“GESÙ CRISTO È LO STESSO IERI, OGGI, E IN ETERNO!”    (EBREI 13:8)

 

 

LETTERA CIRCOLARE N° 44


GENNAIO 2007

 

 

 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

SVEGLIA!

 

“Sì, Io vengo presto!”

“Amen! Vieni, Signore Gesù!”

 

 

Cari fratelli e sorelle, di tutto cuore saluto voi tutti nel prezioso Nome del nostro diletto Signore Gesù Cristo con le parole di Romani, capitolo 9:

“… li ha anche chiamati (parlo di noi) non soltanto di fra i Giudei ma anche di fra i Gentili? Così Egli dice anche in Osea: «Io chiamerò Mio popolo quello che non era Mio popolo, e ‹amata› quella che non era amata; e avverrà che nel luogo ov’era loro stato detto: «Voi non siete mio popolo», quivi saran chiamati figliuoli dell’Iddio vivente(Rom. 9:24-26; Osea 2:1).

Prima della fondazione del mondo il proposito di Dio era quello di avere dei figliuoli e delle figliuole. Adamo era il figlio di Dio creato all’immagine di Dio, Gesù Cristo il secondo Adamo — il Figlio di Dio generato dallo Spirito, l’immagine di Dio (2 Cor. 4:4; Ebrei 1:3). Lungo tutto l’Antico Testamento è stata annunciata la nascita del Figlio di Dio, all’inizio del Nuovo Patto avvenne l’adempimento (Mat. 1:18-25; Luca 2:1-14). Nel Figlio siamo stati adottati quali figliuoli e figliuole di Dio e collocati nella nostra posizione primitiva. “… avendoci predestinati nel suo amore a essere adottati per mezzo di Gesù Cristo come suoi figli, secondo il disegno benevolo della sua volontà(Ef. 1:5). Per tutto ciò che Dio ci ha destinato nel Suo piano di redenzione, Egli ci fece delle promesse e tutti coloro che credono veramente vivranno il loro adempimento.

Abrahamo credette a ciò che Dio gli aveva promesso e non dubitò per incredulità (Rom. cap. 4). Così alla fine sperimentò l’adempimento di quanto, visto dal lato umano, era impossibile. I veri credenti sono la semenza di Abrahamo: anche loro non dubitano per incredulità perché loro stessi sono figliuoli della promessa: “Ora voi, fratelli, siete figliuoli della promessa alla maniera d’Isacco” (Gal. 4:28).

Le promesse di Dio dimorano in eterno, non vengono mai meno; con il Suo Sangue Gesù ha suggellato quanto promesso nella Parola. In tutte le promesse c’è un assoluto, una certezza divina che non permette che possano sorgere dubbi (2 Cor. 1:20).

Il Signore Iddio si è reso garante per quel che ha promesso, perfino con un giuramento: “Poiché, quando Iddio fece la promessa ad Abramo, siccome non potea giurare per alcuno maggiore di lui, giurò per se stesso…”. Lo stesso giuramento vale per noi: “Così, volendo Iddio mostrare vie meglio agli eredi della promessa la immutabilità del suo consiglio, intervenne con un giuramento” (Ebrei 6:13-20). Amen. Amen.

Dio si occupa della realizzazione del Suo consiglio di salvezza, prima di tutto con la Chiesa di Gesù Cristo, Egli si occupa dei Suoi figliuoli e delle Sue figliuole e del Suo popolo che si è scelto come proprietà. L’onnipotente Dio/Elohim, che si rivelò attraverso tutto l’Antico Testamento come Signore/Yahweh e che apparve così visibilmente quale l’Invisibile, che camminò nel giardino di Eden, che visitò Abrahamo e parlò ai profeti, lo stesso Dio, fuori del quale non c’è nessun altro, si è rivelato quale Padre nel Cielo e qui sulla terra nel Suo Figlio unigenito: “Ma quando giunse la pienezza de’ tempi, Iddio mandò il suo Figliuolo, nato di donna, nato sotto la legge, per riscattare quelli che erano sotto la legge, affinché noi ricevessimo l’adozione di figliuoli (Gal. 4:4-7).

Continuamente ci viene mostrato il Suo piano con l’umanità. “Infatti, per condurre molti figliuoli alla gloria, ben s’addiceva a Colui per cagion del quale son tutte le cose e per mezzo del quale son tutte le cose, di rendere perfetto, per via di sofferenze, il duce della loro salvezza.

Poiché e colui che santifica e quelli che son santificati, provengon tutti da uno; per la qual ragione egli non si vergogna di chiamarli fratelli, dicendo: Annunzierò il tuo nome ai miei fratelli; in mezzo alla raunanza canterò la tua lode. E di nuovo: Io metterò la mia fiducia in Lui. E di nuovo: Ecco me e i figliuoli che Dio mi ha dati” (Ebrei 2:10-18; Salmo 22:22; Is. 8:18).

L’esempio per tutti i figliuoli e le figliuole di Dio che sono destinati all’ubbidienza nella volontà di Dio è il Figlio di Dio stesso che fu ubbidiente fino alla morte della croce (Fil. 2:5-11). Sul cammino verso la crocifissione lottò nel giardino di Getsemani e disse: “L’anima mia è oppressa da tristezza mortale… Si gettò con la faccia a terra, pregando, e dicendo: «Padre mio, se è possibile, passi oltre da me questo calice! Ma pure, non come voglio io, ma come tu vuoi» (Mat. 26:38-39).

Marco scrive nel suo Vangelo (14:36): “Ma pure, non quello che io voglio, ma quello che tu vuoi!”. Una volta: “…non come voglio io”, poi: “… non come voglio io, ma come tu vuoi, quel che tu vuoi, questo sia fatto!”.

Nel Vangelo di Luca si narra che il nostro Signore e Salvatore, nel Suo angosciato conflitto spirituale, ha esclamato: “Padre, se tu vuoi, allontana da me questo calice! Però, non la mia volontà, ma la tua sia fatta! (Luca 22:42). Anche noi dobbiamo mettere consapevolmente la nostra volontà nella volontà di Dio, affinché siamo veramente in comunione con Lui e camminiamo sulle Sue vie, affinché possiamo essere trovati nella Sua buona, gradita e perfetta volontà (Rom. 12:1-2). Perché solo chi fa la volontà di Dio dimora in eterno (1 Giov. 2:17).

Il nostro Signore disse: “Chiunque avrà fatta la volontà di Dio, mi è fratello, sorella e madre” (Marco 3:31-35). E questi sono coloro “i quali non son nati da sangue, né da volontà di carne, né da volontà d’uomo, ma son nati da Dio” (Giov. 1:13).

Lucifero, il figlio dell’aurora, con la dichiarazione della propria volontà, uscì dalla volontà di Dio e divenne avversario e nemico di Dio. Più volte disse: “Io salirò in cielo…”, “Io eleverò il mio trono…”, “Io voglio…”, “Io voglio…” (Is. 14:12-14). Questo era il suo peccato, la sua caduta, e trascinò con sé una parte degli angeli. Lucifero si è innalzato, voleva essere simile a Dio, esattamente come avverrà con “l’uomo del peccato, il figliuolo della perdizione, l’avversario, colui che s’innalza sopra tutto quello che è chiamato Dio od oggetto di culto…” (2 Tes. 2:1-12). Buttato giù sulla terra, si recò nel Paradiso, nel giardino di Eden, s’impossessò del serpente e coinvolse Eva in una conversazione su quel che Dio aveva detto. Per mezzo del peccato originale, Satana strappò prima Eva, poi Adamo e tutta l’umanità fuori dalla volontà di Dio. Il nemico era riuscito a trarre Eva nella sua interpretazione e, di conseguenza nell’incredulità, nella disubbidienza e nella trasgressione e ad imporle la sua volontà. Egli è ancora sempre il principe di questo mondo che inganna gli uomini in tutte le istituzioni religiose, inducendoli a credere le sue interpretazioni della Parola di Dio. Il Figlio di Dio resistette a tutte le tentazioni del nemico, che venne a Lui perfino con lo: “Sta scritto…”, “Sta scritto…”, “Sta scritto…” (Mat. 4:1-11; Luca 4:1-13). Cristo ci ha liberati dal potere di Satana, dalla potenza delle tenebre e ci ha riportati nella volontà di Dio secondo la Parola di Dio (Col. 1:13).

