Così cominciò l’inganno
 Provate ogni cosa
 Perché? Perché?
 Cosa è veramente santo?
 Materia di riflessione
 Dio si manifesta
 Uno solo è seduto sul trono
 Proceduto da Dio
 Io edificherò la Mia Chiesa
 Qualcuno lo deve dire
 Il Nome nell’Antico e nel Nuovo Testamento
 La grande apostasia
 Sfida
 Cosa è degno di fede
 Il tempo è vicino
 Ecco, Io vengo presto!
 Epilogo

NEL PRINCIPIO ERA LA PAROLA — NON L’INTERPRETAZIONE

 ACCUSA — AVVERTIMENTO — CHIARIMENTO

 DEL MISSIONARIO EWALD FRANK

 

Senza passare per la solita introduzione entriamo subito in tema. Per la valutazione e la giurisdizione di tutte le faccende bibliche — dottrina o pratica — che rientrano in argomento, Dio ha già deciso tramite la Sua Parola quel che è valido per sempre. Per questo motivo verrà usata in questo esposto solo la Parola di Dio, incorruttibile e permanente, così come sta scritta nella Bibbia, la Quale verrà applicata anche per la giurisdizione finale nell’«ultimo giorno» al «giudizio finale». Come durante una indagine, anche qui viene presentata una querela davanti al tribunale di Dio, vengono dati un avvertimento e la possibilità di un chiarimento.

L’accusa è: inganno religioso continuato. Come vedremo, l’umanità viene ingannata facendo sempre riferimento a Dio e alla religione. Se ci fosse la possibilità dopo la morte di cambiare la nostra destinazione eterna, nessuno si darebbe la pena di muovere questa accusa. Però sta scritto: “Come è stabilito che gli uomini muoiano una volta sola, dopo di che viene il giudizio…” (Ebrei 9:27).

L’accusa non è diretta contro ignoti, ma in prima linea contro tutti i religiosi su tutta la terra. Umanamente parlando si potrebbe tener conto di circostanze attenuanti, perché tutti quanti siamo nati ingannati nell’errore tramandato. Però dal punto di vista di Dio non c’è una scusante per nessuno, perché Egli ci ha lasciato la Bibbia come valida norma. Così dice il Signore Gesù: “Io son venuto come luce nel mondo, affinché chiunque crede in me, non rimanga nelle tenebre. Se uno ode le mie parole e non le osserva, io non lo giudico; perché io non son venuto a giudicare il mondo, ma a salvare il mondo. Chi mi respinge e non riceve le mie parole, ha chi lo giudica; la parola che ho annunciata è quella che lo giudicherà nell’ultimo giorno (Giov. 12:46-48).

Tutti studiano la Sacra Scrittura, però, a cagione del proprio modo di vedere, giungono a risultati completamente differenti. Non basta investigare e studiare le Scritture, lo fanno già i religiosi. Bisogna cominciare con un’esperienza personale di salvezza e con il seguire Gesù Cristo. Egli è il punto centrale di tutta la rivelazione di Dio, in Lui sono nascosti tutti i tesori della sapienza e della conoscenza (Col. 2:2-3). Perciò sta scritto: “Voi investigate le Scritture, perché pensate d’aver per mezzo di esse vita eterna, ed esse son quelle che rendono testimonianza di me; eppure non volete venire a me per aver la vita!” (Giov. 5:39-40).

Fondamentalmente non è ammissibile giudicare temi biblici dal proprio punto di vista. Ognuno deve sottomettersi al giudizio della Parola di Dio. Il Giudice supremo, oggi e nell’ultimo giorno, pronuncerà il giudizio soltanto secondo la Sua Parola. L’apostolo Paolo scrive: Poiché tutti compariremo davanti al tribunale di Dio…” (Rom. 14:10). Nella seconda epistola ai Corinzi egli lo sottolinea un’altra volta: “Per questo ci sforziamo di essergli graditi… Noi tutti infatti dobbiamo comparire davanti al tribunale di Cristo (2 Cor. 5:9-10). Il Giudizio finale ci viene chiaramente descritto in Apocalisse, capitolo 20, dal versetto 11.

Adesso si tratta, per tutti coloro che si appellano a Dio, di riconoscere come modello le dottrine bibliche e la pratica lasciateci dal tempo degli apostoli. Dopo la Sua risurrezione il Signore ammaestrò i Suoi discepoli durante i 40 giorni fino alla Sua ascensione (Luca 24:50-51). E, dopo averli ammaestrati, Egli comandò ai Suoi apostoli eletti, ai quali si presentò vivente con molte prove, di ammaestrare tutti i popoli e di insegnare loro d’osservare tutte le cose che Egli aveva loro comandate (Mat. 28:20). Ciò avvenne e avviene per mezzo di tutti i veri servitori di Dio fin dalla prima predicazione di Pietro il giorno di Pentecoste, e così sarà anche nell’ultima predicazione la stessa dottrina e la stessa pratica. Così si adempiono le parole del profeta Isaia: “E tutti i tuoi figli saranno ammaestrati dall’Eterno, e grande sarà la pace dei tuoi figli” (Is. 54:13). Nel Vangelo di Giovanni il Signore si riferì a questa parola e disse: “È scritto nei profeti: Saranno tutti istruiti da Dio. Ogni uomo che ha udito il Padre e ha imparato da lui, viene a me (Giov. 6:45).

L’accusa è mossa contro tutti coloro che hanno cambiato la Parola di Dio originale, così come sta scritta nella Bibbia, e hanno falsificato le dottrine. Adesso all’umanità deve essere predicato ancora una volta il Messaggio divino in modo chiaro e vero nella Sua versione originale. È deplorevole il fatto che tutti gli scribi e l’intero mondo religioso vadano per le loro proprie vie, parlino di salvezza senza imboccare affatto la via della salvezza come avveniva nel Cristianesimo primitivo.

Da oltre quarant’anni il mio ministero di predicatore mi ha condotto in più di 130 Paesi e in quasi tutte le confessioni e Chiese di questa terra e, quindi, sono più che aggiornato riguardo a quel che accade nel mondo religioso. Ovunque lo spirito ecumenico scaccia con forza lo spirito religioso di partito e conduce dolcemente nel “sistema multi-culto”, nella «Comunità Mondiale degli Stati» dove c’è posto per tutti. Così per esempio, il cosiddetto «Credo Apostolico», o più esattamente, il «Credo Calcedonio–Niceno» che è stato formulato soltanto nel 325 e 381 d.C. è diventato più o meno bene comune della maggior parte delle Chiese e Comunità cristiane. In esso è detto tra l’altro: «Credo la santa Chiesa Cattolica, la comunione dei santi…». In una Chiesa del «Pieno Evangelo» in Estremo Oriente mi fu presentato un credo con dodici punti. Al punto 9 stavano scritte le parole appena citate. Di recente ho di nuovo vissuto qualcosa di simile in una capitale dell’America Centrale, quando il presidente delle Chiese Pentecostali mi sollecitò a sottoscrivere subito, ancor prima della mia registrazione all’hotel, il loro «credo». Solo allora tutte le porte mi sarebbero state aperte nel Paese per tenere delle conferenze. Però, secondo coscienza, già per il primo paragrafo non avrei potuto firmarlo. Sia ringraziato Dio che cambiò i sentimenti di questo uomo il quale mi aperse lo stesso le porte.

Quel che di recente mi ha pure profondamente sgomentato nei miei viaggi missionari è la pratica che si va diffondendo di concludere le preghiere con la formula: «Nel Nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo». Inoltre è veramente sconcertante che venga dato lo stesso spazio di tempo per lodare, uno dopo l’altro, il Padre, poi il Figlio, e infine lo Spirito Santo perché, questa è la motivazione, «tutti e tre» sono degni dello stesso onore e della stessa adorazione. Quando poi viene detto: «Adesso vogliamo dare particolarmente il benvenuto con un applauso alla Persona dello Spirito Santo con un ‹Buonasera, Spirito Santo›!», beh, questo va decisamente troppo lontano; è bestemmia! Quale valore ha ancora per simili persone la vera formula apostolica: Benedetto sia il Dio e Padre del nostro Signore Gesù Cristo, che ci ha benedetti di ogni benedizione spirituale nei luoghi celesti in Cristo (Ef. 1:3 e altri)? Quasi dappertutto viene usata soltanto una formulazione durante la preghiera conclusiva, vale a dire: “La grazia del Signore Gesù Cristo e l’amore di Dio e la comunione dello Spirito Santo siano con tutti voi” (2 Cor. 13:13). Chiunque legga le epistole di Paolo constaterà che l’apostolo non pensò affatto di introdurre una norma o una formula, perché ogni epistola ha una conclusione diversa. L’epistola ai Romani ne ha perfino due e anche queste sono diverse: “Or il Dio della pace sia con tutti voi. Amen” (Rom. 15:33) e: “A Dio, unico in saggezza, per mezzo di Gesù Cristo sia la gloria nei secoli dei secoli. Amen” (Rom. 16:27). Nelle ultime righe dell’ultimo libro della Bibbia sta scritto: “La grazia del Signore Gesù sia con tutti” (Apoc. 22.21). Perché qualcuno dovrebbe introdurre una forma stabilita e non permettere allo Spirito Santo di poter condurre liberamente?

Simili esperienze e vicende vissute sono la ragione di questo esposto che deve essere nel contempo una sfida e un avvertimento. Cosa sta veramente scritto nella Sacra Scrittura e cosa viene interpretato e poi capito? Cosa è stato realmente praticato dagli apostoli e cosa viene attribuito a loro? Ciò deve essere chiesto e chiarito! Cosa è Parola di Dio e cosa è interpretazione?

 

COSÌ INCOMINCIÒ L’INGANNO

 

I primi uomini, nei quali noi tutti siamo stati rappresentati, sono caduti nel peccato perché hanno dato ascolto al nemico che contorse la Parola per Eva e produsse così la prima menzogna sulla terra. Lo sappiamo tutti. Noi tutti viviamo lo stesso destino e non abbiamo resistito alla tentazione. Noi tutti siamo nati in questo mondo tramite generazione secondo la carne come avvenne nella caduta. Così la morte è giunta fino a noi tutti.

Anche dai giorni della redenzione compiuta il nemico ha sempre distorto per i credenti superficiali la Parola di Dio e ha reso credibili le sue bugie religiose. La Chiesa primitiva rimase soltanto per un brevissimo tempo nella pura dottrina divina. La confessione: “Un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo” presto non venne più presa in considerazione dai “falsificatori”. In particolare Paolo ha già dovuto occuparsi di falsi dottori con le loro false dottrine provenienti sempre da demonî (1 Tim. cap. 4). Disse in anticipo che nella Chiesa sarebbero sorti degli uomini che avrebbero insegnato delle eresie. Ciò avvenne benché l’apostolo avesse annunciato tutto il consiglio di Dio e fossero stati costituiti nella Chiesa dei vescovi sotto la guida dello Spirito Santo (Atti 20:24-32). Lui stesso e gli altri apostoli misero in guardia i credenti da coloro che causano divisioni e si sviano dalla vera dottrina.

Ciò risale al giardino di Eden dove tutto ebbe inizio. Il Signore Dio aveva detto chiaramente e con tono di ammonimento: “… ma dell’albero della conoscenza del bene e del male non ne mangiare; perché nel giorno che tu ne mangerai, certamente morirai” (Gen. 2:17). E Dio pensa sempre quel che dice, e dice quel che pensa. Il nemico gira e cambia le cose, le mette in forse e dice: “Come! Dio vi ha detto…?” e: “No, non morirete affatto; ma Dio sa che nel giorno che ne mangerete, i vostri occhi si apriranno e sarete come Dio”. Sì, una volta accaduto, gli occhi loro si aprirono realmente (Gen. 3:1-7). Però tramite la caduta nel peccato rimasero là nudi e separati da Dio. Le foglie di fico non bastarono per coprire la loro vergogna. Anche oggi non serve a nessuno coprire la vergogna della caduta della Chiesa nel peccato con la foglia di fico di una religione.

Il nemico si presenta sempre in modo molto pio come un angelo di luce (2 Cor. 11:14) e con lo: «Sta scritto!». Ambedue sono ispirazioni: il vero e il falso. L’autentico, proveniente dallo Spirito di Dio, si rivela sempre come essendo vero, perché “degli uomini hanno parlato da parte di Dio, perché sospinti dallo Spirito Santo” (2 Piet. 1:20-21).

Come preavvertimento sta scritto: “Ma lo Spirito dice esplicitamente che nei tempi futuri alcuni apostateranno dalla fede, dando retta a spiriti seduttori e a dottrine di demonî…” (1 Tim. 4:1).

“Infatti verrà il tempo che non sopporteranno più la sana dottrina, ma, per prurito di udire, si cercheranno maestri in gran numero secondo le proprie voglie, e distoglieranno le orecchie dalla verità e si volgeranno alle favole (2 Tim. 4:3-4).

