“GESÙ CRISTO È LO STESSO IERI, OGGI, E IN ETERNO!”    (EBREI 13:8)


 
 

LETTERA CIRCOLARE N° 40



PRIMAVERA 2005

 
 

IL GRIDO DI RISVEGLIO DI MEZZANOTTE
 

Di cuore saluto voi tutti, miei diletti fratelli e sorelle, nel prezioso Nome di Gesù Cristo, nostro Signore, con la domanda bruciante tratta da Isaia 21:11:

“Sentinella, a che punto è la notte? Sentinella, a che punto è la notte?”.


I veri servitori di Dio sono stabiliti come sentinelle per il popolo di Dio (Ez. 3:17). Secondo Matteo, capitolo 25, il grido di mezzanotte è molto decisivo. In un primo momento tutte le vergini si addormentarono, però “sulla mezzanotte si levò un grido: «Ecco lo sposo, uscitegli incontro!»”. La notte è già avanzata e il grande giorno si è avvicinato (Rom. 13:12). Il tempo della sera in cui si è fatto luce è alle nostre spalle, la mezzanotte è giunta. Ogni predicazione, ogni lettera circolare deve essere capita, accettata e sperimentata come un grido di risveglio. L’ultimo Messaggio deve essere sentito così potentemente come suono di trombe e il suo suono deve essere chiaro (1 Cor. 14:8). Dopo aver udito il grido di mezzanotte, nessuno deve girarsi dall’altra parte e continuare a dormire. Tutti debbono pulire le loro lampade affinché l’illuminazione, la chiarezza ricevuta possa risplendere come luce. Le vergini avvedute riempiono i loro vasi con l’olio dello Spirito affinché basti fino al ritorno dello Sposo.

Abbiamo appena lasciato il vecchio anno ed ecco che il nuovo è già andato avanti per un bel pezzo. Nel Regno di Dio ci sono tante cose buone da riferire. Mai come in questo tempo abbiamo udito così tante testimonianze dell’operato soprannaturale di Dio. La predicazione fedele della Parola ha aiutato molti a trovare l’equilibrio nella conoscenza della Verità e della dottrina biblica. Ovunque diventa sempre più visibile l’ubbidienza della fede operata dallo Spirito di Dio.

L’ultimo Messaggio viene pubblicato con massima veridicità fino alle estremità della terra e coloro che credono così come dice la Scrittura aspettano il potente operato di Dio, la piena restaurazione e il loro compimento per il giorno di Gesù Cristo (Fil. 1:10-11).

Con grande sobrietà, in questi ultimi tempi così seri, consideriamo gli avvenimenti dal punto di vista biblico.

In questa lettera circolare ci occuperemo di tre avvenimenti attuali:

1. Il maremoto del 26 dicembre 2004 nel Sud-Est asiatico che provocò una devastazione mai avuta prima trascinando centinaia di migliaia di persone alla morte.

2. La sessantesima ricorrenza, il 27 gennaio 2005, della liberazione degli Ebrei sopravvissuti di Auschwitz celebrata con un minuto di silenzio e con grande rispetto in Israele, in Germania e ad Auschwitz stesso.

3. Verrà anche menzionato il libro di papa Giovanni Paolo II intitolato «Memoria e identità. Conversazioni a cavallo dei millenni», pubblicato il 23 febbraio 2005.


Primo punto
:

In Matteo 24, in Marco 13 e in Luca 21 troviamo le predizioni di tutti gli avvenimenti e di tutte le catastrofi naturali che si sarebbero verificati prima del ritorno di Gesù Cristo.

Quel che avvenne il 26 dicembre 2004, quando le onde del mare raggiunsero una velocità di 800 chilometri orari, ci rammenta la parola di Luca 21:25: “… e sulla terra, angoscia delle nazioni, sbigottite dal rimbombo del mare e delle onde”. La straordinaria devastazione dello tsunami ha recato profondo dolore a tantissime persone. Tra le vittime non ci furono soltanto gli abitanti dei Paesi colpiti, ma anche turisti provenienti da tutto il mondo.