Con parole molto severe il nostro Signore dice: “Non chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma chi fa la volontà del Padre mio che è ne’ cieli” (Mat. 7:21). A cosa servono un «Padrenostro», un «Evangelo del benessere», come le persone vorrebbero sentire volentieri, le riunioni con storie bibliche, i servizi divini come intrattenimento religioso, a cosa servono i servizi di guarigione carismatici, se ovunque tutto avviene secondo la volontà di un uomo? A cosa serve il cantare: «Egli è Signore, Egli è Signore…», a cosa serve se i falsi profeti che si presentano come unti del Signore, elencano ciò che hanno fatto nel Nome del Signore:

“Non abbiamo noi profetizzato in Nome Tuo?”.

“Non abbiamo noi cacciato demoni in Nome Tuo?”.

“Non abbiamo noi fatto in Nome Tuo molte opere potenti?”.

Colpisce il fatto che, in questo elenco, manca proprio la cosa più importante. Nessuno di loro può dire:

“Non ci siamo noi fatti battezzare nel Tuo Nome, come Pietro ha comandato?” (Atti 2:38 e altri).

“Non abbiamo noi battezzato nel Tuo Nome, come l’ha fatto anche Paolo?” (Atti 19:5 e altri).

In generale il battesimo apostolico nel Nome del Signore Gesù Cristo è rigettato e presentato al popolo quale eresia. Eppure gli apostoli hanno esattamente eseguito l’ordine del battesimo secondo Matteo 28:19 e, come è stato loro comandato, hanno battezzato nel Nome in cui Dio si è rivelato quale Padre, Figlio e Spirito Santo.

In quel giorno il Signore pronuncerà la condanna perfino sui portatori di doni, sui facitori di miracoli, sugli uomini che pensano di predicare il Pieno Evangelo, che usarono il Suo santo Nome per cacciare demoni da altre persone: “E allora dichiarerò loro: Io non vi conobbi mai; dipartitevi da me, voi tutti operatori d’iniquità” (Mat. 7:21-23). Agli occhi delle persone sono uomini particolarmente benedetti, agli occhi di Dio, uomini che attuano il loro proprio programma senza inserire sé stessi nella Sua volontà. In 1 Samuele 15:23 la disubbidienza viene messa sullo stesso piano del peccato della divinazione e l’ostinatezza equiparata perfino all’adorazione degli idoli e degli dèì domestici. A cosa servono le riunioni di adorazione quando il Signore stesso disse: “Questo popolo mi onora con le labbra, ma il loro cuore è lontano da me. Invano mi rendono il loro culto, insegnando dottrine che sono precetti di uomini” (Marco 7:6b-7). Laddove vengono introdotti e presi come regola dei credo, tutta l’adorazione è vana, perché Dio accetta solo l’adorazione che avviene nel Nome di Gesù Cristo in Spirito e Verità (Giov. 4:24).

Paolo si occupa continuamente della volontà di Dio, perché già alla sua chiamata gli fu detto: “Il Dio dei nostri padri ti ha destinato a conoscere la sua volontà, a vedere il Giusto e ad ascoltare una parola dalla sua bocca” (Atti 22:14). Una vera chiamata include che, innanzitutto, la volontà di Dio venga rivelata a colui che è destinato al ministero. Una chiamata al ministero è una chiamata a conoscere la volontà di Dio, e un mandato consiste nel comunicare al popolo di Dio la volontà di Dio. In base alla chiamata divina, come Paolo in quel tempo, scrivo anche io alla Chiesa, ai credenti biblici, per portarli in perfetto accordo con la Parola scritta, perché solo in Essa Dio ha reso noto la Sua volontà.

I seguenti passi biblici ci devono indurre a riflettere e farci vedere che il Signore e Redentore stesso edifica la Sua Chiesa secondo la volontà di Dio e la porta a compimento per il giorno del Suo glorioso ritorno.

“Paolo, chiamato ad essere apostolo di Cristo Gesù per la volontà di Dio…” (1 Cor. 1:1).

“… facendoci conoscere il mistero della sua volontà, secondo il disegno benevolo che aveva prestabilito dentro di sé…” (Ef. 1:9).

“Perciò anche noi, dal giorno che abbiamo ciò udito, non cessiamo di pregare per voi, e di domandare che siate ripieni della profonda conoscenza della volontà di Dio in ogni sapienza e intelligenza spirituale…” (Col. 1:9).

“Ecco, io vengo per fare la tua volontà. … In virtù di questa «volontà» noi siamo stati santificati, mediante l’offerta del corpo di Gesù Cristo fatta una volta per sempre”.

“Perché con un’unica offerta egli ha per sempre resi perfetti quelli che son santificati (Ebrei 10:9-14).

La volontà di Dio ci viene mostrata solo nella Parola di Dio, e solo se in realtà crediamo così come dice la Scrittura, si adempie quel che il Figlio, che chiama i redenti i Suoi fratelli (Giov. 20:17), ha pregato per loro: “Santificali nella verità: la tua parola è verità” (Giov. 17:17).

Adesso, secondo la volontà di Dio, la vera Chiesa di Gesù Cristo deve di nuovo essere edificata sul fondamento originale degli apostoli e dei profeti. La via della salvazione divina deve essere restaurata nella dottrina e nella pratica nella vita di tutti coloro che appartengono al Corpo del Signore e diventare realtà. Come la Chiesa era nel principio, così deve essere alla fine.

 

LA SUA VOLONTÀ SI COMPIE NEI SUOI

Fin dal principio del Nuovo Patto, la volontà di Dio si è realizzata nella Sua Chiesa per mezzo dell’adempimento di quel che Egli aveva promesso nell’Antico Testamento. Giovanni Battista apparve secondo la volontà di Dio. Era la voce promessa che doveva gridare nel deserto (Is. 40:3). Era il precursore promesso (Mal. 3:1), come ha confermato il nostro Signore in Matteo 11:1-19. Siccome nel Regno di Dio si può trattare solo di un ministero biblico, che può essere o accettato o rigettato, il Signore Gesù rivolse la domanda ai capi dei sacerdoti e agli scribi: “Il battesimo di Giovanni, d’onde veniva? dal cielo o dagli uomini?” (Mat. 21:23-27). La risposta del clero di allora era: “Non lo sappiamo!”. Interessante: Le guide religiose non sapevano come dovevano inquadrare quel che stava avvenendo nel Regno di Dio. In Luca 7:24-30 il Signore conferma di nuovo il ministero di Giovanni Battista come adempimento della Scrittura e dice: “E tutto il popolo che l’ha udito, ed anche i pubblicani, hanno reso giustizia a Dio, facendosi battezzare del battesimo di Giovanni; ma i Farisei e i dottori della legge hanno reso vano per loro stessi il consiglio di Dio, non facendosi battezzare da lui”.