“Però ci furono anche falsi profeti tra il popolo, come ci saranno anche tra di voi falsi dottori che introdurranno occultamente eresie di perdizione, e, rinnegando il Signore che li ha riscattati, si attireranno addosso una rovina immediata” (2 Piet. 2:1).

Ogni predicatore deve permettere che gli venga chiesto se annuncia un qualche “messaggio cristiano” o il Messaggio di Cristo. Chiunque predichi o scriva, deve esaminare sé stesso e lasciarsi esaminare se trasmette le vere o le false dottrine. Essere sinceri non è sufficiente, ognuno lo è a modo suo. In base alla Sacra Scrittura, deve essere stabilito dove ognuno viene ordinato, perché ogni Scrittura è ispirata da Dio e utile a insegnare (1 Tim. 3:16-17). Tradizioni e convinzioni religiose nelle quali la Scrittura viene citata, però viene riportata in modo travisato nel Suo significato e nel Suo uso, non valgono al cospetto di Dio. Da un esame più accurato rimane poi solo la propria pietà. Adesso si tratta dell’immensa differenza tra il reale significato della Parola e le molteplici interpretazioni a Suo riguardo.

Paolo voleva presentare allo Sposo celeste una Chiesa–Sposa pura che potesse incontrare lo Sposo come una casta vergine, senz’aver commesso fornicazione spirituale. E subito egli esprime la sua preoccupazione che, come il serpente sedusse Eva con la sua astuzia, così sarebbe avvenuto con i semplici credenti che ascoltano fedelmente anche se viene predicato un altro Gesù, un altro evangelo ed è operante uno spirito estraneo (2 Cor. 11:1-4). Però chi ammette che tutti noi siamo nati in un Cristianesimo più o meno falsificato? Anche coloro che, ignari, persistono nell’errore, debbono prendere posto sul banco degli imputati perché perfino l’ignoranza religiosa non protegge dalla punizione. Tutti i predicatori dovrebbero riflettere su questo ed esaminare in base alla Parola di Dio se non trasmettono ignari un Evangelo falsificato. Chi viene sorpreso ad adoperare banconote false deve aspettarsi una punizione, anche se non sapeva che era del denaro contraffatto.

I credenti, che in genere sono inconsapevoli, entrano nell’argomentazione del nemico che viene trasmesso dagli scribi cristiani. Eva non si rese conto di essere stata affascinata e sedotta dal nemico, perché egli distorse in modo così plausibile la Parola di Dio stravolgendoLa e così l’avvelenò mortalmente. Anche noi stessi non ce ne siamo accorti prima di essere stati risvegliati e illuminati. Il nemico incominciò mettendo in dubbio quel che Dio aveva detto. Era rimasto nel tema, fuorché nella verità originale della Parola come era proceduta dalla bocca di Dio. In questo consiste ancora oggi il grande inganno nel mondo religioso. Il diavolo non ha un proprio tema — questo la maggioranza dei credenti non lo capisce — sono sempre i temi religiosi delle denominazioni. Non ha dottrine proprie — egli riprende la Parola di Dio e La travisa. Sono i temi biblici su Dio, sul battesimo, sulla Santa Cena, ecc. che egli rende credibili in modo non biblico. Viene con lo: “Sta scritto” come può essere letto in Matteo, capitolo 4. In quel tempo strappò dal Suo contesto la Parola scritta — in questo consisté la tentazione vera e propria — e lo fa ancora oggi senza che le persone se ne accorgano, perché lo cercano sempre altrove. Agli uni cita Matteo 28:19, agli altri Giovanni 20:23, ma si guarda bene dal menzionare il: “È altresì scritto” di Atti 2:38. Egli metterà sempre un passo biblico contro l’altro — lo Spirito di Dio porta invece ogni passo biblico in armonia con l’altro.

Satana non nega né Dio né la Parola di Dio, ma è occupato giorno e notte a indottrinare le persone, tutti i religiosi, soprattutto coloro che sono nelle scuole bibliche e nei seminari per predicatori, ovviamente secondo il suo punto di vista. Nel giardino di Eden, la caduta nel peccato del corpo naturale era la conseguenza della seduzione, e tutto il mondo ne soffre ancora oggi. Nella Chiesa è l’apostasia dall’UNICO Dio e dalla Sua Parola che, tramite la disubbidienza conduce all’allontanamento dalla Parola, e la Chiesa ne soffre ancora oggi.

Nel primo Concilio ecumenico a Nicea nell’anno 325 d.C., 250 rappresentanti delle varie correnti religiose dibatterono diversi temi biblici, particolarmente su Cristo e sulla Divinità. Bisogna chiedersi: Come mai i profeti e gli apostoli non hanno mai discusso su questi temi?

Quanto deve aver pianto il cielo intero e quanto deve essersi rallegrato l’inferno quando al principe di questo mondo riuscì di annullare la Parola di Dio e di introdurre al Suo posto dei teoremi formulati da uomini che non conoscevano affatto Dio! È più che evidente che il pensiero ellenistico, filosofico–pagano ha dominato i padri della Chiesa. Nessuno di loro conosceva la lingua aramaica o ebraica per poter leggere il testo originale, nessuno conosceva né il carattere dell’Antico Testamento in rapporto con la storia della salvezza né l’Iddio di Israele. Tutti avevano accettato il Cristianesimo come religione, ma non Cristo come Redentore e Signore. Nessuno di loro poteva testimoniare di aver ricevuto una chiamata divina. Leggendo accuratamente rinominati autori della storia della Chiesa, si vede che tutti i padri della Chiesa senza eccezione alcuna, con le loro dichiarazioni negative, hanno seminato l’odio verso gli Ebrei. Ignazio di Antiochia diede inizio e tutti seguirono il suo esempio: Giustiniano, Ippolito, Cipriano, Gregorio di Nyssa, Origene e anche Tertulliano e Atanasio compresi Crisostomo e Geronimo e altri. Leone I Magno, il quale viene considerato dai Protestanti come il primo Papa ed esercitò il potere dall’anno 441, ha superato tutti. Sotto l’influenza dei principi della Chiesa avvennero nient’altro che maledizioni, malevole accuse, cacciata degli Ebrei. La prima concreta conseguenza dell’influenza dei «padri conciliari», come furono poi chiamati, fu palese già nell’anno 321, quando l’imperatore Costantino vietò agli Ebrei per decreto, sotto comminazione di una pena, di osservare il sabato mentre impose loro l’obbligo di osservare la domenica e molte sinagoghe furono riconvertite in chiese. Erano citazioni del Nuovo Testamento che Satana distorse per i padri della Chiesa e li influenzò ad insultare gli Ebrei quali scellerati “assassini di Cristo” e a maledirli. Però colui che maledice Israele è maledetto da Dio (Num. 24:9).

Il 28 febbraio 380, dopo che l’imperatore Teodosio I (346–395) ebbe dichiarato la fede trinitaria quale unica religione di Stato e il Concilio di Costantinopoli l’ebbe confermata in maggio 381, tutti furono costretti a osservarla. Soltanto durante le otto crociate svoltesi tra il 1095 e il 1291, dunque in appena 200 anni, 22 milioni di persone morirono tramite la Chiesa di Stato. «Deus lo vult!» — «Dio lo vuole!» era il grido di battaglia di Goffredo di Buglione. L’ordine della prima crociata era stato impartito da papa Urbano II «nel Nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo». Con il crocifisso in una mano e la spada nell’altra i crociati hanno commesso stragi. Durante il Medioevo, per mezzo della «Chiesa della Trinità», che nel contempo era il potere dello Stato nel Sacro Romano Impero, subirono il martirio da 50 a 60 milioni di persone.

Essa è corresponsabile di tutte le persecuzioni degli Ebrei nell’era cristiana. Molti autori cercano le cause vere e proprie del terribile Olocausto con i suoi 6 milioni di vittime. Erano trascorsi secoli sotto il dominio protestante prussiano senza che ci fosse alcuna persecuzione di Ebrei. Chi ha letto i libri di Daniel Goldhagen e di altri autori è a conoscenza del ruolo della Chiesa di Roma. La semenza antisemita gettata fin dai giorni dei padri della Chiesa nel IV secolo spuntò continuamente, anche in Martin Lutero, nei Protestanti, negli Ortodossi e in tutto il Cristianesimo. Secondo Apocalisse 6:9-11, le anime di tutti coloro che furono trucidati gridano vendetta: “Essi gridarono a gran voce: «Fino a quando aspetterai, o Signore santo e veritiero, per fare giustizia e vendicare il nostro sangue su quelli che abitano sopra la terra?»”.

Come dimostra la storia, le guerre ebbero spesso sfondi politici, le persecuzioni invece sempre uno sfondo religioso. Tutti i roghi in cui non furono risparmiati né anziani né fanciulli, la «santa Inquisizione» che imperversò particolarmente in Spagna, sì, l’intera storia dei martiri è da attribuire alla «Chiesa di Stato trinitaria» Romana e ai suoi rappresentanti. Nel periodo del Medioevo, durante l’assolutismo della Chiesa di Roma, non esistevano i diritti umani, né la libertà di coscienza, né la libertà religiosa e neanche la libertà di parola e di espressione. Le condanne al rogo delle streghe a partire dal 1430 vengono stimate in sessantamila. In Francia, nella notte di San Bartolomeo del 23/24 agosto 1572, furono massacrati in una sola notte da venti a trentamila Ugonotti protestanti. La Bibbia, l’unico Libro sulla terra che contiene la Verità incorruttibile, non associa mai i martiri ad una nazione. Non viene detto da nessuna parte: «La nazione spagnola è responsabile per l’Inquisizione». Non si può neanche dire: «I Francesi sono responsabili del massacro degli Ugonotti» e neppure: «Il popolo tedesco è colpevole dell’Olocausto». Nessuno dirà: «Gli Austriaci ne portano la corresponsabilità perché Hitler era austriaco e Eichmann austriaco–tedesco. Le Sacre Scritture dicono chiaramente che la Chiesa di Roma è la responsabile del sangue versato dai martiri: “Babilonia la grande… era ubriaca del sangue dei santi. … In lei è stato trovato il sangue dei profeti e dei santi e di tutti quelli che sono stati uccisi sulla terra” (Apoc. 17:5-6, 18:24 e altri).

Poiché l’Antico Testamento fu generalmente disprezzato dai principi della Chiesa, non poterono neanche comprendere il Nuovo. Non capirono che gli scrittori del Nuovo Testamento misero in risalto l’importanza dell’Antico Testamento riportandone 845 citazioni e hanno anche legittimato il rapporto tra Giudei e Gentili, ossia i pagani, come pure tra la legge e la grazia secondo il piano di salvezza di Dio e hanno messo il tutto in ordine. Secondo il giudizio della Scrittura i padri conciliari non erano altro che ciechi guide di ciechi. Loro e tutti coloro che camminano sulle loro orme appartengono al banco degli imputati davanti al giudizio di Dio. Ancora oggi la Cristianità vive nel loro «Credo trinitario», da loro inventato e macchiato di sangue, che introdusse la ricusazione e il rifiuto dei Giudei. O Dio, abbi pietà!

Né un solo punto di fede né una sola dottrina aveva bisogno di una nuova formulazione. Il Nuovo Testamento con il vero credo profetico–apostolico stava già nel canone neotestamentario che rimane per sempre la norma valida.

La Chiesa neotestamentaria era fondata sul fondamento comune degli apostoli e dei profeti, essendo Cristo Gesù stesso la Pietra angolare (Ef. 2:20). Come savio architetto incaricato dal Signore, Paolo ha posto il fondamento. Ma come gli altri vi costruiscono sopra, ecco la grande domanda (1 Cor. 3:10-15). Secondo 1 Timoteo 3:15, la vera Chiesa di Gesù Cristo è la Casa di Dio, colonna e sostegno della Verità — non un pio castello di menzogne (Is. 28:17)! Non c’è nell’Antico e nel Nuovo Testamento neanche un solo caso dove si sarebbe discusso su chi fosse Dio e sul come Egli si manifestò. I servitori di Dio conoscevano Dio il Signore e non violavano nessuna delle Sue rivelazioni. Non sarebbe neanche venuto nella mente di alcun uomo di Dio di dividere Dio per le Sue molteplici rivelazioni e di fare più Persone da Colui che è l’UNICO, al Quale tutta la Sacra Bibbia rende testimonianza nei 66 libri che La compongono.

Con grande serietà bisogna chiedersi: Con quale diritto i dottori della Bibbia, i professori in teologia, i predicatori, gli evangelisti nell’intero Protestantesimo, in tutte le Chiese sorte dalla Riforma, difendono i dogmi introdotti dalla Chiesa dell’Impero, dalla Chiesa di Roma? Così facendo, non scambiano il diritto divino con il diritto canonico? Un vero inviato di Cristo — che sia apostolo, profeta, evangelista o pastore — cosa ha a che fare con un «Credo» che è stato formulato in diversi Concili centinaia di anni dopo? Con quale diritto viene ancora chiamato «Credo Apostolico».