È strano che gli animali l’abbiano avvertito in modo meraviglioso e siano fuggiti all’interno delle terre, prima che irrompesse l’ondata devastante, cosicché né una scimmia né una lepre, né altri animali furono trovati morti. Al tempo di Noè gli animali entrarono a coppie nell’arca (Gen. cap. 7) per non essere trascinati dai flutti che si avvicinavano. Le persone, così sta scritto, non si avvidero di nulla finché il diluvio le sorprese (Mat. 24:39). Scuotendo la testa sprezzanti, passarono accanto al messaggio del profeta e non diedero ascolto all’avvertimento. Non credettero che Dio avrebbe messo in atto quel che aveva fatto annunciare tramite Noè e, alla fine, perirono nelle acque. In seguito alla tragedia dell’anno scorso, si poteva leggere in prima pagina dei giornali: «Dove era Dio?». Dio è sempre nella voce ammonitrice della Sua Parola.

In questi ultimi tempi si sente parlare sempre più di catastrofi, di guerre e di disordini di ogni genere. Paesi e continenti vengono colpiti sempre più spesso e in modo sempre più violento. Quel che accadde in dicembre 2004 non potrà mai essere dimenticato da questa generazione e costringe noi tutti a riflettere.

Le conseguenze del terremoto hanno provocato uno choc in tutta l’umanità, di qualsiasi razza o religione. Inoltre quotidianamente apprendiamo di morti per gli attentati terroristici in Iraq, ma anche e soprattutto in Israele. Adesso tutti notano che la pace è stata tolta dalla terra. Nient’altro che perplessità regna tra i popoli in terribile attesa delle cose che verranno ancora. Anche l’11 settembre 2001 è entrato nella storia. Dal 26 dicembre 2004 la paura è diventata ancora più grande. Anche un sistema mondiale di preallarme non può trattenere ciò che deve venire. Il tempo della fine è giunto: la venuta del Signore è vicina! Ovunque si adempiono le profezie bibliche.

L’Onnipotente avverte l’intera umanità in modo assolutamente comprensibile. I segni dei tempi indicano la fine del tempo della grazia. Il nostro Signore, Lui stesso, ha anche detto in Luca, capitolo 21, di vegliare e di pregare in ogni tempo, affinché abbiamo la forza di sfuggire a tutte le cose che stanno per accadere sulla faccia della terra (Luca21:34-36). Molti vedono i segni dei tempi, ma solo i credenti biblici li prendono sul serio e possono inquadrarli secondo lo sviluppo del tempo della fine. Per loro vale la seguente affermazione del nostro Signore: “Così anche voi quando vedrete accadere queste cose, sappiate che il Regno di Dio è vicino” (Luca 21:31).

D’altra parte si adempie oggi anche quel che il Signore disse allora: “Quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figli… e voi non avete voluto!” (Mat. 23:37). Tutte le riunioni carismatiche, tutte le funzioni religiose sono vane se non viene trasmesso agli uditori il Messaggio divino per questo tempo. Perfino l’adorazione è vana laddove vengono insegnate dottrine che sono comandamenti di uomini (Marco 7:7). Il Signore vuole radunare i Suoi intorno a Sé e parlare con loro affinché siano partecipi dell’ultima visitazione di grazia e si lascino preparare per il glorioso giorno del Suo ritorno. Solo dopo irromperanno sull’umanità i giudizi apocalittici d’ira come ci vengono descritti nelle sette trombe e nelle sette coppe d’ira del libro dell’Apocalisse. Quel che accade adesso, paragonato a ciò che accadrà dopo, è poca cosa, però deve orientare il nostro sguardo sulle promesse che Dio ha dato alla Chiesa per questo ultimo tempo prima della Sua venuta e che adesso arrivano al loro adempimento. Quando avverrà il predetto grande terremoto in California e l’intera superficie terrestre lungo la faglia di S. Andreas si distaccherà per sprofondare nel mare, può essere già troppo tardi. Le onde del maremoto che si solleveranno allora supereranno tutto quel che c’è stato finora.