Ovunque vengono celebrati servizi religiosi ricchi di tradizioni, d’altra parte però il consiglio di Dio viene rigettato dalle guide religiose non accettando quel che Dio sta facendo secondo la Sua volontà, e perfino ne tengono lontano il popolo. È sempre accaduto nel corso dei duemila anni trascorsi in cui lo Spirito di Dio era operante sulla terra tramite i risvegli.

Guardando indietro ai 500 anni passati, si può rispondere facilmente alle seguenti domande: La Riforma era dal cielo o era opera dell’uomo? Giovanni Huss, Giovanni Wycliffe, Martin Lutero, Schwenkfeld, Zwingli, Calvino, ecc. erano fanatici religiosi o strumenti di Dio nel loro tempo?

Giovanni Wesley, Whitfield e altri, che furono potentemente usati nei risvegli successivi, erano uomini di Dio o solo dei sobillatori?

William Booth, Menno Simons, Giovanni Smith, Moody e Finney fino a Giorgio Müller e il conte Zinzendorf erano uomini di Dio o fanatici religiosi?

William J. Seymour, il predicatore di colore, che apparve a Los Angeles in aprile 1906, era un uomo di Dio o un demagogo?

Tutti i risvegli fin dal tempo della Riforma erano dagli uomini o da Dio? La discesa dello Spirito Santo avvenne dal cielo o era opera dell’uomo?

La breccia verso il risveglio Pentecostale avvenne nel mondo intero nello stesso tempo. In diversi Paesi apparvero uomini di Dio, però ovunque era opera dello Spirito Santo. Oggi il movimento Pentecostale non viene più negato, al contrario, è riconosciuto in tutto il mondo, ma non è quel che era la Chiesa primitiva nel principio.

Nella Sua immensa grazia, Dio ha dato ancora un risveglio in tutto e per tutto secondo il modello apostolico. Se non potessi testimoniare quel che il fedele Signore ha fatto e fa ancora nel nostro tempo, dovrei perfino chiedere perdono di aver scritto in merito. Vi chiedo con la massima serietà: Il ministero di William Branham era da Dio o dagli uomini? La chiamata da lui ricevuta il 7 maggio 1946 era dal cielo o da un uomo? Il ministero straordinario come nessun uomo di Dio sulla terra ha avuto prima di lui, tramite il quale la nostra attenzione doveva essere volta verso il Messaggio divino, era opera dell’uomo o di Dio? Chi oserebbe negare quel che Dio ha fatto?

Dopo la Seconda guerra mondiale l’Europa, Germania compresa, era ridotta a un cumulo di macerie. Nessuno aveva sentito parlare di Billy Graham, di Oral Roberts o di altri evangelisti. Era l’uomo più semplice su cui Dio aveva messo la Sua mano. In un primo momento fu ordinato predicatore dal Dr. Roy Davis nella chiesa Battista del Sud, a Houston, Texas. Dopo la sua chiamata soprannaturale incominciò il suo ministero e proruppe la prima ondata di risveglio accompagnata da potenza divina. I giorni della Bibbia erano tornati. Secondo rapporti ufficiali cinquecento evangelisti circa con ministero di guarigione furono ispirati dal suo ministero. Poi seguirono la seconda e la terza ondata di risveglio in cui furono coinvolte tutte le diverse confessioni.

Con il ministero particolare di William Branham era collegato l’adempimento di una promessa in relazione con la storia della salvezza, come da Giovanni Battista, per mezzo del quale avvenne la volontà predestinata di Dio. Dio stesso ha detto che, prima del grande e terribile giorno del Signore, Egli avrebbe mandato un profeta come Elia che avrebbe ricondotto il cuore dei figliuoli di Dio verso i padri del principio. Così sta scritto in Malachia 4:5-6 e fu confermato dal nostro Signore e Redentore in Matteo 17:11 e Marco 9:12. Chi oserebbe negare questo? Tre testimoni dovrebbero bastare. Se oggi venisse chiesto alle guide religiose: «Questo ministero straordinario era dal cielo? Era previsto da Dio stesso o avvenne secondo la volontà di un uomo?», la loro risposta sarebbe come allora. È triste che anche oggi i responsabili condannano quel che non hanno neanche esaminato in base alla Parola, che in realtà non conoscono affatto, tanto meno riconoscono, vale a dire ciò di cui si tratta veramente nel Regno di Dio. Per questo motivo il Signore deve rinfacciare alle guide religiose nel mondo intero in tutte le chiese e comunità che anche oggi hanno rigettato il consiglio di Dio e hanno impedito alle persone di lasciarsi inserire nella volontà di Dio. L’ostinazione domina tutti nei programmi delle chiese e tutti si credono nel giusto.

I diversi risvegli dei cinquecento anni trascorsi condussero sempre più profondamente nella Parola. Dalla giustificazione alla santificazione fino al battesimo nello Spirito Santo, tutti i doni di grazia e dello Spirito sono stati restaurati nella Chiesa. Adesso però tutto deve essere portato in armonia con la Sacra Scrittura secondo il modello del tempo degli apostoli. La Chiesa di Gesù Cristo non è fondata su quel che è stato deciso nei Concili fin dal III° secolo e stabilito in dogmi, è fondata unicamente nella Parola, edificata sul fondamento degli apostoli e profeti, essendo Cristo Gesù stesso la Pietra angolare (Ef. 2:20).

Davanti ai nostri occhi adesso si adempie quel che il nostro Signore ha predetto per la fine dei tempi: “E questo Evangelo del Regno sarà predicato per tutto il mondo, onde ne sia resa testimonianza a tutte le genti; e allora verrà la fine!” (Mat. 24:14; Marco 13:10) e pure: “… perché sorgeranno falsi cristi e falsi profeti, e faranno gran segni e prodigi da sedurre, se fosse possibile, anche gli eletti” (Mat. 24:24).

Allo stesso modo adesso si adempie Matteo, capitolo 25: “Allora il regno de’ cieli sarà simile a dieci vergini le quali, prese le loro lampade, uscirono a incontrar lo sposo…”. L’ultimo Messaggio è il vero grido di risveglio. E avviene quel che sta scritto in Atti 3:20-21, vale a dire: “ … affinché vengano dalla presenza del Signore dei tempi di ristoro e che egli mandi il Cristo che vi è stato predestinato, cioè Gesù, che il cielo deve tenere accolto fino ai tempi della restaurazione di tutte le cose; di cui Dio ha parlato fin dall’antichità per bocca dei suoi santi profeti”. Questo è il Messaggio dell’ora che precede la seconda venuta di Cristo e abbiamo la grazia di vivere questo.

Oggi due cose si svolgono parallelamente: Il raduno di Israele da tutte le nazioni nel Paese Promesso e la restaurazione delle frontiere primitive stabilite da Dio fino alla costruzione del Tempio e al ministero dei due profeti. Allo stesso modo si compie adesso la restaurazione della Chiesa di Gesù Cristo nella Parola della promessa entro i limiti stabilitici nella Sacra Scrittura, finché arriviamo realmente all’unità della fede e della conoscenza.