In realtà, la confessione e le dottrine degli apostoli sono da trovare solamente e unicamente negli Atti degli apostoli e nelle Epistole degli apostoli. Tutto il resto sono falsificazioni sorte dalle interpretazioni arbitrarie di passi della Bibbia. Il nemico incominciò in realtà già nel Cristianesimo primitivo interpretando diversamente la Parola di Dio e non ha ancora smesso. L’insieme del mondo religioso non è consapevole di essere cieco, spiritualmente parlando, e si smarrisce se non gli viene data la rivelazione. Benché riccamente decorati con passi della Bibbia, anche le dottrine protestanti nel loro insieme sono rimaste non bibliche e perfino nelle Chiese e nelle Comunità del «Pieno Evangelo» vengono coperte con il manto babilonese. Il significato originale della Parola venne ovunque annullato tramite interpretazioni arbitrarie.

 

PROVATE OGNI COSA

 

Adesso viene per molti la prima sorpresa che scuote tutto e tutti: Nella Bibbia non c’è assolutamente nessuna azione che sia stata eseguita nel Nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo! Speriamo che questa importante constatazione abbia causato uno choc persistente e salutare in coloro che si trovano nella tradizione non biblica.

Per i veri figliuoli di Dio che sono veramente fedeli alla Bibbia e non soltanto pretendono di esserlo, non si tratta di quel che Atanasio, Agostino, Tertulliano, Geronimo o altri hanno lasciato, ma di quel che Pietro, Giovanni, Giacomo e Paolo dissero, che sta scritto nella Parola e che consideriamo come il COSÌ DICE IL SIGNORE.

Quel che Dio ha detto per bocca dei Suoi servitori, che hanno parlato nel Suo Nome, sospinti dallo Spirito Santo, non sta scritto in nessun Catechismo e in nessun testo ecclesiastico, neanche nella «Didachè» che erroneamente viene chiamata «Dottrina dei dodici apostoli», nemmeno nel Talmud o nel Corano, ma esclusivamente nella Bibbia. C’è un solo assoluto: la Sacra Scrittura!

Deve essere preso sul serio da tutti coloro che hanno il timore di Dio che, nel Cristianesimo primitivo, nessuna preghiera iniziava o terminava con la formula trinitaria. Nessun battesimo, nessuna guarigione, nessuna benedizione — assolutamente nulla, veramente nulla nei tempi biblici avvenne col dire: «Nel Nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo». Ciò viene ritenuto come ovvio solo in base alla tradizione ecclesiastica!

Però, adesso, tutti dovrebbero investigare la Sacra Scrittura, come ce L’abbiamo davanti a noi e venire a conoscenza di come stanno le cose in realtà. Colui che ha studiato consapevolmente la storia universale della Chiesa con lo sguardo rivolto su questi temi importanti, si sarà accorto che fino alla fine del II secolo dell’era cristiana ogni azione è avvenuta secondo il modello degli apostoli nel Nome del Signore Gesù Cristo — come ci è stato lasciato in modo straordinario nella Sacra Scrittura dal Cristianesimo primitivo tramite i testimoni del tempo di Gesù.

Sto qui poggiato sul fondamento degli apostoli e dei profeti! Non posso fare altro! Dio mi aiuti!

Le seguenti domande non sono poste per offendere, ma per fare un esame e per un chiarimento. Ogni lettore deve con amore, ma anche con la serietà necessaria, che è indispensabile, essere indotto a riflettere e a correggersi.

 

PERCHÉ? PERCHÉ?

 

Perché la parola «Trinità » non si trova neanche una sola volta nella Bibbia?

Perché non sta scritto neanche una sola volta «Dio uno e trino» nella Bibbia?

Perché non sta scritto neanche una sola volta nella Bibbia che Dio consiste in tre Persone?

 

Perché nel periodo dell’Antico Testamento nessuno ha pregato a un «Padre nel cielo»?

Perché non sta scritto neanche una sola volta nella Bibbia «Dio il Figlio», bensì «Figlio di Dio»?

Perché non sta scritto in Essa neanche una sola volta «Dio lo Spirito Santo», ma «lo Spirito di Dio»? Sicuramente perché Dio è il punto di partenza. Lo Spirito Santo è lo Spirito di Dio, o no?

 

Perché la combinazione delle parole «Dio il Signore» — «ELOHIM YAHWEH», che sta scritto più di seimila volte nell’Antico Testamento, non si trova neanche una sola volta nel Nuovo Testamento dal Vangelo di Matteo fino all’epistola di Giuda — tranne che in una citazione tratta dall’Antico Testamento (Luca 1:32) — solo nuovamente nel libro profetico, l’Apocalisse? Nell’Antico Testamento Dio è il Signore, nel Nuovo leggiamo: “Dio, come ha risuscitato il Signore, così risusciterà anche noi mediante la sua potenza” (1 Cor. 6:14).

Perché nelle epistole degli apostoli viene posto l’accento su «Dio» come Padre e su «il Signore» come Figlio? Certamente perché Dio è diventato il nostro Padre tramite Gesù Cristo, il nostro Signore.

Perché sta scritto in rapporto con la nascita del Figlio: “… sarà chiamato… Dio potente, Padre eterno …” (Is. 9:5-6), però nessuna volta «Figlio eterno»?

Perché non si trova nella Bibbia neanche un solo passo dove, nel periodo dell’Antico Testamento, sia mai avvenuta in cielo una «conversazione tra il Padre e il Figlio»? Certamente perché Dio non si era ancora rivelato quale Padre nel Figlio!

Perché la Sacra Scrittura non riferisce nulla riguardo al fatto che Dio quale Padre abbia generato e partorito il Figlio nell’Eternità? Semplicemente perché non avvenne! La nascita del Figlio è annunciato attraverso tutto l’Antico Testamento, avvenne però all’inizio del Nuovo Testamento. Questa è la Verità divina e biblica! Per questo motivo non sta scritto proprio nulla nella Bibbia riguardo a una «preesistenza» del Figlio.

Perché ci è stato comandato di pregare: “Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome…” e perché preghiamo solo: “Padre celeste …” e non: “Figlio celeste…”? Certamente perché non c’è nessun Figlio celeste!

Perché Dio il Signore ha sempre giurato per Sé stesso: “Io giuro per me stesso…” (Gen. 22:16; Salmo 89:35; Amos 6:8; Ebrei 6:13 e altri)? Certamente perché non c’era nessun’altra Persona divina accanto a Lui!

Dove sta scritto nella Bibbia: «Il Padre è eterno, il Figlio è eterno, lo Spirito Santo è eterno»? Naturalmente da nessuna parte! Come potrebbe stare nella Parola della Verità qualcosa di falso? È escluso!

Perché non sta scritto neanche una sola volta nella Bibbia: «Gloria a Dio il Padre, a Dio il Figlio e a Dio lo Spirito Santo!»? Di proposito qui l’Amen non deve seguire, perché significa: «Così sia!», e così non lo è affatto!

Perché non sta scritto neanche una sola volta nella Sacra Bibbia «Padre–Creatore»? Cosa ha a che fare «Padre» con creazione? O cosa ha a che fare il Creatore con dei figli e delle figlie generati? Verso la creazione, Dio è Creatore, verso i Suoi figliuoli e le Sue figliuole, Dio è Padre.

Perché nessun profeta nell’Antico Testamento o apostolo nel Nuovo Testamento ha mai accennato a più Persone di Dio con il: Facciamo l’uomo a nostra immagine e a nostra somiglianza…” di Genesi 1:26-28? Perché stavano sotto la guida dello Spirito.

Perché nessuno degli apostoli ha ripetuto l’ordine del battesimo di Matteo 28:19, invece l’hanno compreso, eseguito fedelmente e battezzato direttamente nel Nome del Patto del Nuovo Testamento, Nome in cui Dio si è rivelato quale Padre, Figlio e Spirito Santo? Perché il Nome in cui doveva essere battezzato era stato loro rivelato!

Per questo motivo, nel Cristianesimo primitivo e fino alla fine del II secolo, coloro che erano diventati credenti, in obbedienza all’ordine di missione, furono battezzati correttamente e unicamente nel Nome del Signore Gesù Cristo (Atti 2:38, 8:16, 10:48, 19:5; Rom. 6:3 e altri) e neanche una sola volta con la formula trinitaria.

D’altronde la formula trinitaria viene usata là dove c’è il Cristianesimo falsificato, nella divinazione, nella chiromanzia, nella tiptologia (sedute spiritiche), negli scongiuri, negli incantesimi, nella magia di ogni specie e occultismo, anche per il giuramento quando si entra in un Ordine. Perfino il giuramento di fedeltà quando si entra in una loggia massonica viene prestato da tutti, perfino dagli Ebrei, «nel Nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo».

Nessuno dovrebbe passare sopra questa realtà con indifferenza: nessuna preghiera, assolutamente nessuna azione nella Bibbia è avvenuta nella formula trinitaria! Provate ogni cosa, anche questa pratica esercitata da quasi tutti i Cristiani! Cosa dunque deve valere per sempre? La Parola di Dio o la tradizione ecclesiastica? Ha ragione la Bibbia o l’argomentazione?

Considerati tutti i cambiamenti, tutte le interpretazioni e falsificazioni, bisogna chiedersi: Perché i predicatori, gli evangelisti e i dottori della Bibbia, che hanno sempre in bocca la Parola di Dio, trasmettono ciecamente e pieni di entusiasmo dottrine e dogmi che sono tradizioni umane?

Nella speranza che i lettori, dopo la rivelazione di tutte le deviazioni, diano in tutti i punti ragione a Dio e alla Sua Parola, è necessario un confronto. Non si può fare diversamente: Tutto e tutti debbono essere posti davanti al giudizio di Dio — precisamente adesso deve essere dato l’avvertimento, non quando sarà troppo tardi!

Tutti i punti elencati si lasciano spiegare alla luce della Parola di Dio. Non c’è assolutamente spazio per argomentazioni. Il nemico ha ingannato i credenti per troppo tempo. Adesso rimane ancora solo la domanda principale: Qual è la verità sulla Trinità? La verità è che nell’Eternità non c’era, nel corso del tempo non c’è, e nell’Eternità non ci sarà!

Con la stessa franchezza va pure chiesto: Perché la Sacra Scrittura non conosce neanche la dottrina dei «Jesus Only»/«Gesù solo»? Perché anch’essa non è biblica! Il Figlio che è stato generato, come poteva essere il Suo proprio Padre, e come poteva pregare a Sé stesso, ecc.? La testimonianza dal cielo è però: “Questo è il mio diletto Figlio, nel quale mi sono compiaciuto” (Mat. 3:17, 17:5). Soltanto colui che confessa Gesù Cristo come il Figlio unigenito di Dio ha la Vita eterna (Giov. 3:36). “Questa è la vita eterna: che conoscano te, il solo vero Dio, e colui che tu hai mandato, Gesù Cristo” (Giov. 17:3). Come è blasfema la dottrina del «Dio in tre Persone», così è falsa anche la dottrina dei «Gesù solo». Vale per sempre solamente e unicamente la testimonianza universale e globale della Sacra Scrittura in cui Dio viene rivelato nella Sua molteplicità. Nel Nuovo Testamento ciò avvenne come Padre nel cielo sopra noi, nel Figlio sulla terra fra noi e tramite lo Spirito Santo in noi. È il mistero di Dio, per noi incomprensibile, inspiegabile, di cui scrive Paolo: “E, senza alcun dubbio, grande è il mistero della pietà: Dio è stato manifestato in carne, è stato giustificato nello Spirito, è apparso agli angeli, è stato predicato tra i Gentili, è stato creduto nel mondo, è stato elevato in gloria” (1 Tim. 3:16).

Quando Dio avrà compiuto il Suo piano di salvezza concepito fin dall’Eternità con tutti i Suoi figliuoli e con tutte le Sue figliuole, la rivelazione del Figlio sfocerà di nuovo in Dio, da cui era proceduta, affinché fosse adempiuto: Quando ogni cosa gli sarà stata sottoposta, allora anche il Figlio stesso sarà sottoposto a colui che gli ha sottoposto ogni cosa, affinché Dio sia tutto in tutti (1 Cor. 15:28). Oh, quale profondità del mistero della pietà: Dio in Cristo e Cristo in noi speranza della gloria!

Tutte le promesse date nell’Antico Testamento, da Genesi 3:15 fino a Malachia 3:1, riguardo alla venuta del Figlio si adempirono all’inizio del Nuovo Testamento. Forse qualcuno vuole negare questo fatto?