Secondo punto
:

Con la liberazione dei 7650 Ebrei sopravvissuti del campo di concentramento di Auschwitz/Oswiecim ebbe fine il più terribile Olocausto nella storia dell’umanità. I Romani, poi tutti gli altri, ripresero la parola «olocausto» dai Greci, parola composta da due termini: “hólos” = «tutto intero» e “cautos” = «bruciato», dunque «bruciato interamente» — distruzione totale fino alle ceneri, e fu usata solo in riferimento alle persecuzioni degli Ebrei.

Furono le unità dell’Armata Rossa atea bolscevica a liberare il 27 gennaio 1945 gli Ebrei sopravvissuti agli sgherri nazisti “cristiani”. Costoro avevano perfino la propria cappella nel campo di concentramento dove frequentavano la messa e si confessavano. E, nel frattempo, assassinavano milioni di persone indifese e innocenti! Come si possono conciliare le due cose? Per apprendere quando e come ebbe inizio la discriminazione e la persecuzione degli Ebrei nell’epoca cristiana, dobbiamo risalire a molto tempo fa. Molti autori si sono interessati della storia delle persecuzioni degli Ebrei e dell’Olocausto con più di cinquantamila pubblicazioni. Tra questi sono da citare Edmond Paris, Daniel Goldhagen e il dott. Karlheinz Deschner che ha fatto delle ricerche approfondite e ha scritto a chiare note. Cita per nome i padri della Chiesa del secondo e terzo secolo che seminarono l’odio contro gli Ebrei e ha riportato le loro affermazioni con le quali oltraggiavano e maledicevano gli Ebrei quali deicidi e li designavano come rigettati da Dio — fino alla dichiarazione: «Chi uccide un ebreo espia la morte di Cristo».

Nell’anno 311 la crudele persecuzione dei Cristiani da parte di Diocleziano finì, ma poco dopo iniziò sotto l’imperatore Costantino la discriminazione e la persecuzione degli Ebrei. In quella epoca la Chiesa cristiana nell’Impero Romano diventò un’organizzazione salda. Nell’anno 321 per legge fu vietata agli Ebrei l’osservanza del sabato e furono obbligati a osservare la domenica. Le sinagoghe furono riconvertite in stalle e, più tardi, in cosiddette “case di Dio cristiane”. Chi legge la storia delle sette Crociate può constatare da dove partirono le persecuzioni degli Ebrei e chi porta in definitiva la responsabilità per il sangue versato milioni di volte dei martiri ebrei.

Solo negli anni che vanno dal 1095 fino al 1293 i crociati assassinarono 22 milioni di persone. Tutti coloro che incontravano per strada venivano massacrati con la solenne dichiarazione: «Nel Nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo» tenendo in alto il crocifisso. Dei quarantamila Musulmani ed Ebrei che vivevano a Gerusalemme, in luglio 1099 neanche cento rimasero in vita. Papa Urbano II aveva solennemente dichiarato: «Deus lo vult!» — «Dio lo vuole!». Chi segue l’ulteriore corso della storia della Chiesa, arriva all’Inquisizione spagnola con la sua persecuzione degli Ebrei e anche degli Ugonotti e di tutti coloro che non si sottomisero ai dogmi della Chiesa cattolica romana. Ovunque la Chiesa di Roma poteva esercitare il potere temporale, ci furono le camere di tortura, i roghi, i ghetti. I Paesi dell’Europa sono impregnati di sangue. Si può perfino leggere quando furono dichiarati «esenti da Ebrei».

Chi voleva la «soluzione finale della questione ebraica»? Sicuramente non Dio! Non era Dio, ma papa Urbano II che nel 1095, al Concilio a Clermont-Ferrand in Francia, chiamò alla prima Crociata. Chi voleva quel che accadde dal 1933 al 1945? Certamente non Dio! Chi ha organizzato nella Grande Germania il 9 novembre 1938, nella cosiddetta «Notte dei cristalli», la distruzione di 1406 sinagoghe, case e negozi ebraici? Tutto questo non era la continuazione e il terribile punto culminante di quel che fu fatto agli Ebrei già durante l’intero corso della storia della Chiesa? Alcuni autori vedono in Joseph Goebbels, gesuita di talento e ministro della propaganda del Terzo Reich, colui che ammaliò e trascinò le masse. Nel «Sacro Romano Impero di Nazione Germanica» (962–1806), durante l’assolutismo della Chiesa cattolica, furono commesse delle atrocità inimmaginabili. Nel Terzo Reich, così pensano altri autori, ciò si ripeté con la nazione tedesca.