Chi appartiene alla Chiesa di Gesù Cristo dà seguito all’ultima chiamata: “Perciò, uscite di mezzo a loro e separatevene, dice il Signore, e non toccate nulla d’impuro; e io vi accoglierò. E sarò per voi come un padre e voi sarete come figli e figlie, dice il Signore onnipotente” (2 Cor. 6:14-18), allo stesso modo: “Uscite da essa, o popolo mio, affinché non siate partecipi de’ suoi peccati e non abbiate parte alle sue piaghe!” (Apoc. 18:4). I veri credenti odono la chiamata che risuona dal cielo, ed escono da ogni confusione e cattività babilonica. Tutti gli altri fanno il contrario: tornano indietro o vi rimangono.

 

UNITÀ A COSTO DELLA VERITÀ?

Viene manifestato sempre più chiaramente dove convergono tutti i fili della politica mondiale e dell’unione delle Chiese cristiane e delle religioni mondiali. Per tutti coloro che hanno gli occhi aperti, l’11 settembre 2001 era un giorno di avvertimento che non dimenticheremo mai. Le torri gemelle del World Trade Center, del «Centro Mondiale del Commercio», crollarono. Rimase solo un cumulo di macerie: Ground zero.

Nell’anno 1776 furono fondati gli Stati Uniti d’America, fu introdotto come moneta il dollaro e, ancora oggi, sul biglietto di un dollaro stanno scritte le parole latine: «Novus Ordo Seclorum» — «Nuovo Ordine Mondiale». Per i padri pellegrini era un nuovo mondo, che richiedeva un nuovo ordine mondiale. Persone da tutta Europa attraversarono l’Oceano e trovarono una nuova patria. Tra loro c’erano diversi credenti perseguitati dalla Chiesa di Roma, soprattutto Quaccheri e Mennoniti. Era un Paese delle possibilità illimitate, un Paese in cui vigeva la vera libertà religiosa dove ognuno riacquistò la dignità umana e tutti potevano credere secondo la loro propria convinzione. Qui non c’era chiesa di Stato, nessuna religione di Stato, era veramente un nuovo mondo con un ordine mondiale nuovo, libero per tutti.

Però ora la potenza mondiale USA, come tutte le altre potenze, deve piegarsi al volere dell’ultima potenza, l’«Unione Europea» e al suo nuovo ordine mondiale. L’Euro diventa sempre più la valuta pilota. La voce del Vaticano annuncia continuamente: «Il nuovo ordine mondiale deve essere fermamente ancorato nelle radici cristiane dell’Europa». Cosa vuol dire questo, lo sanno tutti coloro che si sono occupati della cristianizzazione dell’Europa. Però, sentite questo: tutto si inserisce nello sviluppo della profezia predetta del tempo della fine, vale a dire che l’ultima potenza mondiale, l’«Impero Romano» include tutto il mondo. Dio l’ha già annunciato, un po’ velato ma abbastanza chiaro, per mezzo dei profeti dell’Antico Testamento. In Daniele 7:23 sta scritto: “Ed egli mi parlò così: «La quarta bestia è un quarto regno sulla terra, che differirà da tutti i regni, divorerà tutta la terra, la calpesterà e la frantumerà»”. Poco dopo sta scritto che il potere verrà strappato all’ultimo dominatore mondiale e “il regno e il dominio e la grandezza dei regni che sono sotto tutti i cieli saranno dati al popolo dei santi dell’Altissimo; il suo regno è un regno eterno, e tutti i domini lo serviranno e gli ubbidiranno” (Dan. 7:27). Il tempo è vicino!

Fin dal tempo di Daniele ci sono noti gli Imperi mondiali: l’Impero Babilonese, l’Impero Medo-Persiano, l’Impero Greco e, per ultimo, l’Impero Romano.

La Chiesa cattolica romana è l’unica potenza mondiale riunita nel Papa, ed egli si dichiara competente per tutti gli uomini su tutta la faccia della terra. Intrattiene relazioni diplomatiche con tutti i Paesi sulla terra, effettua lo scambio di ambasciatori, incurante dell’appartenenza religiosa o politica. Solo con essa può essere attuato il «Nuovo Ordine Mondiale» che include tutti i popoli, tutte le religioni e culture.

Recentemente c’è stato papa Giovanni Paolo II della Polonia, dove c’erano i sei campi di sterminio dei nazisti per la «soluzione finale della questione ebraica». Era colui che ha vinto il Comunismo mondiale, l’unica minaccia per la Chiesa cattolica e, con il suo aiuto, la Germania e l’Europa sono state riunificate. Il nuovo Papa della Germania, come primo atto, si è riconciliato con la Chiesa ortodossa e ha revocato la scomunica dell’anno 1054. Oggi vediamo come tutte le denominazioni vengono invitate tramite l’Ecumenismo a ritornare nel grembo materno della Chiesa di Roma. Vi partecipano tutte le confessioni. Perfino gli Avventisti del Settimo Giorno, ossia i Sabatisti, con 15 milioni di membri nel mondo intero, vengono sempre più riconosciuti come Chiesa protestante e cercano di aderire all’Alleanza Evangelica Mondiale. Questa, a sua volta, è in contatto con il Segretariato per l’Unione dei Cristiani (Pontificio Consiglio per l’Unità). Dai giorni di Lutero nessun’altra Chiesa libera, nella sua letteratura, ha attaccato così duramente il Papa chiamandolo «l’Anticristo» come gli Avventisti. Essi sostengono che il papato abbia introdotto la domenica e che ciò sia «il marchio della bestia» e, in conseguenza di ciò, tutti coloro che osservano la domenica invece del sabato, portano questo segno di cui parla l’Apocalisse (Apoc. 14:9-12) e saranno tormentati nei secoli dei secoli. La realtà è che né il sabato né la domenica è “il giorno del Signore che verrà come un ladro nella notte” (1 Tes. 5:1-3). Era l’imperatore Costantino che, nell’anno 321, per iniziativa dei padri della Chiesa, i quali odiavano gli Ebrei, ha vietato loro il servizio divino di sabato e imposto la domenica.

Anche i gruppi carismatici Pentecostali con i loro oltre 500 milioni di aderenti prendono parte al processo di unificazione. Oggi la «Dichiarazione di Berlino» del 1909 in cui il movimento Pentecostale fu condannato come «lavoraccio demoniaco dell’inferno» viene minimizzata. Per tutti si tratta ancora solo di essere riconosciuti e di appartenerci. Cosa significava fino a poco tempo fa il concetto «Pentecostale»? Erano delle persone che, come quei credenti il giorno di Pentecoste, hanno realmente sperimentato il battesimo dello Spirito Santo. Adesso sono fieri di non essere più considerati una setta come la Chiesa nel tempo degli apostoli (Atti 24:14), ma di essere per la sua grandezza il secondo «movimento di Cristiani» dopo la Chiesa cattolica. Secondo una statistica, la percentuale dei gruppi carismatici Pentecostali nella Cristianità è del 27,6%. Quale esiguo gruppo di loro appartiene veramente al Signore ed è sigillato con lo Spirito Santo per il giorno della redenzione (Ef. 1:13)?