La parola di 2 Samuele 7:14 si adempì: “Io sarò per lui un padre ed egli mi sarà figlio…” (Ebrei 1:5b).

Salmo 2:7 si adempì: “Tu sei il mio Figliuolo, oggi ti ho generato” (Ebrei 1:5a).

Si adempì: “Tu sei il mio Dio fin dal grembo di mia madre” (Salmo22:10).

Anche le parole del Salmo 89:26-27 si adempirono: “Egli m’invocherà, dicendo: Tu sei mio Padre, mio Dio, e la ròcca della mia salvezza. Io inoltre lo costituirò mio primogenito, il più eccelso dei re della terra”.

Si adempì pure Isaia 7:14: “Perciò il Signore stesso vi darà un segno: Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio e gli porrà nome Emmanuele”.

L’annuncio era: “Ella partorirà un figlio, e tu gli porrai nome Gesù…” (Mat. 1:21; Luca 1:31).

“Oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è il Cristo, il Signore (Luca 2:11). Così si adempì Michea 5:1-2 e il Salvatore nacque a Betlemme (Mat. 2:1).

Alla prima venuta di Cristo si adempirono in tutto 109 profezie. Però gli scribi, che studiavano quotidianamente la Parola di Dio, non lo compresero. Perseverarono nelle loro interpretazioni e nelle loro proprie idee. Benché aspettassero con grande brama la venuta del Messia e mantenessero viva la speranza nel popolo, non Lo riconobbero quando Egli venne (Giov. cap. 1), anzi Lo contraddissero in ogni occasione. Tutti i loro sacrifici, il loro cantare salmi e tutte le loro cerimonie solenni — tutto era in vano. Non si ripete adesso la stessa cosa con la maggioranza dei credenti che aspetta il ritorno di Cristo? Sembra proprio di sì.

Il Signore stesso ci indica la rivelazione senza la quale nessuno, veramente nessuno, chiunque egli sia o voglia essere — e Dio non fa alcuna eccezione — può riconoscere questo grande mistero di Dio in Cristo. Per questo motivo sta scritto: “Ogni cosa m’è stata data in mano dal Padre mio; e niuno conosce appieno il Figliuolo, se non il Padre, e niuno conosce appieno il Padre, se non il Figliuolo e colui al quale il Figliuolo avrà voluto rivelarlo (Mat. 11:27). Egli vuole rivolgersi adesso ad ognuno come in quel tempo: “E, rivolgendosi ai discepoli, disse loro privatamente: «Beati gli occhi che vedono quello che voi vedete!»” (Luca 10:22-23). Nessuno studio è sufficiente, ma è necessaria la rivelazione per conoscere il mistero di Dio in Cristo e per tutti i misteri del Regno di Dio. L’apostolo Paolo ha considerato, citato letteralmente, “spazzatura” quel che aveva studiato (Fil. 3:8). Per lui si trattava piuttosto di imparare a conoscere il Signore e la potenza della Sua risurrezione. In base alla rivelazione ricevuta, poteva scrivere dopo il suo insediamento nel ministero: “… leggendole, potrete capire la conoscenza che io ho del mistero di Cristo” (Ef. 3:4).

Tutti i servitori di Dio chiamati al ministero debbono sperimentare la stessa cosa. Non prendetevela, ma perfino il concetto «studiare teologia», che significa «studiare Dio» è esagerato. Chi può studiare qualcosa su Dio? Fin dal principio Dio si è rivelato ai Suoi — ed Egli vuole rivelarsi anche a noi.

 

COSA È VERAMENTE SANTO?

 

Come missionario che ha viaggiato ininterrottamente in tutti i continenti per più di quattro decenni, so che per le persone di tutte le religioni e culture molte cose sono sante. Per gli uni è la «mucca sacra» o la «montagna sacra», per gli altri «l’acqua santa» o il «tempio santo», il «luogo di pellegrinaggio sacro» o il «profeta santo», la «sacra tradizione» o qualcos’altro. Ma cosa ha a che fare tutto ciò con Dio? Naturalmente nulla! Per i credenti biblici solo e unicamente Dio è santo e tutto ciò che procede da Lui come tutti coloro che sono santificati da Lui nella Verità della Sua Parola lo sono per mezzo di Colui che ha detto: “Siate santi, perché io son santo” (Lev. 11:44, 19:2; 1 Piet. 1:16). Non c’è alcuna santificazione tramite la volontà di un uomo perché sta scritto: “In virtù di questa «volontà» noi siamo stati santificati, mediante l’offerta del corpo di Gesù Cristo fatta una volta per sempre” (Ebrei 10:10). Il Redentore stesso pregò per i Suoi: “Santificali nella verità: la tua parola è verità” e intercede per loro nella preghiera sacerdotale: Per loro io santifico me stesso, affinché anch’essi siano santificati nella verità (Giov. 17:17, 19). Sta pure scritto: Procacciate pace con tutti e la santificazione senza la quale nessuno vedrà il Signore” (Ebrei 12:14). Autosantificazione tramite proprie opere di giustizia è autoinganno.

Nel mondo cristiano è santo quel che le Chiese ritengono santo, ed è particolarmente santo per ogni Chiesa quel che essa crede e insegna, come pure la sua tradizione. Per questo motivo tutte vegliano gelosamente sulla propria dottrina che per loro è santa e la vogliono conservare pura. Colui che tocca il loro credo, che per loro è santo, può rischiare la morte. È quel che accadde a Giovanni Hus, il quale fu arso sul rogo il 6 luglio 1415 a Costanza mentre i padri del Concilio lo deridevano, e anche a Michele Serveto, che fu condannato a Ginevra nel 1553 e pubblicamente giustiziato, perché non accettava la dottrina della Trinità. I veri servitori del Signore hanno usato solo «l’armatura di Dio», come è descritta nel capitolo 6 dell’epistola agli Efesini e ad essa appartiene la Spada dello Spirito, che è la Parola di Dio. Non una sola volta un servitore del Signore ha fatto uso del potere temporale, ma tutti hanno predicato la Parola lasciando a Dio di agire. Solo ciò che proviene da Dio riconduce nuovamente a Lui. Solo ciò che sta scritto nella Bibbia porta la calligrafia di Dio.

A Satana, il principe di questo mondo, gli è sempre riuscito di creare confusione e di offrire con successo ai responsabili dell’ambito religioso e politico i regni di questo mondo — che aveva offerto anche a Cristo, il nostro Redentore, il Quale però rifiutò (Mat. 4:1-11) — affinché egli stesso potesse esercitare il potere sulla terra. Dopo la fondazione della Chiesa di Stato la salvezza dipendeva da una Istituzione e dai suoi servi e non più dalla fede personale in Gesù Cristo, l’Unico in cui si trovi la vera salvezza. Tutte le grandi Chiese nazionali e tutte le denominazioni in tutti i Paesi presumono più o meno di essere le uniche a salvare. Non solo la Chiesa Romana, anche le altre garantiscono ai loro membri la beatitudine e impartiscono la salvezza a modo loro. Riguardo a ciò, la Chiesa Cattolica è “sincera” e dice ai sopravvissuti che il defunto, malgrado tutti i sacramenti di salvezza beatifici, deve espiare le sue colpe nel purgatorio. Naturalmente la Sacra Scrittura non conosce né la dottrina delle indulgenze né la dottrina dei sacramenti e neanche il purgatorio.

La Sacra Scrittura non conosce né la beatificazione né la canonizzazione dei defunti. Solo i vivi che hanno trovato grazia e hanno ricevuto la piena salvezza in Cristo saranno proclamati beati e santi. Cominciando dalle beatitudini nel Sermone sul monte fino all’ultimo capitolo della Bibbia, vale a dire Apocalisse, capitolo 22, versetti 7 e 14, solo i viventi vengono proclamati beati dal Signore e sono coloro che credono in Lui così come dice la Scrittura (Giov. 7:38). È da considerare la beatitudine di Pietro: Tu sei beato, Simone, figlio di Giona, perché non la carne e il sangue ti hanno rivelato questo, ma il Padre mio che è nei cieli” (Mat. 16:17).

Da Maria la beatitudine viene pronunciata in relazione con la fede nella promessa: “Beata è colei che ha creduto che quanto le è stato detto da parte del Signore avrà compimento (Luca 1:45). Gli occhi e gli orecchi dei veri discepoli di Gesù vengono proclamati beati: Ma beati gli occhi vostri, perché vedono; e i vostri orecchi, perché odono! (Mat. 13:16). Nell’introduzione dell’ultimo libro della Sacra Bibbia sta scritto: Beato chi legge e beati quelli che ascoltano le parole di questa profezia e fanno tesoro delle cose che vi sono scritte, perché il tempo è vicino!” (Apoc. 1:3). E poi udiamo la beatitudine globale dei giusti perfetti: Beato e santo è colui che partecipa alla prima risurrezione (Apoc. 20:6). Le beatificazioni eseguite dagli uomini non hanno alcun valore perché non hanno alcun fondamento biblico. Anche questa pratica va sul banco degli imputati.

 

MATERIA DI RIFLESSIONE

 

Considerato l’imminente ritorno di Cristo dobbiamo trattare principalmente la giusta conoscenza di Dio e divulgare tutte le dottrine fondamentali della Chiesa neotestamentaria. Il battesimo biblico dei credenti che hanno ricevuto il perdono, la Santa Cena biblica in memoria della riconciliazione con Dio, (1 Cor. 11:26) finché il Signore venga — queste dottrine e anche le altre debbono essere rettificate secondo la Parola di Dio. Tutti dovrebbero avere sentimenti nobili come i credenti di Berea (Atti 17:10-15) ed esaminare la Sacra Scrittura per vedere se le cose stanno così. L’Iddio eterno, che si è rivelato personalmente in Gesù Cristo, può dare a ciascuno la chiarezza necessaria per mezzo del Suo Spirito. Solo Lui può condurre fuori dal traviamento e dalla disperata confusione babilonese.

Vale per sempre: Anzi, sia Dio riconosciuto veritiero e ogni uomo bugiardo, com’è scritto: «Affinché tu sia riconosciuto giusto nelle tue parole e trionfi quando sei giudicato»” (Rom. 3:4). Rimaniamo vincitori, vale a dire trionfiamo unicamente se solo la Parola è la nostra testimonianza e noi stessi siamo afferrati dalla veridicità. … poiché c’è un solo Dio, il quale giustificherà il circonciso per fede, e l’incirconciso ugualmente per mezzo della fede (Rom. 3:30).

Dio è UNO SOLO, come sta scritto, ma non è afferrabile con tutta la conoscenza e il nostro intelletto nelle Sue molteplici rivelazioni. “Ma è proprio vero che Dio abiterà sulla terra? Ecco, i cieli e i cieli dei cieli non ti possono contenere…” (1 Re 8:27). Già nel principio Dio poteva camminare in una forma visibile, poteva chiamare ogni cosa all’esistenza per mezzo della Sua Parola onnipotente e, nel contempo, lo Spirito di Dio aleggiava sulla superficie delle acque producendo vita. Dio può trovarsi nel contempo in cielo e sulla terra, può essere onnipresente. Egli può essere in una forma corporale e lo stesso aleggiare sulla superficie delle acque quale Spirito, perché Egli è Spirito. “Tu sei stato fatto testimone di queste cose affinché tu riconosca che il Signore è Dio, e che oltre a lui non ve n’è nessun altro. Dal cielo ti ha fatto udire la sua voce per ammaestrarti; e sulla terra ti ha fatto vedere il suo grande fuoco e tu hai udito le sue parole venire dal fuoco. Sappi dunque oggi e ritieni bene nel tuo cuore che il Signore è Dio lassù nei cieli, e quaggiù sulla terra; e che non ve n’è alcun altro” (Deut. 4:35-36 e 39). Egli può essere seduto sul trono e scendere nel fuoco sul monte Sinai e ivi parlare con Mosè faccia a faccia e, tuttavia, fare udire la Sua voce dal cielo: Sei sceso sul monte Sinai e hai parlato con loro dal cielo…” (Neh. 9:13). Egli può essere sul trono e contemporaneamente accompagnare personalmente Israele per 40 anni nella Colonna di fuoco. Il Signore andava davanti a loro: di giorno, in una colonna di nuvola per guidarli lungo il cammino; di notte, in una colonna di fuoco per illuminarli, perché potessero camminare giorno e notte. Egli non allontanava la colonna di nuvola durante il giorno, né la colonna di fuoco durante la notte…” (Es. 13:21-22). Dio il Signore può rivelarsi personalmente nella Sua molteplicità senza diventare un’altra Persona. Egli è Creatore, Sostenitore, Re, Salvatore, Giudice e molte cose ancora, pur rimanendo sempre lo stesso.

Dio è Spirito; e quelli che l’adorano, bisogna che l’adorino in spirito e verità” (Giov. 4:24).

