’ingresso della Piazza Rossa a Mosca. Sulla cupola spiccano le medesime stelle che si trovano anche sulla bandiera dell’Unione Europea.

 

 

 

                       
 


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