NESSUNA UNITÀ A COSTO DELLA VERITÀ

Il processo di unificazione di tutte le Chiese e religioni sotto l’autorità di Roma è dunque in pieno corso. Già adesso è stata nominata una commissione per stabilire come il 500° anniversario della Riforma dovrebbe essere celebrato a Roma nell’anno 2017. La grave ferita arrecata alla potenza mondiale con la Spada dello Spirito tramite la Riforma dovrebbe ormai essere completamente rimarginata. Però bisogna chiedersi: Può essere questa l’unità per la quale Gesù Cristo ha pregato? Nessuno può crederlo veramente. Chi legge attentamente Giovanni, capitolo 17, costaterà che il Redentore parla ai redenti, il Figlio a tutti i figliuoli e figliuole di Dio nati di nuovo dalla Parola e dallo Spirito. Siano qui citati solo i versetti 6 e 23: “Io ho manifestato il tuo nome agli uomini che tu m’hai dati dal mondo; erano tuoi, e tu me li hai dati; ed essi hanno osservato la tua parola. …io in loro, e tu in me; acciocché siano perfetti nell’unità, e affinché il mondo conosca che tu m’hai mandato, e che li ami come hai amato me”. Questo può essere applicato ai membri delle diverse Chiese sulla terra che adesso vengono prese nel processo di unificazione? La Chiesa mondiale o l’Ecumenismo, l’unione di più di 2 miliardi di persone, può essere il «piccolo gregge» di cui parlò Gesù (Luca 12:32)? Chi tra loro ha veramente e personalmente sperimentato la grazia di Dio? Chi è entrato per la porta stretta? Chi si trova veramente sulla via stretta che conduce alla Vita eterna (Mat. 7:13-14)?

In questo contesto pensiamo anche al riformatore Martin Lutero che, alla Dieta di Worms nel 1521, esclamò: «Maledetta sia l’unità realizzata a costo della Verità». In sostanza, in questo processo di unione trattasi della Verità? O trattasi di compromessi, di una unità religiosa-politica nella diversità? Non è il mistero «Babilonia la Grande», la madre con le sue figlie di Apocalisse 17:5, la moderna costruzione della torre di Babele?

Prima che venga messa in atto l’unione mondiale, devono aver luogo la chiamata fuori e la preparazione della vera Chiesa–Sposa. A questa appartengono tutti coloro che oggi danno ascolto alla voce dello Sposo celeste, che ascoltano ciò che lo Spirito dice alle chiese e non passano accanto all’ultimo Messaggio. Viviamo realmente alla fine del tempo della grazia; il ritorno di Gesù Cristo, come è stato promesso in Giovanni, capitolo 14, si avvicina sempre di più. Benché nessuno sappia né il giorno né l’ora, riconosciamo però il giorno e il Messaggio e, allo stesso modo, quel che il nostro Signore ha detto in Matteo 24:33, in Marco 13:29 e Luca 21:31: “Così anche voi, quando vedrete tutte queste cose, sappiate che egli è vicino, proprio alle porte”.

Che sia messo ancora una volta in risalto dal punto di vista biblico: Adesso è il tempo della chiamata fuori di tutti i credenti da tutte le Chiese e religioni, da tutti i popoli e lingue, adesso deve esserci il ritorno alla sola fede biblica, all’unica dottrina biblica, all’unico modello biblico, alla piena armonia con la dottrina apostolica, come ci è testimoniata solo nella Sacra Scrittura. Questa è l’ora della decisione, e ognuno decide adesso dove trascorrerà l’Eternità.

 

AVVENIMENTI ATTUALI

Con grande preoccupazione tutto il mondo guarda al Medio Oriente, particolarmente ad Israele, al Libano, alla Siria, all’Iraq e all’Iran. Il terrore aumenta, ogni giorno sentiamo parlare di morti. In Iraq le vittime civili vengono già valutate in alcune centinaia di migliaia di persone; sono già caduti tremila soldati statunitensi. Il problema non è stato risolto quando furono pagati 20 milioni di dollari per il tradimento di Saddam Hussein. Il problema non sarà risolto neanche tramite la sua condanna e altrettanto meno con una «nuova strategia» in Iraq. Pace e ordine non sono in vista: gli Sciiti combattono i Sunniti, e viceversa. Dal punto di vista biblico questi sono i dolori premonitori finché Apocalisse 9:13-21 e le altre profezie si adempiranno. In questo testo viene comandato al sesto angelo con la tromba: “Sciogli i quattro angeli che son legati per quell’ora, per quel giorno sul gran fiume Eufrate”. Quando saranno sciolti, una terza parte dell’umanità verrà uccisa. Il profeta Isaia profetizzò: “In quel giorno, dal corso dell’Eufrate al torrente d’Egitto, il Signore batterà le spighe…” (Is. 27:12 CEI).

Per quanto possiamo giudicare quel che sta avvenendo laggiù come pure tutta la situazione mondiale, tutti capiscono però che la pace è stata tolta dalla terra, nonostante tutto il mondo la brami intensamente. Perfino il Presidente degli Stati Uniti e anche il primo ministro dell’Inghilterra, dopo un’euforia iniziale, sono perplessi e, malgrado tutte le disfatte, si parla ancora di «vittoria sul terrorismo».

Se prendiamo in considerazione in che termini i capi di Stato, soprattutto quelli del mondo islamico, parlano di Israele e degli Stati Uniti, allora capiamo a che punto siamo arrivati. Non è significativo che durante la sessione plenaria dell’ONU, davanti ai rappresentanti di 192 nazioni, il presidente del Venezuela, Hugo Chavez, salì in tribuna, si fece il segno della croce e disse: «Qui c’è odore di zolfo… ieri qui ha parlato il Presidente degli Stati Uniti d’America, Satana in persona»? Poi seguì il discorso del presidente iraniano, Mohammed Ahmadinejad, e tutti notarono l’ora che segnava l’orologio di questo mondo. Il mondo andrà in fiamme: che ci siano otto, nove o dieci potenze nucleari, non ha alcuna importanza. In ogni caso adesso le potenze del Nord e dell’Est si riuniscono con i nemici di Israele esattamente come è stato predetto nella profezia biblica.

A quanto avviene adesso nel mondo intero nella politica, nell’economia, nell’ambito religioso, riconosciamo che siamo giunti alla fine del tempo della grazia. Qui si addicono ancora soltanto le parole del nostro Signore: “Perché (quel giorno) verrà sopra tutti quelli che abitano sulla faccia di tutta la terra. Vegliate dunque, pregando in ogni tempo, affinché siate in grado di scampare a tutte queste cose che stanno per accadere, e di comparire dinanzi al Figliuol dell’uomo” (Luca 21:34-36). Pietro lo esprime con queste parole: “Ma il giorno del Signore verrà come un ladro; in esso i cieli passeranno stridendo, e gli elementi infiammati si dissolveranno, e la terra e le opere che sono in essa saranno arse” (2 Piet. 3:10).

Come è possibile che i rappresentanti dell’Islam contestino a Israele il diritto all’esistenza e chiedano pubblicamente la distruzione del popolo di Dio? Perché non concedono al popolo d’Israele di poter abitare nel proprio Paese che Dio gli ha promesso e anche dato? In questo è chiara l’opposizione contro l’Onnipotente stesso che ha detto: “Io benedirò quelli che ti benediranno e maledirò chi ti maledirà” (Gen. 12:3). Maometto stesso non ha detto con riferimento al popolo d’Israele: «Entra, o popolo mio, nella terra santa che Dio vi ha destinata…» (Sure V, 24)? Evidentemente queste potenze, di impronta religiosa o politica, sono così piene di odio, che accettano perfino l’autoannientamento. Però, alla fine, tutto il mondo dovrà prendere atto che Israele è il popolo eletto di Dio. Prima che il Regno di Dio sarà sulla terra, deve adempiersi in modo visibile, quel che Dio ha promesso. E avviene:

“Poiché l’Eterno avrà pietà di Giacobbe, sceglierà ancora Israele e li ristabilirà sulla loro terra” (Is. 14:1).