Dio è UNO SOLO: “Ora, un mediatore non è mediatore di uno solo; Dio invece è uno solo (Gal. 3:20). “Infatti c’è un solo Dio e anche un solo mediatore fra Dio e gli uomini, Cristo Gesù uomo (1 Tim. 2:5). Qual è l’uomo che ancora vuole azzardarsi a continuare a parlare di tre Persone dopo che abbiamo udito la testimonianza veritiera che Egli è «UNO SOLO»?

Egli è l’Unico, l’Invisibile: “Al Re eterno, immortale, invisibile, all’unico Dio, siano onore e gloria nei secoli dei secoli. Amen” (1 Tim. 1:17). Chi vuole ancora una volta pronunciare la parola «uno e trino» di fronte ad una tale affermazione, quando la Scrittura rende testimonianza dell’«unico» Dio?

Al Dio unico, nostro Salvatore per mezzo di Gesù Cristo nostro Signore, siano gloria, maestà, forza e potere prima di tutti i tempi, ora e per tutti i secoli. Amen” (Giuda vers. 25). Sì, concordiamo con la testimonianza veritiera dell’apostolo, che l’«unico» Dio è diventato il nostro Salvatore per mezzo di Gesù Cristo. Amen. Amen.

 “Dio è luce, e in lui non ci sono tenebre. Se diciamo che abbiamo comunione con lui e camminiamo nelle tenebre, noi mentiamo e non mettiamo in pratica la verità” (1 Giov. 1:5-6). Solo colui che cammina veramente nella luce della Parola può avere vera comunione con Dio.

Dio è l’unico Sovrano, il Solo che possiede l’immortalità: “… la quale sarà a suo tempo manifestata dal beato e unico sovrano, il Re dei re e Signore dei signori, il solo che possiede l’immortalità e che abita una luce inaccessibile; che nessun uomo ha visto né può vedere; a lui siano onore e potenza eterna. Amen (1 Tim. 6:15-16). Sì e amen!

 

DIO SI MANIFESTA

 

Nell’Eternità Dio era solo nella Sua pienezza originale di Spirito, Luce e Vita. Nei primordi Egli comparve in una sembianza visibile che viene chiamata la «Sua immagine». Come all’inizio Egli si manifestò visibilmente nella Sua corporeità spirituale, così anche gli angeli sono stati creati alla stessa maniera nella corporeità spirituale, precisamente nella stessa sembianza come anche Adamo.

Nel principio «Dio il Signore» creò il cielo e tutto ciò che lo riempie, poi la terra e il mare e tutto ciò che è in essi. Gli angeli Lo attorniano in cielo e sulla terra. In realtà dobbiamo semplicemente seguire le tracce delle rivelazioni di Dio per riconoscere come Egli si è manifestato nell’Antico e nel Nuovo Testamento.

In tutto l’Antico Testamento «Dio il Signore» si rivelò più volte in sembianze visibili. Così Lo vide Adamo, così Lo vide Abrahamo, così si manifestò a Mosè, così lottò con Giacobbe, così Lo videro i profeti sul Suo trono. Così testimonia di Lui la Sacra Scrittura.

Colui che, per esempio, vuole sapere a chi Dio parlò nel giardino di Eden quando disse: Facciamo l’uomo a nostra immagine, conforme alla nostra somiglianza…” (Gen. 1:26-27), deve leggere i passi biblici relativi che parlano dell’«immagine di Dio» e anche quelli dove Dio il Signore ha pure usato il «noi», perché parlava a dei presenti che erano stati creati a Sua immagine.

In Genesi 3:22 Dio il Signore disse: “Ecco, l’uomo è diventato come uno di noi…”.

In Genesi 11:7 Dio il Signore disse: Scendiamo dunque…”.

Allo stesso modo sta scritto in Isaia 6:8: “… E chi andrà per noi?”.

Come Paolo chiese: Che dice la Scrittura? (Rom. 4:3), così anche noi, in ogni caso, dobbiamo chiedere: «Che dice la Scrittura riguardo a questo tema?». Dobbiamo seguire le orme degli apostoli, credere come essi credevano, insegnare quel che essi insegnavano, battezzare come essi battezzavano, ecc. Senza eccezione ad ogni domanda biblica si risponderà correttamente solo con la Bibbia stessa.

In Giobbe, capitolo 38, apprendiamo a chi Dio parlò in realtà in Genesi, capitolo 1. Egli chiese al Suo servo: Dov’eri quando gettavo le fondamenta della terra?Dov’eri quando le stelle del mattino cantavano in coro e le creature celesti (gli angeli) gridavano di gioia? (Giob. 38:4-7). I presenti alla creazione erano gli angeli e le schiere celesti. Anche alla legislazione gli angeli erano presenti. La Sacra Scrittura riferisce dappertutto di un unico Legislatore: “Poiché il Signore è il nostro giudice, il Signore è il nostro legislatore…” (Is. 33:22), tuttavia viene detto: “Perché dunque la legge? Essa fu aggiunta a causa delle trasgressioni, finché venisse la progenie alla quale era stata fatta la promessa; e fu promulgata per mezzo di angeli, per mano di un mediatore (Gal. 3:19). “Infatti, se la parola pronunziata per mezzo di angeli si dimostrò ferma…” (Ebrei 2:2). Sta di fatto che il Signore come Angelo del Patto scese sul monte Sinai accompagnato da angeli e diede la legge. “Questi (Mosè) è colui che nell’assemblea del deserto fu con l’angelo che gli parlava sul monte Sinai e con i nostri padri, e che ricevette parole di vita da trasmettere a noi” (Atti7:38).

Non solo nel principio, (nell’Antico Testamento), alla creazione e alla legislazione, ma anche nel principio, (nel Nuovo Testamento), alla redenzione, degli angeli erano presenti. In Luca, capitolo 1, l’angelo Gabriele annunciò per prima cosa la nascita di Giovanni il Battista. Dal versetto 26 ci viene narrato: “Al sesto mese, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città di Galilea, chiamata Nazaret…”. Egli annunciò la nascita del Redentore. Poi fu ancora un angelo che gridò ai pastori: “Oggi… è nato per voi un Salvatore, che è il Cristo, il Signore… E a un tratto vi fu con l’angelo una moltitudine dell’esercito celeste, che lodava Dio e diceva: «Gloria a Dio nei luoghi altissimi, e pace in terra agli uomini ch’egli gradisce! »” (Luca 2:8-14).

Dopo che il Figlio di Dio, alla tentazione, ebbe superato la prova, “allora il diavolo lo lasciò, ed ecco degli angeli si avvicinarono a lui e lo servivano” (Mat. 4:11). Così sta scritto. In Giovanni 20:12, sono due gli angeli che stanno nel sepolcro vuoto, uno a capo e l’altro ai piedi, e annunciano il messaggio della risurrezione del Crocifisso. L’Antico e il Nuovo Testamento ci riferiscono la presenza di angeli dovunque il Signore opera qualcosa.

Colui che ha letto la Bibbia fino all’Apocalisse conosce i numerosi racconti che attestano che Dio ha dei messaggeri in cielo e sulla terra e che, là dove Egli fa la storia della salvezza, avviene sempre qualcosa di soprannaturale sulla terra. Giovanni sull’isola di Patmo esprime questo pensiero dicendo: “Queste parole sono fedeli e veritiere; e il Signore, il Dio degli spiriti dei profeti, ha mandato il suo angelo per mostrare ai suoi servi ciò che deve accadere tra poco” (Apoc. 22:6).

Vediamo la piena armonia dell’Antico e del Nuovo Testamento anche a questo riguardo. In compagnia di due angeli, «Dio il Signore» visitò Abrahamo alle querce di Mamre (Gen. cap. 18). Anche in questo passo si crede erroneamente di scorgere la «dottrina delle tre Persone». Siccome Abrahamo vide ad un tratto tre uomini (Gen. 18:2), si presume che sia stata la «santissima Trinità». Non era però né una «santissima» Trinità né una Trinità «profana» — era il Signore con due angeli, così ci viene testimoniato nella Sacra Scrittura.

Abrahamo servì i suoi ospiti e quelli mangiarono (Gen. 18:8).

Poi ci viene riferito: Il Signore disse: «Dovrei forse nascondere ad Abrahamo quanto sto per fare?» … Quegli uomini partirono di là e si avviarono verso Sodoma; ma Abrahamo rimase ancora davanti al Signore (Gen. 18:9-10, 13a, 16-17 e 22).

Nel capitolo 19 i due uomini vengono di nuovo chiamati «i due angeli»: “Or i due angeli giunsero a Sodoma verso sera; e Lot stava sedendo alla porta di Sodoma; e, come li vide, s’alzò per andar loro incontro e si prostrò con la faccia a terra” (Gen. 19:1). La parola angelo significa nella nostra lingua «messaggero, messo, inviato».

I due angeli sono poi di nuovo «i due uomini». Tutta la città si radunò davanti alla casa di Lot e gli si chiese: “Dove sono quegli uomini che sono venuti da te questa notte? Falli uscire, perché vogliamo abusare di loro” (Gen. 19:5). Lot chiede di non usare violenza agli ospiti e offre perfino le sue figlie agli empi omosessuali. Egli supplica: “… ma non fate nulla a questi uomini…” (Gen. 19:8).

Si tratta di farci vedere che Dio, fin dal principio, era circondato da angeli che avevano sembianze umane. «Dio il Signore» apparve più o meno 70 volte come «Angelo del Signore», come «Angelo di Dio», come «Angelo del Patto» (Es. cap. 6; Mal. 3:1; Atti 7:30-38) e come «Angelo della Sua faccia» (Is. 63:9).

In Genesi, capitolo 28, ci viene riferito come Giacobbe ebbe la sua esperienza personale con Dio. Vide una scala che poggiava sulla terra, mentre la sua cima toccava il cielo. “Il Signore stava al di sopra di essa e gli disse: «Io sono il Signore, il Dio d’Abrahamo tuo padre e il Dio d’Isacco. La terra sulla quale tu stai coricato, io la darò a te e alla tua discendenza»” (Gen. 28:13).

In Genesi, capitolo 32, il Signore non era più al di sopra della scala, ma qui sulla terra. Così ci viene narrato: “… e un uomo lottò con lui fino all’apparire dell’alba… E lo benedisse lì. Giacobbe chiamò quel luogo Peniel, perché disse: «Ho visto Dio faccia a faccia e la mia vita è stata risparmiata»” (Gen. 32:24-31).

La parola Peni–el significa nella nostra lingua «faccia di Dio». Dio era così realmente presente nella figura dell’angelo che Giacobbe Lo afferrò, lottò con Lui come si lotta con un uomo e ricevette da Lui un colpo all’anca. Sperimentò personalmente Dio, fu trasformato e dal vecchio Giacobbe, il «soppiantatore», divenne un nuovo Isra–ele, «colui che lotta con Dio».

Il profeta Osea riporta così l’esperienza di Giacobbe: “… nel suo vigore, lottò con Dio; lottò con l’Angelo e restò vincitore; egli pianse e lo supplicò. A Betel lo trovò, là egli parlò con noi. Il Signore è Dio degli eserciti; il suo nome è il Signore–YAHWEH (Osea 12:4-6).

Che descrizione meravigliosa! Ha lottato con l’Angelo che nel contempo era il Signore, il Dio degli eserciti, il cui Nome è Yahweh — l’Eterno.

Chiamiamo Mosè come prossimo vero testimone, la cui esperienza soprannaturale con Dio viene testimoniata come segue in Esodo, capitolo 3: L’angelo del Signore gli apparve in una fiamma di fuoco… Il Signore vide che egli si era mosso per andare a vedere. Allora Dio lo chiamò di mezzo al pruno e disse: «Mosè! Mosè!». Ed egli rispose: «Eccomi». Dio disse: «Non ti avvicinare qua; togliti i calzari dai piedi, perché il luogo sul quale stai è suolo sacro». Poi aggiunse: «Io sono il Dio di tuo padre, il Dio d’Abrahamo, il Dio d’Isacco e il Dio di Giacobbe». Mosè allora si nascose la faccia, perché aveva paura di guardare Dio (Es. 3:2-6).

Tutt’e tre le designazioni vengono adoperate per la stessa Persona: Angelo del Signore, perché portava un messaggio; Signore, perché Egli è l’unico Sovrano; Dio, perché Egli è l’unico degno di adorazione, al Quale appartiene ogni onore per tutta l’Eternità.

Mosè voleva anche conoscere il Nome del Dio che si era rivelato ai suoi padri Abrahamo, Isacco e Giacobbe. “Dio disse a Mosè: «Io sono colui che sono». Poi disse: «Dirai così ai figli d’Israele: L’Io sono mi ha mandato da voi». Dio disse ancora a Mosè: «Dirai così ai figli d’Israele: Il Signore, il Dio dei vostri padri, il Dio d’Abrahamo, il Dio d’Isacco e il Dio di Giacobbe mi ha mandato da voi. Tale è il mio nome in eterno; così sarò invocato di generazione in generazione (Es. 3:14-15).