Il fatto che la «soluzione finale della questione ebraica» abbia avuto luogo nei sei campi di sterminio di Chelmno, Treblinka, Sobibor, Majdanek, Belzec, Oswiecim/Auschwitz proprio su territorio polacco, deve farci riflettere. In tutto c’erano centinaia di campi di concentramento, però la «soluzione finale» doveva essere fatta laddove non c’era da temere nessuna grande resistenza da parte della cattolicissima popolazione. Dal 1° settembre 1939, giorno dell’ingresso delle truppe tedesche in Polonia, occupata in 27 giorni, fino a giugno 1941, furono fatti tutti i preparativi per i sei campi della morte. Affinché l’azione potesse essere eseguita senza intoppi — così presumono i conoscitori — il 22 giugno 1941 le forze armate tedesche attaccarono la Russia. Tuttavia potrebbe essere rivolta agli Alleati la seguente domanda: Perché hanno bombardato la popolazione civile nelle città e non le linee ferroviarie — di cui loro erano a conoscenza — che conducevano ai campi di sterminio? A questo punto non possiamo entrare nei dettagli né continuare a trattare questo tema. Sono avvenute cose terribili: con l’aiuto dei governanti e del clero dei Paesi occupati che hanno collaborato con il regime nazista, l’Ebraismo europeo è stato sradicato. Il 3 dicembre 1962 chiesi al fratello Branham se per questo motivo giaceva una maledizione sulla Germania. La sua risposta fu: «No, nessuna maledizione giace sul popolo tedesco. Dio giudicherà solo i colpevoli».

Il 27 gennaio 2005, giornata commemorativa del 60.mo anniversario della liberazione del campo di Auschwitz, sono stati ricordati con profondo dolore i sei milioni di Ebrei e altre vittime che nel modo più crudele sono stati umiliati, tormentati, gasati, uccisi e bruciati. Alcuni anni fa, sono stato a Auschwitz, e per tutta la mia vita non dimenticherò mai quel che ho visto là. Chi vuole avere un’idea completa di quanto è accaduto durante il Terzo Reich dovrebbe fare una visita al Museo dell’Olocausto Yad Vashem a Gerusalemme. Percorrendo questo monumento commemorativo si riceve un’informazione completa e una descrizione con luogo e numero delle vittime di tutta Europa. Dal punto di vista biblico, gli Ebrei uccisi sono le anime sotto l’altare che gridano vendetta, come sta scritto nel quinto Suggello in Apocalisse 6:9-11.

 

Terzo punto:

Alti dignitari della Chiesa cattolica, primo fra tutti papa Giovanni Paolo II, nel suo libro pubblicato il 23 febbraio 2005, hanno paragonato l’aborto con l’Olocausto, suscitando indignazione non solo presso le organizzazioni ebraiche, ma anche presso tutte le persone che pensano e riflettono.

Ovunque viene posta apertamente la domanda: Cosa ha a che fare un aborto — che secondo quanto stabilisce la legge, è un’azione legittima e non punibile compiuta da una donna in una situazione di emergenza nei primi tre mesi di gravidanza — con la crudele umiliazione, con il tormento e la cremazione di milioni di Ebrei? Non si tratta di minimizzare l’aborto, però la decisione spetta alle donne e alle ragazze che, per esempio, vengono stuprate — come avvenne milioni di volte nel 1945 all’ingresso delle truppe sovietiche. Molti chiedono perfino: «Si può parlare di una strage della ‹vita non ancora nata› su cui si discute da anni nel clero e nelle organizzazioni laiche?». Come si può parlare, come è stato chiesto, di «uccisione della vita non ancora nata» e accusare di «infanticidio» milioni di donne e paragonarlo con i milioni di Ebrei uccisi nell’Olocausto? Altri invece si oppongono al paragone e si chiedono: «C’è una vita nascente in divenire? O c’è un corpo in divenire o in formazione?». Su questo argomento si discute appassionatamente. È un tema difficile. La domanda principale è: A cosa si mira con una simile “morale”? Con ciò le persone debbono essere assoggettate e condannate ad avere una cattiva coscienza?