“O nazioni, ascoltate la parola dell’Eterno, e proclamatela alle isole lontane, e dite: «Colui che ha disperso Israele lo raccoglie, e lo custodisce come un pastore il suo gregge»” (Ger. 31:10).

“Io vi trarrò di fra le nazioni, vi radunerò da tutti i paesi, e vi ricondurrò nel vostro paese” (Ez. 36:24).

“… e verrò quivi in giudizio con esse, a proposito del mio popolo e d’Israele, mia eredità, ch’esse hanno disperso fra le nazioni, e del mio paese che hanno spartito fra loro” (Gioele 3:2).

Come è stato recentemente divulgato, il Vaticano voleva usare il piano di spartizione secondo la risoluzione n° 181 del 29 novembre 1947 che prevedeva la spartizione di Israele in uno stato ebraico e uno arabo, per porre Gerusalemme sotto il dominio della Chiesa cattolica romana. Soltanto adesso possono essere presi in visione i documenti tenuti sotto chiave per 55 anni. In quel tempo il Vaticano negoziò particolarmente con i Paesi cattolici quali l’Irlanda, il Portogallo, la Spagna e l’Italia in vista di porre Gerusalemme sotto il controllo cattolico. Temendo l’opinione pubblica mondiale, alla fondazione dello Stato di Israele in maggio 1948, il piano non venne eseguito. Però adesso ci siamo.

Nella fase finale Gerusalemme diventerà il punto centrale del conflitto, diventerà una pietra pesante per tutti i popoli, perché così sta scritto: “E in quel giorno avverrà che io farò di Gerusalemme una pietra pesante per tutti i popoli; tutti quelli che se la caricheranno addosso ne saranno malamente feriti, e tutte le nazioni della terra s’aduneranno contro di lei” (Zac. 12:3).

Gerusalemme è la città che Dio ha eletto fin dal principio. Tremila anni fa Davide fu unto re sopra Israele e istituito da Dio stesso. Più di settecento volte Gerusalemme viene citata nella Bibbia in relazione con Israele. Dio si è rivelato ad Abrahamo, Isacco e Giacobbe e ha eletto Israele come Suo popolo, tramite il quale fece annunciare il Suo piano di redenzione con l’umanità e lo fece scrivere dai profeti d’Israele. In Gerusalemme operarono i profeti, laggiù il Signore esercitò il Suo ministero, laggiù fu il Suo soffrire e il Suo morire, laggiù ebbe luogo la Sua risurrezione e la Sua ascensione. E a Gerusalemme che, sotto la guida e l’ispirazione dello Spirito Santo, fu tenuta dall’apostolo Pietro la prima predicazione nel giorno della fondazione della Chiesa neotestamentaria. La vera Parola, la vera dottrina è uscita da Gerusalemme come Dio stesso l’aveva stabilito (Is. 2:2-5; Michea 4:1-3; Atti, cap. 2 e altri).

Adesso Gerusalemme si sposta sempre più al centro della politica mondiale. In comunicati ufficiali si dice: Gerusalemme appartiene alle tre religioni: l’Ebraismo, il Cristianesimo e l’Islam. Ciò non è affatto vero: Gerusalemme è la capitale di Israele. Nel Corano Gerusalemme non è citata neanche una sola volta. La zona di sicurezza nel sud del Libano è allestita e tutti gli sforzi porteranno a dire: “Pace e sicurezza!” (1 Tes. 5:3). Dalle ultime notizie apprendiamo che il Vaticano chiede urgentemente alla comunità dei popoli «di avviare piani di pace concreti per il Medio Oriente». Quel che rimane è il problema di Gerusalemme. Perché non si tratta di nessun’altra capitale nel mondo? Perché di Gerusalemme? Perché Dio ha eletto Gerusalemme e scelto il monte Sion per il Suo Regno sulla terra (Is. 24:23). Secondo Daniele 9:27 in ultimo verrà concluso un patto settennale riguardo a Gerusalemme che verrà infranto dopo 3 anni e mezzo. Poco dopo finirà questa epoca e incomincerà il Regno di Cristo.

Era una mossa tattica di papa Benedetto XVI nascondersi dietro un’affermazione del 14° secolo per dire quel che pensava su Maometto. Così poteva essere rinfacciato all’altra parte quel che era avvenuto nel passato, che ad esempio, durante la Prima guerra mondiale, i Turchi musulmani hanno commesso il massacro di un milione e mezzo di Armeni cristiani. I rappresentanti musulmani, a loro volta, hanno ricordato le Crociate e l’Inquisizione spagnola quando anche molti Musulmani furono trucidati. In seguito il Papa mise in rilievo che le sue dichiarazioni controverse erano state fraintese, sottolineò il suo rispetto per le grandi religioni mondiali, particolarmente per l’Islam, e chiamò di nuovo al dialogo tra le religioni. Il suo predecessore aveva già fatto un buon lavoro preliminare quando, il 14 maggio 1999, in occasione della visita al Vaticano del patriarca e imam di Bagdad, baciò il Corano. Ciò che non riesce al Vaticano a livello religioso, gli riesce sul piano politico.

Benché tutti parlano di Dio, ognuno pensa a qualcosa di totalmente diverso, perfino ad un altro Dio e, in realtà, parla passando accanto a Lui, l’Unico, l’Eterno. Si afferma che gli Ebrei, i Cristiani e i Musulmani presumibilmente credono allo stesso Dio. Ciò non è affatto vero! La verità è che l’unico Eterno diede la seguente confessione di fede al Suo popolo Israele per bocca del Suo profeta Mosé, con il quale parlava faccia a faccia: “Ascolta, Israele: l’Eterno, l’Iddio nostro, è l’unico Eterno!” (Deut. 6:4-9). Così il nostro Signore l’ha confermato anche nel Nuovo Testamento (Marco 12:28-33). La Bibbia non parla affatto di un Dio in tre Persone e neanche di un Dio che si chiama Allah.

Lo stesso vero e unico Dio ci ha riconciliati con Sé in Gesù Cristo, il Suo Figlio unigenito, che nacque a Betleemme, soffrì sotto Ponzio Pilato e morì sulla croce di Golgota (2 Cor. 5:14-21). Solo in Gesù Cristo Dio è apparso all’umanità, solo in Lui Dio è venuto a noi e solo per mezzo di Lui veniamo a Dio. In Lui solo abbiamo la redenzione e il perdono dei nostri peccati. Tramite il Sangue dell’Agnello di Dio, in cui c’era Vita divina, siamo stati graziati e solo in Lui abbiamo ricevuto la Vita eterna.

La vera testimonianza è: “E questa è la vita eterna: che conoscano te, il solo vero Dio, e colui che tu hai mandato, Gesù Cristo” (Giov. 17:3). “Iddio ci ha data la vita eterna, e questa vita è nel suo Figliuolo. Chi ha il Figliuolo ha la vita; chi non ha il Figliuolo di Dio, non ha la vita” (1 Giov. 5:11-12).

Nelle 114 sure del Corano non è detto nulla a proposito di perdono, di redenzione e riconciliazione con Dio, di vittoria sulla morte, di Vita eterna. A cosa serve la promessa di essere nel paradiso se non si conosce e non si invoca Colui che disse al malfattore: “Io ti dico in verità che oggi tu sarai meco in paradiso!” (Luca 23:43). Le promesse degli uomini non hanno alcuna garanzia divina. Soltanto ciò che il Redentore ha promesso ai redenti, Egli l’ha anche dato loro per grazia; solo colui che ha ricevuto la Vita eterna tramite la fede in Gesù Cristo, può vivere e vivrà in eterno.