In Esodo, capitolo 6, ci viene riferito: Dio parlò a Mosè e gli disse: «Io sono il Signore. Io apparvi ad Abrahamo, a Isacco e a Giacobbe, come il Dio onnipotente; ma non fui conosciuto da loro con il mio nome di Signore (Es. 6:2-3). Prima della conclusione del Patto con Israele, Dio rivelò il Suo Nome del Patto. Nel testo ebraico il Nome dell’Onnipotente è il tetragramma: «Io sono YHWH» che è: l’«IO SONO». Da ciò risulta il Nome YAHWEH. Nelle versioni della Bibbia nelle diverse lingue, gli uni scelsero il Nome SIGNORE, altri l’ETERNO, altri ancora YAHWEH, pur riferendosi sempre allo Stesso; però va detto che YAHWEH è il Nome giusto. Ciò risulta anche da tutti i nomi che cominciano o finiscono con «Yah». Il Signore si è sempre presentato come Quello che Egli è per i Suoi, cominciando da YAHWEH–Jireh — «il Signore provvederà» (Gen. 22:13-14) fino a YAHWEH–Shammah — «il Signore è presente» (Ez. 48:35). Per Dio — ELOHIM è già sufficiente El: El– Elyon — «Dio Altissimo» (Gen. 14:18), El–Shaddai — «l’Iddio che è sufficiente per i bisogni del Suo popolo» (Gen. 17:1), El–Olam — «l’Iddio che dura in eterno» (Gen. 21:33) fino a El–Gibbor — «Dio potente» (Is. 9:5). Come El–Shaddai, Dio si rivelò principalmente fino alla legislazione. Da quel momento il Suo Nome del Patto YAHWEH assume la parte principale. Emmanuele, in ebraico Immanu–El, significa «Dio con noi» e alleluia, in ebraico Hallelu–Yah, «Lodate l’Eterno!», Isaia, in ebraico Yesha–Yah, significa «Yahweh ha salvato». Daniele, in ebraico Dani–El, significa «Dio è Giudice»! «El» è sempre in rapporto con Dio e «Yah» con Signore.

È bene sapere che ogni rivelazione di Dio, fin dal principio, ha la sua importanza per la storia della salvezza. Così vediamo facilmente il passaggio dall’Antico al Nuovo Testamento. Il Nome del Patto neotestamentario Gesù è in ebraico YAH–SHUA e dice chiaramente chi è Colui che viene, vale a dire «Yaweh Salvatore». “… perché è lui che salverà il suo popolo dai loro peccati” (Mat. 1:21). È profondamente deplorevole e indegno per Dio che il significato originale del Nome non sia stato trasmesso dai traduttori della Bibbia. Erano degli uomini che conoscevano bene le lingue, però ciò non è stato sufficiente, come possiamo constatare. Bisogna ricevere la rivelazione. Solo lo Spirito di Dio scruta ogni cosa, anche le profondità di Dio (1 Cor. 2:10-16) e ci conduce in tutta la Verità (Giov. 16:7-15 e altri) — nei misteri nascosti del consiglio di Dio (Ef. 3:1-5 e altri).

 

UNO SOLO È SEDUTO SUL TRONO!

 

 Nei giorni del re Achab il profeta Michea vide il Signore sul Suo trono. Michea non era il «profeta di una Chiesa», bensì un vero profeta di Dio che disse: “Perciò ascoltate la parola del Signore. Io ho visto il Signore seduto sul suo trono, e tutto l’esercito del cielo che gli stava a destra e a sinistra (2 Cron. 18:18). Il profeta vide anche l’unico solo Signore seduto sul trono, e Lo vide circondato da angeli.

Il profeta Isaia è un altro testimone che ci trasmette la sua meravigliosa esperienza: “Nell’anno della morte del re Uzzia, vidi il Signore seduto sopra un trono alto, molto elevato, e i lembi del suo mantello riempivano il tempio. … Poi udii la voce del Signore che diceva: «Chi manderò? E chi andrà per noi?». Allora io risposi: «Eccomi, manda me!»” (Is. 6:1-3,8).

Ancora una volta chiamiamo come testimone il profeta Isaia. In ogni rivelazione di Dio c’è il predicato: «Io sono». “Io sono l’Eterno, Colui che esiste di per Sé stesso, lo stesso ieri, oggi, e in eterno”. “Il Signore è Dio eterno, il creatore degli estremi confini della terra” (Is. 40:28). “… che io sono. Prima di me nessun Dio fu formato, e dopo di me, non ve ne sarà nessuno. Io, io sono il Signore, e fuori di me non c’è salvatoreio sono Dio (Is. 43:10-12). Io sono il primo e sono l’ultimo, e fuori di me non c’è Dio (Is. 44:6). Io sono il Signore, e non ce n’è alcun altro; fuori di me non c’è altro Dio! (Is. 45:5). Io sono; io sono il primo e sono pure l’ultimo (Is. 48:12 e altri). Da tutte le testimonianze bibliche risulta chiaramente che si tratta sempre di quell’UNO, fuori del Quale non c’è altro Dio. Il profeta Ezechiele, il cui nome significa «Dio fortificherà», ci narra la sua esperienza soprannaturale: “… c’era come una pietra di zaffiro, che pareva un trono; e su questa specie di trono appariva come la figura d’un uomo, che vi stava assiso sopra, su in alto. … Era una apparizione dell’immagine della gloria dell’Eterno. A questa vista caddi sulla mia faccia, e udii la voce d’UNO che parlava (Ez. 1:26-28).

Sì, la figura di Dio il Signore è quella di un uomo, così come Egli camminava nel giardino di Eden. L’arco del Patto era sopra quell’UNO che era seduto sul trono. Egli è l’Iddio del Patto; Egli ha concluso un Patto con Israele quale Angelo del Patto (Atti 7:33-38). In Apocalisse, capitolo 10, il Signore viene con l’arco del Patto e quale Proprietario legittimo, pone i Suoi piedi sulla terra e sul mare. Egli ha concluso un Patto anche con la Chiesa neotestamentaria (Mat. 26:26-29) con il Suo Nome del Patto YASHUA/GESÙ quale Redentore. Nell’Antico Testamento i profeti annunciarono la salvezza e la venuta del Redentore, nel Nuovo Testamento tutta la profezia è realtà vissuta.

Neanche una sola volta sono state viste sul trono più figure divine o più Persone. Era sempre l’unico eterno Dio che come «Signore» assumeva una figura visibile. Neanche il profeta Daniele vide due Persone divine sul trono (Dan. 7:9-14). Osservò come i troni furono collocati per il Giudizio e come il Giudice supremo, inappellabile, nella figura del Vegliardo, prese posto. In relazione con il Giudizio vide come il Figlio dell’uomo venne sulle nuvole del cielo e fu fatto accostare al venerabile Giudice. Nel Nuovo Testamento possiamo leggere riguardo alla venuta del Figlio dell’uomo: “Or quando il Figliuol dell’uomo sarà venuto nella sua gloria, avendo seco tutti gli angeli, allora sederà sul trono della sua gloria” (Mat. 25:31). Quale Figlio dell’uomo, Sommo Sacerdote e Avvocato, Egli rimane alla destra di Dio finché tutti i nemici siano posti come sgabello dei Suoi piedi (Ebrei 2:5-9). Ciò può essere letto in diversi passi biblici. Così è la parola della promessa: Siedi alla mia destra finché io abbia fatto dei tuoi nemici lo sgabello dei tuoi piedi(Salmo 110:1; Ef. 1:17-23; Ebrei 2:5-9 e altri).

Ascoltiamo anche la testimonianza di Stefano: “Ma Stefano, pieno di Spirito Santo, fissati gli occhi al cielo, vide la gloria di Dio e Gesù che stava alla sua destra, e disse: «Ecco, io vedo i cieli aperti, e il Figlio dell’uomo in piedi alla destra di Dio»” (Atti 7:55-56). Dalla Sua incarnazione fino al compimento vediamo il nostro diletto Redentore nei Suoi diversi compiti accanto a Dio. Nel Figlio tutte le immagini simboliche dell’Antico Testamento dovevano diventare realtà. Quale «Figlio di Dio» Egli è Redentore, quale «Figlio dell’uomo» Egli è Profeta. Quale «Figlio di Davide» Egli è Re. Quale «Figlio di Abrahamo» Egli è Erede del mondo — per mezzo di Lui siamo diventati eredi di Dio e coeredi di Cristo.

Egli è «l’Agnello di Dio» che portò il peccato del mondo sulla croce. Egli è «il Mediatore del Nuovo Patto» (Ebrei 8:6), Egli è «il Sommo Sacerdote» che entrò nel Santuario eterno con il Suo proprio sangue e lo offerse sul trono della grazia (Ebrei 9:11-12). Egli è «l’Avvocato» che ci rappresenta presso il Padre (1 Giov. 2:1). Egli è diventato tutto per tutti affinché tutti coloro che credono a Lui, possano diventare tutto per mezzo di Lui. Solo la fede in Gesù Cristo è vera fede in Dio. Perché Dio era in Cristo e riconciliò il mondo con Sé (2 Cor. 5:19).

Nella Sacra Scrittura sta scritto in ordine perfetto tutto ciò che concerne la salvezza. Ogni passo deve essere lasciato come è e là dove si trova. Se sta scritto «Figlio di Dio», deve rimanere nel contesto e non deve essere scambiato con «Figlio dell’uomo» o «Figlio di Davide». Se sta scritto: «Figlio dell’uomo», in nessun caso deve essere rimpiazzato con: «Figlio di Dio». La stessa cosa vale se sta scritto: «Mediatore», «Avvocato» e per tutti gli altri nomi. Ogni designazione, sì veramente tutto vale solo per il contesto dove sta scritto. Gli uomini che non avevano un’esatta conoscenza di Dio hanno fatto della Sacra Scrittura ben ordinata una confusione terribile e hanno così presentato la Sacra Scrittura come non degna di fede per rendere credibili le loro interpretazioni.

Andiamo ancora all’apostolo Giovanni che è stato reso degno di vedere la rivelazione di Gesù Cristo sull’isola di Patmo. Quando fu rapito in Ispirito nel «giorno del Signore», udì la voce dell’Onnipotente come d’una tromba. Quel che gli fu mostrato, lo doveva scrivere e, Dio sia ringraziato, egli lo fece fedelmente. Dopo aver presentato Gesù Cristo come il Testimone fedele, il Primogenito dei morti che ci ha liberati dai nostri peccati con il Suo sangue e ha fatto di noi un Regno e dei sacerdoti al Dio e Padre Suo — che è anche il nostro Dio e Padre (Giov. 20:17; Ebrei 2:10-18 e altri) — egli indica chi è Colui che viene con le nuvole: “Ecco, egli viene con le nuvole e ogni occhio lo vedrà; lo vedranno anche quelli che lo trafissero, e tutte le tribù della terra faranno lamenti per lui. Sì, amen” (Apoc. 1:7). Nel versetto seguente Colui che viene si presenta questa volta non come Figlio dell’uomo, ma come l’Onnipotente: Io sono l’Alfa e l’Omega dice il Signore Dio Colui che è, che era e che viene, l’Onnipotente (Apoc. 1:8).

Nel capitolo 4, Giovanni vide una porta aperta nel cielo e udì di nuovo la voce dell’Onnipotente come uno squillo di tromba che gli disse: “Sali quassù e ti mostrerò le cose che devono avvenire in seguito. Subito fui rapito dallo Spirito. Ed ecco, un trono era posto nel cielo e sul trono c’era UNO seduto (Apoc. 4:1-2). Come Isaia, anche Giovanni vide Colui che era seduto sul trono e udì come il profeta nell’Antico Testamento: Santo, santo, santo è il Signore, il Dio onnipotente, che era, che è, e che viene (Apoc. 4:8).

Chi è colui che, di fronte ad affermazioni così chiare e veritiere della Sacra Scrittura su Dio potrebbe ancora persistere nelle false idee di un «Dio in tre Persone»? Colui che tiene ad avere grande stima e riconoscimento presso gli uomini non potrà mai umiliarsi sotto la potente mano di Dio e sottomettersi alla Sua Parola. Ma tutti coloro che credono così come dice la Scrittura ricevono la rivelazione divina e accettano la correzione.

 

PROCEDUTO DA DIO

 

Nel principio — non nell’Eternità che non ha né principio né fine — era la Parola, e la Parola era con Dio…” (Giov. 1:1). Ciò si riferisce all’inizio del tempo e a tutto l’Antico Testamento. Il passo seguente parla del Nuovo Testamento: E la Parola è stata fatta carne ed ha abitato per un tempo fra noi…” (Giov. 1:14). Nel compimento vale: “… e la Parola era Dio”. La chiave per la giusta comprensione sta nell’armonia dell’Antico e del Nuovo Testamento. Uno indica il futuro e rende testimonianza di ciò che verrà, l’altro il continuo presente, finché tutto sia adempiuto.