Cosa dicono le Sacre Scritture a questo riguardo? Secondo Genesi 1:26-28, Dio creò Adamo a Sua immagine, poi formò il suo corpo naturale dalla polvere della terra e gli soffiò nelle narici l’alito vitale e, così, Adamo divenne un’anima vivente (Gen. 2:7). Secondo l’ordine divino della creazione — “Crescete e moltiplicate!” — ogni bambino si sviluppa fin dalla fecondazione nel grembo della madre fino al suo completamento. Invece, alcuni affermano che solo con la nascita e il primo respiro comincia la consapevole vita propria dell’anima del nascituro come individuo. Ognuno, così si argomenta, viene al mondo e inizia la sua vita personale sulla terra con il primo respiro e la termina con l’ultimo respiro. Al funerale solo il corpo viene portato nella tomba, l’essere interiore, l’anima, che abitava in esso l’ha già lasciato ed è nell’aldilà. Voi tutti ed io che non siamo mai stati confrontati con questo problema, possiamo solo ringraziare Dio. Che questo esposto sia di aiuto a tutti coloro che hanno avuto e hanno difficoltà con ciò e che la pace di Dio possa essere portata nella loro anima. Chi non è toccato da questo, che sia un’istituzione o un singolo individuo, non ha il diritto di parlare per altri. Purtroppo, il modo di fare dei farisei è ancora oggi molto diffuso, ma non aiuta nessuno. D’altronde c’è perdono per tutti coloro che vengono al Signore finché dura il tempo della grazia.

Quel che fa molto riflettere è che un simile libro sia stato pubblicato proprio quando, negli Stati Uniti d’America, è stato superato il limite di un milione di dollari quale risarcimento per più di 11000 casi di abuso su minori da parte di 4000 sacerdoti della Chiesa cattolica. Vengono fatte cause contro sacerdoti resisi colpevoli nelle diverse diocesi. Come dovrebbe l’opinione pubblica mondiale venire a capo di ciò? Deve essere un diversivo paragonare l’aborto con l’Olocausto per risparmiare la pratica contro natura della pedofilia e dell’omosessualità che impedisce la nascita di esseri umani su questa terra? Non deve in nessun caso accadere che un qualsiasi inganno sotto il manto religioso trovi approvazione tra i credenti! Strano però che la Bibbia non venga affatto citata.

Permettetemi di citare 1 Timoteo 4:1-3 dove il celibato, il divieto di matrimonio, viene definito dottrina di demoni, perché è contrario all’ordine della creazione che Satana stesso porta in confusione! Questa dottrina è stata introdotta dalla Chiesa nell’anno 1079 per il suo clero. Chi annulla le regole naturali, come il Creatore stesso le ha stabilite, automaticamente va a finire in una esistenza sregolata, innaturale, che agisce contro l’ordine della creazione. Avvenne già ai giorni di Sodoma e Gomorra — Paolo tratta questo tema in Romani 1:18-32 — ed è stato anche annunciato per il tempo della fine (Luca 17:22-37).