Valutate in modo corretto, le religioni sono il vero e proprio ostacolo tra Dio e l’umanità. Ogni religione ha il suo fondatore ed è stata ideata e introdotta dagli uomini. Però rimane per sempre la seguente realtà: Solo la via di Dio verso di noi è la nostra via verso Dio.

 

SEMPRE NUOVE INTERPRETAZIONI

Il mio ultimo opuscolo ha suscitato una grande eco; in particolare i fratelli nel ministero sono riconoscenti per il chiaro linguaggio usato. Di proposito ho scelto il titolo: «Gli uomini domandano — Dio risponde con la Sua Parola», perché non siamo interessati a nessuna risposta umana e a nessuna interpretazione né sulla Scrittura né sul Messaggio. In colui che è veramente nato da Dio rimane la Sua Semenza — la Parola di Dio (1 Giov. 3:9). In ogni interpretazione il nemico fa girare la testa agli uomini come ha fatto con Eva. Anche un veleno di aspidi rimane sotto le labbra di coloro che trasmettono le interpretazioni (Rom. 3:12-17).

Già al tempo del Cristianesimo primitivo dei fratelli sono caduti sotto falsa influenza e hanno introdotto dottrine perverse senza che gli apostoli potessero impedirlo. Molto presto i Nicolaiti e simili, che sostenevano la dottrina di Balaam, hanno avuto ascoltatori e seguaci. Perfino una profetessa Jezabel apparve come insegnante e sedusse i servitori del Signore (Apoc. cap. 2). Anche questo è stato predetto per il tempo della fine (1 Tim. cap. 4; 2 Tim. cap. 3, e altri). Era ed è sempre intenzione di Satana distruggere l’ordine divino. Tuttavia la vera dottrina degli apostoli continua ad esistere nella sua chiarezza. Il fondamento posto da Dio, sul quale la Chiesa è edificata, è incrollabile. Gli eletti vengono edificati quale tempio santo, quale luogo di rivelazione di Dio nello Spirito (1 Piet. 2:5-10). Fino alla fine la vera Chiesa sarà la Casa dell’Iddio vivente, colonna e base della Verità (1 Tim. 3:15).

Nella seconda epistola ai Corinzi, capitolo 6, dal versetto 14 fino al capitolo 7, versetto 1, viene chiesto a ognuno di noi: “… qual comunanza v’è egli fra la giustizia e l’iniquità? O qual comunione fra la luce e le tenebre?”, ecc. Cosa ha in comune la Parola di Dio con l’interpretazione di Satana? Quali membra, o formiamo il Corpo di Cristo, il tempio di Dio, o un’associazione religiosa paragonabile a una sinagoga di Satana (Apoc. 2:8-11). O crediamo la Parola, o le interpretazioni.

Il nostro Signore dice ai Suoi: “Voi siete già mondi a motivo della parola che v’ho annunziata” (Giov. 15:3). Chi rimane nella Parola, rimane in Dio. Chi si impiglia nelle interpretazioni è prigioniero di Satana. Per questo motivo Paolo ha scritto che simili persone debbono uscire dal laccio del diavolo perché non continuino a fare la sua volontà (2 Tim. 2:26).

Fino alla fine i veri servitori di Dio porgeranno sulla tavola del Signore il Cibo puro, vale a dire la Parola rivelata (Mat. 24:45-47). In Isaia 28:8 si parla invece di tavole che “… sono piene di vomito, di lordure, non v’è più posto pulito!”. Poi viene l’esortazione: “«Fate riposare lo stanco; questo è il refrigerio!». Ma essi non vollero ascoltare” (Is. 28:12). Questo importante pensiero del refrigerio, l’apostolo Pietro lo ha citato in Atti 3:19-21, dove scrive che Gesù rimane nel Cielo finché venga il tempo del ristoro, il refrigerio spirituale, l’ultima pioggia, quando tutto sarà stato riportato nel giusto stato. Solo nella vera fede e nell’ubbidienza alla volontà di Dio raggiungeremo questo traguardo. Il Messaggio divino è stato annunciato per bocca del fratello Branham in modo nuovo e limpido come il cristallo, affinché la Chiesa–Sposa venisse preparata per il momento in cui ritornerà lo Sposo.

Io credo alla chiamata e alla missione del fratello Branham. Credo alla sua proclamazione della Parola fedele alla Bibbia. Credo ad ogni rivelazione che ha ricevuto per la Chiesa per mezzo dello Spirito di Dio. Credo che era il profeta promesso che doveva apparire prima del grande e terribile giorno del Signore. Credo che il Messaggio affidatogli precede la seconda venuta di Cristo. Non credo però neanche ad una sola interpretazione che alcuni hanno dato alle sue affermazioni. In tutte le pubblicazioni dei quaranta anni trascorsi ho onorato e difeso il ministero del fratello Branham. Questo, l’ho anche fatto in tutte le conferenze per tutto il mondo. Del mio primo opuscolo «Credi solo il COSÌ DICE IL SIGNORE», in cui ho esposto il ministero del fratello Branham dal punto di vista biblico, solo in lingua inglese ne sono stati mandati nel corso degli anni oltre duecentomila esemplari in tutto il mondo.

Già nella prima riunione nel 1955, quando udii predicare il fratello Branham, potevo riconoscere che era un uomo mandato da Dio. Ho sperimentato che Ebrei 13:8 non erano solo parole scritte sopra la piattaforma, ma che il Signore risorto si manifestava sulla piattaforma come essendo lo stesso ieri, oggi, e in eterno. Sono stato testimone oculare e auricolare di questo infallibile ministero profetico.

Con profonda riconoscenza mi ricordo del nostro primo saluto il 15 agosto 1955 e degli altri incontri con questo uomo di Dio. In una conversazione l’11 giugno 1958 gli ho chiesto sulla differenza che percepivo tra lui e tutti gli altri evangelisti che erano venuti alla Conferenza di «Voice of Healing» a Dallas, Texas. La risposta fu: «Ho un Messaggio da portare». Alla fine di questa conversazione, disse: «Fratello Frank, tu ritornerai con questo Messaggio in Germania».

Il Dio eternamente fedele ha deciso così che per la Sua volontà dovevo distribuire il Cibo al Suo popolo. Dio ha anche guidato affinché mi fossero inviate tutte le predicazioni del fratello Branham. Fino alla sua dipartita in dicembre 1965, per dieci anni ero legato a lui e al suo ministero come probabilmente nessun altro sulla terra. Dovevo custodire il prezioso Cibo spirituale fino a quando doveva essere distribuito. Ho tradotto in lingua tedesca le sue predicazioni e ho trasmesso così al popolo di Dio il Cibo spirituale (v. fotografia dell’esposizione dei libri a Zurigo). Ho anche provveduto affinché fosse tradotto in molte altre lingue.

Poiché io stesso non ho contribuito con nulla a tutto ciò, ma il Signore mi ha stimato degno di portare la Parola rivelata in tutto il mondo, a Lui solo do l’onore. Né la chiamata né il mandato erano la mia decisione — era la volontà di Dio che trasmettessi l’ultimo Messaggio così come l’ho ricevuto dal Signore. Sopra tutti i continenti, in tutti i Paesi della terra dove il Dio eternamente fedele poteva usarmi come Suo portavoce, ci sono delle persone che hanno ricevuto con riconoscenza la Sua Parola e che, fino al giorno d’oggi, sono rimaste fedeli al Signore Gesù.