In tutto l’Antico Testamento Lo vediamo come Signore; nel Nuovo Testamento nella Sua incarnazione quale Figliuolo — come il Primogenito fra molti fratelli. La Sua testimonianza quale Figlio agli scribi in quel tempo e oggi è: “Se Dio fosse vostro Padre, mi amereste, perché io sono proceduto e vengo da Dio…” (Giov. 8:42). Rivolto ai Suoi discepoli in quel tempo e oggi, Egli dice: “… poiché il Padre stesso vi ama, perché mi avete amato e avete creduto che sono proceduto da Dio. Sono proceduto dal Padre e sono venuto nel mondo”. Su questo essi risposero in quel tempo — e oggi noi: “Ora sappiamo che sai ogni cosa e non hai bisogno che nessuno ti interroghi; perciò crediamo che sei proceduto da Dio (Giov. 16:26-33). Nella preghiera sacerdotale il Figlio dice: “Poiché le parole che tu mi hai date le ho date a loro; ed essi le hanno ricevute e hanno veramente conosciuto che io sono proceduto da te, e hanno creduto che tu mi hai mandato” (Giov. 17:6-8)

Nei capitoli 14, 15 e 16 dell’Evangelo di Giovanni, il Figliuolo, che è proceduto dal Padre, annunciò la venuta dello Spirito Santo, che anche proviene dal Padre. “Ma quando sarà venuto il Consolatore che io vi manderò da parte del Padre, lo Spirito della verità che procede dal Padre, egli testimonierà di me” (Giov. 15:26). Nell’Antico Testamento Dio disse: “… avverrà che io spanderò il mio Spirito sopra ogni carne…” (Gioele 2:28) — nel Nuovo Testamento ciò si adempì. Tutte le profezie che hanno annunciato la nascita del Figlio e la discesa dello Spirito Santo si adempirono. Incominciò con il fatto che lo Spirito Santo adombrò Maria e così il Padre generò il Figlio che non fu chiamato «Figlio dello Spirito Santo», bensì «Figlio di Dio» (Luca 1:35). Dopo il Suo battesimo, il Figlio di Dio generato dallo Spirito fu ripieno dello Spirito Santo (Mat. 3:13-17) e così abitò in Lui tutta la pienezza della Deità fra noi, come sta scritto: Perché in lui abita corporalmente tutta la pienezza della Deità (Col. 2:9) affinché potesse essere adempiuto: “… e voi avete tutto pienamente in lui, che è il capo di ogni principato e di ogni potenza (Col. 2:10). Il precursore, Giovanni Battista, aveva annunciato quel che avvenne dopo: “Io vi battezzo con acqua, in vista del ravvedimento; ma colui che viene dopo di me è più forte di me, e io non sono degno di portargli i calzari; egli vi battezzerà con lo Spirito Santo e con il fuoco” (Mat. 3:11).

Questo ci viene narrato in Atti, capitolo 2, versetto 33, in relazione con la discesa dello Spirito Santo. Anche Pietro ha potuto testimoniare ciò di coloro che erano diventati credenti, che si erano fatti battezzare e avevano ricevuto il dono dello Spirito Santo (Atti 10:44-48). Nel capitolo 11, l’apostolo lo sottolinea un’altra volta affinché tutti lo comprendano una volta per sempre: “Avevo appena cominciato a parlare quando lo Spirito Santo scese su di loro, esattamente come su di noi al principio. Mi ricordai allora di quella parola del Signore che diceva: «Giovanni ha battezzato con acqua, ma voi sarete battezzati con lo Spirito Santo»” (Atti 11:14-18). La stessa cosa tocca a tutti i figliuoli e a tutte le figliuole di Dio: odono la Parola, quale Semenza divina La ricevono nei loro cuori, nascono di nuovo mediante generazione dallo Spirito a una speranza viva (Giac. 1:18; 1 Piet. 1:23) e sperimentano l’«essere riempiti dello Spirito Santo».

Ancora una volta bisogna chiedersi con quale diritto i padri conciliari hanno annullato la testimonianza chiara e veritiera della Scrittura e hanno fatto delle loro dottrine umane dei comandamenti. Bisogna pure chiedersi perché le Chiese Protestanti persistono nel «Credo» non biblico e nelle dottrine tradizionali. E allo stesso modo bisogna chiedersi se non si ripete come al principio che i costruttori hanno rigettato la Pietra angolare, che è pure la Pietra della vetta, vale a dire Alfa e Omega. È stato predetto nella Parola profetica riguardo a coloro che edificano secondo i propri piani: La pietra che gli edificatori avevano rigettata è divenuta la pietra angolare(Salmo 118:22). Eppure “Egli sarà un santuario” per gli uni, “ma anche una pietra d’intoppo” purtroppo per gli altri (Is. 8:14). “Perciò così parla il Signore, Dio: «Ecco, io ho posto come fondamento in Sion una pietra, una pietra provata, una pietra angolare preziosa, un fondamento solido; chi confiderà in essa non avrà fretta di fuggire»” (Is. 28:16; Rom. 9:33).

Dio ha posto ogni cosa sulla base della fede e della rivelazione. Così dice il Signore Gesù: “Non avete mai letto nelle Scritture: «La pietra che i costruttori hanno rifiutata è diventata pietra angolare; ciò è stato fatto dal Signore…»”. Ciò è avvenuto affinché Egli stesso potesse edificare la Sua Chiesa (Mat. 16:16-18) “… ed è cosa meravigliosa agli occhi nostri” (Mat. 21:42). L’apostolo Pietro ha dettagliatamente scritto su questo tema nella sua prima epistola, capitolo 2, dal versetto 1 al versetto 10.

Sotto la diretta influenza del maligno, di Satana, la Parola di Dio eternamente valida è stata annullata senza pietà e la «Pietra angolare» è stata gettata qua e là. Però adesso le dottrine bibliche debbono di nuovo essere messe in vigore senza compromessi tramite l’autorità della Parola di Dio. Tutte le dottrine e i dogmi ecclesiastici non biblici debbono essere demoliti. La «Pietra della vetta» verrà rimessa al posto che debitamente Gli spetta durante l’ultimo potente operato dello Spirito con acclamazioni (Zac. 4:7 e 10). Tutti i programmi, tutte le opinioni e interpretazioni passeranno, solo la Parola di Dio rimane in eterno (Is. 40:8; 1 Piet. 1:25; Luca 21:33). Così dice il Signore: “Io annunzio la fine sin dal principio, molto tempo prima dico le cose non ancora avvenute; io dico: «Il mio piano sussisterà, e metterò a effetto tutta la mia volontà…»” (Is. 46:10).

Tutti gli operai nel Regno di Dio portano una grande responsabilità per le anime loro affidate e non dovrebbe essere indifferente a nessuno dove esse passeranno l’Eternità. Ogni predicatore deve chiedersi da chi proviene l’insegnamento che rappresenta. La testimonianza del Redentore è chiara: La mia dottrina non è mia, ma di colui che mi ha mandato. Se uno vuol fare la volontà di lui, conoscerà se questa dottrina è da Dio o se io parlo di mio (Giov. 7:16-17).

Possono queste parole essere dette oggi dai predicatori, dagli evangelisti, dai pastori, dai dottori, ecc.? Qui ci si domanda anche se è stata data una diretta vocazione e missione dal Signore a cui possono essere riferite le parole: In verità, in verità vi dico: chi riceve colui che io avrò mandato, riceve me; e chi riceve me, riceve colui che mi ha mandato (Giov. 13:20). Solo allora si potrà dire:Chi ascolta voi ascolta me; chi respinge voi respinge me, e chi rifiuta me rifiuta Colui che mi ha mandato” (Luca 10:16). Oggi, per chi valgono veramente le parole: Come il Padre mi ha mandato, anch’io mando voi (Giov. 20:21). Profeti e apostoli erano servi del Signore, da Lui inviati.

Dalla Parola della rivelazione divina è stata fatta una facoltà teologico–filosofica; la vocazione divina è diventata una professione. Le parole: “Saranno tutti ammaestrati da Dio” non risultano più vere. La fede è diventata filosofia benché Paolo ammonisse già in quel tempo: “Guardate che nessuno faccia di voi sua preda con la filosofia e con vani raggiri secondo la tradizione degli uomini e gli elementi del mondo e non secondo Cristo (Col. 2:8).

L’appello ad ogni servitore di Dio è ancora oggi: Predica la Parola, insisti a tempo e fuor di tempo, riprendi, sgrida, esorta con grande pazienza e sempre istruendo (2 Tim. 4:1-5). Così scongiurò Paolo il suo collaboratore Timoteo. Non è il servitore l’autorità, ma la Parola di Dio che è l’assoluto e l’unica autorità divina.

 

IO EDIFICHERÒ LA MIA CHIESA

 

Cristo ha solo una Chiesa, che Egli stesso ha redento e chiama fuori da ogni popolo, tribù e lingua per unirla con Sé. Il Redentore dice: “Io edificherò la mia Chiesa…” (Mat. 16:16-18). Egli porta a compimento la Sua Chiesa che è la Sua proprietà per il glorioso giorno del Suo ritorno (Fil. 1:6 e altri). “… per farla comparire davanti a sé, gloriosa, senza macchia, senza ruga o altri simili difetti, ma santa e irreprensibile” (Ef. 5:27). Questo è uno dei periodi più importanti di tutta la storia dell’umanità. Adesso l’Evangelo eterno di Gesù Cristo viene predicato a tutti i popoli quale testimonianza (Mat. 24:14; Apoc. 14:6). Nel contempo c’è la chiamata ad uscire fuori per coloro che appartengono alla vera Chiesa del Signore ed Egli stesso grida ai Suoi: “Separatevene, dice il Signore, e non toccate nulla d’impuro; e io vi accoglierò” (2 Cor. 6:14-18; Apoc. 18:4). Naturalmente soltanto coloro che desiderano realmente sperimentare la loro preparazione e che fanno parte della Chiesa–Sposa accoglieranno e seguiranno questo invito. Nella Chiesa sono stati posti diversi ministeri per particolari compiti, così sta scritto: E Dio ha costituito nella Chiesa primieramente degli apostoli; in secondo luogo dei profeti; in terzo luogo dei dottori…” (1 Cor. 12:28; Ef. 4:11-16 e altri). Tali ministeri non vengono formati in una scuola biblica o in un seminario per predicatori, ma da Dio stesso dopo essere stati chiamati.

L’apostolo parla di coloro che, in virtù di una chiamata divina, sono stati destinati alla predicazione dei misteri del Regno dei cieli: “Così, ognuno ci consideri servitori di Cristo e amministratori dei misteri di Dio. Del resto, quel che si richiede agli amministratori è che ciascuno sia trovato fedele (1 Cor. 4:1-2). Per questo motivo un’accusa deve essere mossa contro tutto ciò che non è biblico e viene ancora divulgato. Deve essere scoperto e messo a confronto con la Parola di Dio.

Nel corso della storia della Chiesa il consiglio di Dio non era mai stato rivelato in modo così chiaro e completo come oggi. Come era nel principio, alla prima venuta di Cristo, così è adesso prima del Suo ritorno: prima apparve il profeta promesso (Is. 40:3; Mal. 3:1), come lo troviamo confermato nei quattro Evangeli, un uomo mandato da Dio per preparare la via del Signore e per rendere testimonianza alla Luce che illumina ogni uomo. Poi apparve il Salvatore e Redentore promesso che Giovanni Battista aveva presentato. Oggi il Signore parla con i Suoi come in quel tempo, include tutta la Parola, comincia con Mosè, i Salmi e i profeti e continua con il Nuovo Testamento. A colui che crede a quel che Egli dice tramite la Sua Parola, Essa gli verrà anche rivelata e La capirà (Luca 24:27-49). A colui che non La crede, Essa non gli può essere rivelata. Soltanto la fede conduce alla rivelazione per mezzo dello Spirito. Dopo che il Signore aveva rivelato ai Suoi discepoli il significato delle parabole, chiese loro: “«Avete capito tutte queste cose?». Essi risposero: «Sì». Allora disse loro: «Per questo, ogni scriba che diventa un discepolo del regno dei cieli è simile a un padrone di casa il quale tira fuori dal suo tesoro cose nuove e cose vecchie»” (Mat. 13:51-52).