Proprio il Papa polacco, nato nel villaggio di Wadowice vicino alla città di Cracovia e che, da giovane prete viveva solo a un tiro di schioppo dal campo della morte di Auschwitz/Oswiecim, avrà senz’altro saputo qualcosa di quanto stava accadendo. Nel suo libro vengono stigmatizzati tra l’altro i Nazisti e il Comunismo, però non c’è nessuna parola riguardo all’atteggiamento e al silenzio del “papa della guerra” Pio XII e della Chiesa cattolica come della sua responsabilità nell’Olocausto. Quale valore aveva poi il grande «Mea Culpa», ossia l’ammissione di colpa? La richiesta di perdono da parte dei Cristiani per le persecuzioni degli Ebrei nell’«Anno del Giubileo 2000» era solo una confessione a fior di labbra? Nel corso dei secoli, la Chiesa di Roma, così contestano attenti scrittori, milioni di volte non ha avuto né riguardo né rispetto per la vita nata, per le persone che esistevano. Si è presentata come l’unica a salvare, ma non ha rispettato i diritti dell’uomo, non ha permesso libertà di culto e di parola, non esisteva per essa alcuna dignità umana. E adesso si parla di «protezione e dignità della vita non nata»! Non è un paradosso? Oppure c’è stato lo stesso un processo di pensiero?

 

ISRAELE E LE SUE SOFFERENZE
 

Le sofferenze del popolo d’Israele non sono ancora del tutto terminate. La comunità dei popoli che, da un lato, si appella a Dio, dall’altro, è contro il popolo del Patto di Dio. Anche questo è un paradosso! Chiunque ama Dio non può odiare il popolo di Dio! L’accecamento tramite l’incredulità e l’inganno religioso operato dalle religioni stesse grida fino al cielo.

Il comitato centrale del Consiglio Ecumenico delle Chiese, nella sua sessione dal 15 al 22 febbraio 2005 a Ginevra, ha invitato i suoi membri «a ritirare gli investimenti in ditte che traggono vantaggio dall’occupazione israeliana di territori palestinesi». Nel CEC sono rappresentate 342 chiese membri. Su iniziativa della Chiesa presbiteriana negli USA, tutte le ditte internazionali dovrebbero prendere parte al boicottaggio contro Israele finché non operino all’interno delle frontiere tracciate nel 1949 come linea di armistizio. Ciò facendo si fa riferimento in maniera pia a Luca 19:42 dove sta scritto: “Oh se tu pure avessi conosciuto in questo giorno quel ch’è per la tua pace! Ma ora è nascosto agli occhi tuoi”. Ci sono, a dire il vero, arroganti guide di ciechi che sono loro stessi spiritualmente ciechi senza esserne consapevoli. Chi di loro ha però riconosciuto ciò che è per la loro propria pace? Naturalmente nelle religioni e nella politica si tratta in questo tempo più che mai di «pace e sicurezza». Israele ha sacrificato già molto territorio per la pace apparente, ma questo non viene menzionato da nessuna parte. Però il processo di pace deve prendere il suo difficile cammino finché sia adempiuto: “Quando diranno: «Pace e sicurezza», allora una rovina improvvisa verrà loro addosso…” (1 Tes. 5:1-3)!

Sì, viviamo in un tempo molto particolare e stiamo davanti ad una svolta dei tempi. Ho sfiorato brevemente questi tre punti per darvi un orientamento e degli spunti di riflessione. Il mio motto è: «Chi è retto nel suo cuore comprende ogni cosa in modo giusto». Desideriamo ardentemente che Dio stesso porti a compimento la Sua opera di grazia con la Chiesa d’infra le nazioni e poi, secondo il Suo alto e santo consiglio, si rivolga interamente agli Ebrei. Il ritorno degli Israeliti da tutti i popoli della terra nel Paese dei loro padri è adempimento visibile e vissuto delle profezie bibliche (Is. 14:1; Ger. 31:1-10, Ez. capp. 36-39, e altri). Questo è il segno più evidente che viviamo adesso nella fine del tempo. Le profezie della Bibbia ci danno un orientamento completo e diventano per noi una realtà vissuta. All’Iddio di Abrahamo, d’Isacco e di Giacobbe, all’Iddio d’Israele — che è diventato nostro Padre in Gesù Cristo e ci ha adottati, per mezzo del Figlio unigenito, come figliuoli e figliuole di Dio secondo il beneplacito della Sua volontà — a Lui, l’unico Dio, sia onore per Gesù Cristo, il nostro Signore, ora e per tutta l’Eternità! Amen.

 

Operante per ordine di Dio:
Ewald Frank        

 

 
 


 


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