Ringrazio Dio per i fratelli che rimangono fedeli alla Parola della Verità, e provo dolore per tutti coloro che sono vittime delle loro proprie interpretazioni e di quel che dicono gli altri. Però è ancora tempo di grazia e tutti hanno la possibilità di lasciare la strada sbagliata e di lasciarsi inserire nella volontà di Dio secondo la Parola di Dio (Giac. 5:19-20).

Anche durante l’anno 2006 ho potuto intraprendere i miei viaggi mensili in tutto il mondo. Migliaia di persone hanno udito la Parola e i fratelli al servizio sono stati particolarmente fortificati. Molte cose potrebbero essere riferite su quel che Dio fa.

Siamo anche riconoscenti a Dio che le nostre riunioni ogni primo fine settimana del mese qui nel «Centro Missionario» sono molto frequentate. I credenti vengono da tutta Europa e da tutto il mondo. Le predicazioni vengono simultaneamente tradotte in dodici lingue cosicché veramente tutti i presenti possono seguire il sermone. La trasmissione via Internet va in sette lingue nel mondo intero. Siamo particolarmente riconoscenti per i nostri anziani nella chiesa locale, il fratello Leonhard Russ e il fratello Paul Schmidt. Noi tutti siamo diventati più anziani, però il Signore dà ogni giorno nuova forza per il servizio. Allo stesso modo apprezziamo anche tutti gli altri fratelli nelle diverse città e nei diversi Paesi che portano la Parola di Dio e annunciano l’Evangelo eterno di Gesù Cristo, il nostro Signore.

A questo punto desidero esprimere di cuore la mia gratitudine ai fratelli e alle sorelle che lavorano qui nel «Centro Missionario» nell’ufficio, nella tipografia, nella lavorazione e nella spedizione come pure i fratelli che sono responsabili per le trasmissioni via Internet e televisive che vengono diffuse in diversi Paesi. Possiamo dire con ragione che Dio ha provveduto a tutto e ha dato tutti i talenti, affinché il mandato potesse essere eseguito localmente e nel mondo intero.

In questa occasione voglio ringraziare di cuore anche voi che accompagnate con le vostre preghiere e sostenete con le vostre offerte questa opera missionaria che è direttamente collegata con il piano di salvezza di Dio. Come è risaputo, mandiamo tutta la letteratura, tutte le cassette, i CD e i DVD, nelle diverse lingue gratuitamente in tutto il mondo.

Non tutti possono lavorare qui nel «Centro Missionario», come non tutti possono far parte della chiesa locale, però tutti possono far parte della Chiesa dei primogeniti, ovunque essi siano, e tutti possono partecipare al lavoro benedetto nel Regno di Dio. Per convinzione crediamo, fondati sulla Sacra Scrittura, che adesso viviamo l’ultimissima parte della storia della salvezza. Il Messaggio divino non ritorna a vuoto, ma porta a buon fine ciò per cui è stato mandato. Siamo riconoscenti a Dio per quanto Egli fa presentemente, e aspettiamo l’operato conclusivo di Dio fino al compimento, quando passeremo dal credere al vedere. Avverrà secondo la volontà di Dio con tutti coloro che saranno trovati nell’ubbidienza della fede.

Per l’anno 2007 vi auguro la ricca benedizione di Dio. Che possa essere per noi tutti un anno del giubileo cosicché arriviamo alla nostra legittima eredità spirituale. Ricordatevi di me nelle vostre preghiere quotidiane “… a cagione della verità che dimora in noi e sarà con noi in eterno” (2 Giov. 2).

Operante per ordine di Dio:

E. Frank

 

  

 

 

 

Il 18 dicembre 1969, alla Galleria d’Arte sulla Constitution Avenue a Washington, ho tenuto in mano la fotografia originale del fratello Branham con la Luce soprannaturale sopra il suo capo. Il fratello Branham ha spesso detto che si trovava esposta là. Il negativo è stato esaminato scientificamente dal Dr. George J. Lacy, esaminatore giurato di documenti dubbiosi ed è stato ritenuto autentico. Questa Luce scendeva durante la preghiera per i malati sulla persona per la quale il fratello Branham doveva pregare e, in visione, gli veniva mostrato tutto ciò che riguardava quella persona. Questo era lo straordinario e il soprannaturale nel suo ministero. Ho creduto quel che il fratello Branham disse, però come Tommaso in quel tempo, volevo toccare con mano e poter testimoniare come Giovanni: “Quel che abbiamo visto con i nostri occhi e che le nostre mani hanno toccato…”.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Uno sguardo sulla riunione ben frequentata durante il primo fine settimana di dicembre 2006 nel «Centro Missionario» di Krefeld. Vengono dall’Est e dall’Ovest, come il Signore stesso aveva detto: «Verranno persone da molti Paesi…». In queste riunioni sono trattati temi biblici attuali e anche gli avvenimenti recenti.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Le predicazioni del fratello Branham sono continuamente ristampate e spedite. Anche a Zurigo sono a disposizione di tutti. Faccio come il Signore stesso mi ha ordinato: Per prima cosa predico la Parola di Dio, per seconda, metto a disposizione di tutti le predicazioni del fratello Branham senza commenti e gratuitamente. La gran richiesta dimostra che il Messaggio è ancora sempre attuale. È altrettanto importante la proclamazione della Parola di Dio. Entrambi vanno di pari passo e formano una unità.

Mai prima l’intero consiglio di salvezza di Dio era stato rivelato ed esposto in modo così chiaro e completo. Ci ricordiamo anche della parola che l’apostolo Pietro ci ha lasciato: “Abbiamo pure la parola profetica, più ferma…”, e pure: “Ed erano perseveranti nell’attendere all’insegnamento degli apostoli, nella comunione fraterna, nel rompere il pane e nelle preghiere”.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Veduta parziale della grande e benedetta riunione finale ad Abidjan, in Costa d’Avorio, il 17 settembre 2006. I fratelli furono guidati ad affittare lo stadio coperto con 16000 posti a sedere che fu gremito durante le tre grandi riunioni.

Come in Romania durante la grande riunione in agosto 2006, anche qui ho chiesto all’uditorio: «Quanti di voi si sono lasciati battezzare biblicamente nel Nome di Gesù Cristo?», e tutte le mani furono alzate. Quando chiesi ancora: «Credete voi tutti il Messaggio divino per questo tempo?», risuonarono migliaia di «Amen!».

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Nell’anno 1138, dunque nel bel mezzo dell’epoca delle sette crudeli Crociate (1095–1292), il prete irlandese Malachi predisse che dopo il papa di allora, Innocenzo II, verrebbero ancora 103 papi, cosicché fino alla fine dei tempi ci sarebbero stati in tutto 266 papi. Questo lo crede il Vaticano e, per questo motivo, ha pubblicato in modo del tutto ufficiale questi medaglioni con i 266 quadri. Sono riprodotti tutti i Papi, anche Benedetto XVI. Egli, il 265° Papa, doveva regnare quando tutto gira come “un ciclone” intorno a Gerusalemme, così si dice nella predizione. In essa è designato quale «Papa della pace», quale «Gloria Olivae». Dopo di lui dovrebbe venire l’ultimo di tutti, che indosserà di nuovo la tiara con l’iscrizione «Vicarius Filii Dei» e condurrà tutte le religioni al predetto ecumenismo apocalittico di tutte le religioni mondiali. L’ultima tiara, fatta nel 1963 per papa Paolo VI, si trova a Washington. Chi si meraviglierebbe se il prossimo Papa venisse dagli Stati Uniti?

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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