Un servitore dato dal Signore non annuncia verità parziali, ma proclama, nel vero senso della parola, tutto il consiglio di Dio. Nella bocca di tutti i servitori chiamati da Dio la Sua Parola rimane la pura Verità, come è proceduta dalla Sua bocca (1 Re 17:24). Adesso le parole «cibo», «volontà» e «opera» di Dio — opera di Dio che viene per il compimento nella «Chiesa–Sposa» — sono di nuovo collegate come allora con lo Sposo: Gesù disse loro: «Il mio cibo è far la volontà di colui che mi ha mandato, e compiere l’opera sua»” (Giov. 4:34).

Adesso dobbiamo comprendere e vivere le parole del nostro Signore nel loro più profondo senso: “Sta scritto: Non di pane soltanto vivrà l’uomo, ma di ogni parola che proviene dalla bocca di Dio (Mat. 4:4) perché sta scritto: “«Ecco, vengono i giorni», dice il Signore, Dio, «in cui io manderò la fame nel paese, non fame di pane o sete d’acqua, ma la fame e la sete di ascoltare la parola del Signore»” (Amos 8:11). Allo stesso modo dobbiamo essere consapevoli che in ogni interpretazione della Parola viene trasmesso il veleno del serpente — la morte spirituale. Si tratta del significato della Parola nella Quale è stata rivelata la volontà di Dio.

È anche molto importante sapere quel che il Signore predisse, ciò che precede la Sua venuta come Sposo e quale ministero deve essere adesso eseguito. Con ciò si tratta anzitutto del ministero promesso del profeta Elia, tramite il quale sono state rivelate la piena Parola di Dio e la Sua volontà per l’ultimo periodo prima della scadenza del tempo della grazia. Egli rispose: «Certo, Elia deve venire e ristabilire ogni cosa»” (Mat. 17:11). Si tratta però anche del ministero d’insegnamento che il Signore ha descritto così: “Qual è mai il servo fedele e prudente che il padrone ha costituito sui domestici per dare loro il vitto a suo tempo? … Io vi dico in verità che lo costituirà su tutti i suoi beni (Mat. 24:45-47). Così viene realizzata la restaurazione. Così il ministero profetico è collegato con il ministero d’insegnamento affinché ogni cosa sia di nuovo riportata allo stato originale.

Le parole vuote non servono né a colui che parla né a coloro che ascoltano. L’apostolo Paolo ammonì: “Nessuno vi seduca con vani ragionamenti…” (Ef. 5:6). Del nostro Redentore sta scritto: “Allora ho detto: Ecco, vengo (nel rotolo del libro è scritto di me) per fare, o Dio, la tua volontà (Ebrei 10:7-10). Dei redenti sta scritto: “E, stendendo la mano verso i suoi discepoli, disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli! Poiché chiunque avrà fatto la volontà del Padre mio, che è nei cieli, mi è fratello e sorella e madre»” (Mat. 12:49-50) e pure: “Infatti avete bisogno di costanza, affinché, fatta la volontà di Dio, otteniate quello che vi è stato promesso” (Ebrei 10:36-39). Adesso il Cibo spirituale deve ristorarci affinché possiamo fare la volontà di Dio. Solo pregare: «Sia fatta la Tua volontà… » non servirà a nessuno. Come nel Capo, Cristo, così anche nelle membra del Corpo di Cristo deve avvenire nel compimento la volontà di Dio.

 

QUALCUNO LO DEVE DIRE

 

Qualcuno deve dirlo e pronunciare l’avvertimento. In tutti i Paesi del mondo i rappresentanti in carica delle religioni combattono per le loro proprie opinioni d’insegnamento e difendono la loro tradizione come «cultura guida». Tutti mandano missionari che sono ovunque diligentemente attivi. Non abbiamo solo molte religioni mondiali, abbiamo 342 «Chiese cristiane» unite nel «Consiglio Ecumenico delle Chiese» fondato il 23 agosto 1948 ad Amsterdam. Tutti si appellano a Dio e alla Bibbia, insegnano e agiscono però in modo totalmente diverso. È provato che tutti edificano il loro proprio regno e lo definiscono Regno di Dio. Per la Chiesa di Gesù Cristo, non si tratta di un riconoscimento terreno, non si tratta di potere temporale, ma di combattere per la fede che è stata affidata nel principio ai santi e a coloro che sono consacrati a Dio (Giuda vers. 3). Questa era la preghiera degli apostoli in quel tempo e oggi è la nostra preghiera. In ogni cosa, è la Parola di Dio che deve essere riconosciuta come l’unica valida e tutte le interpretazioni e dottrine umane debbono essere smascherate come inganni del nemico. Non ha senso che gli evangelisti predichino il ritorno di Cristo e i segni del tempo della fine rimanendo tuttavia nel vecchio lievito delle dottrine non bibliche tramandate. Chiunque cerca con sincerità deve essere consapevole in quale campo si è addentrato leggendo questo esposto. Anche tu, caro lettore, gentile lettrice, devi capire che la Parola di Dio non rimarrà senza effetto, neanche in te, ma che produrrà ciò per cui è stata mandata (Is. 55:11).

Per questo motivo, è necessario che qualcuno dica quel che deve essere corretto, e deve poterlo fare nel Nome del Signore. La triste realtà è che la Cristianità non si accorge affatto di vivere in una fede falsificata. Dovunque ci sono interpretazioni e non la Parola!

Paolo era sicuro della proclamazione del vero Evangelo che aveva ricevuto per rivelazione di Gesù Cristo e, in diretta responsabilità davanti a Dio, ha pronunciato la maledizione su tutti coloro che predicano un altro evangelo (Gal. cap. 1). Oggi però quasi tutti parlano di benedizioni e predicano un altro evangelo senza esserne consapevoli. E di nuovo chiediamo: “Che dice la Scrittura?” e chi è da Dio ammetterà solamente la risposta proveniente dalla Parola di Dio. Tutti gli altri rimarranno nelle loro opinioni riguardo all’insegnamento ecclesiastico e le difenderanno.

Nel corso della storia della Chiesa sono stati fraintesi e arbitrariamente interpretati molti passi della Scrittura, soprattutto quello di Matteo 28:19: “… battezzandoli nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo” — perfino da apprezzati traduttori della Bibbia — e lo è ancora oggi. Lo stesso vale anche per le parole tanto importanti del nostro Signore in Giovanni 20:23: “A chi perdonerete i peccati, saranno perdonati; a chi li riterrete, saranno ritenuti”. Anche su altri temi ci sono state forti contese, in realtà ogni dottrina è stata più o meno fraintesa o le è stata data una diversa interpretazione. Per questo motivo, per ordine di Dio, viene qui mossa un’accusa. Se vogliamo con vera sincerità trovare il modo di uscire dal caos religioso, dobbiamo ritornare al principio per sapere come gli apostoli hanno compreso e praticato simili passi e temi controversi sui quali tuttavia essi stessi non hanno mai litigato.

L’apostolo Giovanni scrive: “Quel che era dal principio, quel che abbiamo udito, quel che abbiamo visto con i nostri occhi, quel che abbiamo contemplato e che le nostre mani hanno toccato… noi lo annunziamo anche a voi…” (1 Giov. 1:1-4) — non ciò che sorse prima o dopo, in un secondo tempo. Nel principio, nella Chiesa neotestamentaria, tutto avveniva così come Pietro — che era stato costituito dal Signore risorto stesso e aveva le chiavi del Regno dei cieli — lo aveva comandato. Già nella prima predicazione, il giorno di Pentecoste, egli mostrò la porta a coloro che cercavano e l’aprì a coloro che diventarono credenti. Indicò loro la via stretta che conduce alla Vita eterna tramite ravvedimento e battesimo. Così entrarono consapevolmente con l’ubbidienza della fede nel Regno di Dio. Ciò corrispondeva esattamente a quanto il Signore aveva detto in Matteo, capitolo 28, e anche all’ordine di missione nel Vangelo di Marco: Chi avrà creduto e sarà stato battezzato sarà salvato; ma chi non avrà creduto sarà condannato” (Marco 16:16).

Pietro si è attenuto innanzitutto all’indicazione del Risorto nel Vangelo di Luca: “… e che nel suo nome si sarebbe predicato il ravvedimento per il perdono dei peccati a tutte le genti…” (Luca 24:47). Alla prima predicazione si adempì anche quanto il nostro Signore aveva detto nel Vangelo di Giovanni: A chi perdonerete i peccati, saranno perdonati; a chi li riterrete, saranno ritenuti(Giov. 20:23).

Con la proclamazione dell’Evangelo venne predicato il perdono e anche sperimentato da coloro che credettero. L’uomo di Dio della prima ora poté dire a coloro che erano diventati credenti: «I vostri peccati vi sono perdonati nel Suo Nome». Però, a tutti coloro che non credettero, egli fu costretto a dire: «I vostri peccati non sono perdonati». La fede viene dalla predicazione e la predicazione dalla Parola di Dio (Rom. 10:17). A coloro che credettero furono rimessi i peccati, a coloro che non credettero furono ritenuti. Così si compie fino ad oggi con la predicazione dell’Evangelo di Gesù Cristo ciò che il Signore disse. Nella prima riunione a Pentecoste, l’ordine di missione venne correttamente predicato e praticato così come sta scritto nei quattro Evangeli! Per prima cosa c’è la predicazione che produce la fede, poi lo Spirito che guida al ravvedimento e così il credente ottiene il perdono. Le esperienze successive sono il battesimo in acqua e il battesimo dello Spirito.

Chi pensa di vedere una contraddizione tra l’ordine di missione dato dal Signore e l’esecuzione pratica degli apostoli non ha compreso che deve essere battezzato nel Nome. Padre non è un nome, né Figlio e neanche Spirito Santo. Sono delle designazioni come «Creatore», «Salvatore», «Re», ecc. Però ognuno deve essere battezzato nel Nome, come avvenne nel Cristianesimo primitivo.

Che genere di Libro leggeremmo se ci fossero delle contraddizioni in Esso! Le contraddizioni sono nella mente delle persone, dopo che il nemico ha loro interpretato la Parola. Con ciò la Parola di Dio è resa poco credibile e le tradizioni ecclesiastiche vengono legittimate. Così dice il Signore: Come sapete bene annullare il comandamento di Dio per osservare la tradizione vostra! … annullando così la Parola di Dio con la tradizione che voi vi siete tramandata (Marco 7:7-13).

 

IL NOME NELL’ANTICO E NEL NUOVO TESTAMENTO

 

Ancora una volta, l’importanza del Nome del nostro Signore deve essere sottolineata nel suo significato globale per la fede, il battesimo e la piena salvezza. Nel libro del profeta Gioele troviamo informazioni sul Nome del Signore che deve essere invocato per la salvezza dell’anima. La promessa è: E avverrà che chiunque invocherà il nome dell’Eterno sarà salvato…” (Gioele 2:32). Nella sua prima predicazione, Pietro grida questa parola profetica alla folla radunatasi. In virtù della redenzione il: “E avverrà…” diventò: “E avvenne…”. “Quelli che accettarono la sua parola furono battezzati; e in quel giorno furono aggiunte a loro circa tremila persone” (Atti 2:41).

L’apostolo si riferiva allo stesso Signore del quale il profeta Gioele aveva profetizzato. Nel giorno della nascita della Chiesa del Nuovo Testamento, in Atti 2:38, ci viene mostrato con chiarezza di quale Nome si tratta: “Ravvedetevi e ciascuno di voi sia battezzato nel nome di Gesù Cristo, per il perdono dei vostri peccati…”. Questo è il modello dell’ordine di missione eseguito, valido per tutti i tempi per la Chiesa del Nuovo Testamento. La pratica tradizionale del battesimo trinitario è una bestemmia verso l’ordine del battesimo, perché rinnega il Nome. La dottrina di Cristo, che allo stesso tempo è la dottrina e la pratica degli apostoli, la troviamo solamente nella Parola di Dio. Un semplice appellarsi a Cristo e a Pietro non serve a nessuno. Tutto ciò che non concorda armoniosamente con tutta la Parola, non concorda affatto!

Ancora una volta i seguenti passi biblici ribadiscono e debbono farci vedere l’importanza del battesimo. Paolo includendosi testimonia: “O ignorate forse che tutti noi, che siamo stati battezzati in Cristo Gesù, siamo stati battezzati nella sua morte? Siamo dunque stati sepolti con lui mediante il battesimo nella sua morte, affinché, come Cristo è stato risuscitato dai morti mediante la gloria del Padre, così anche noi camminassimo in novità di vita. Perché se siamo stati totalmente uniti a lui in una morte simile alla sua, lo saremo anche in una risurrezione simile alla sua (Rom. 6:3-5). “… siete stati con lui sepolti nel battesimo, nel quale siete anche stati risuscitati con lui mediante la fede nella potenza di Dio che lo ha risuscitato dai morti (Col. 2:12).

L’aspersione tradizionale non biblica dei neonati viene chiamata «battesimo», ma non lo è affatto; la parola greca babtisma significa: «immergere». Ciò è risaputo da tutti i teologi. Oltre a ciò abbiamo pure il terribile fraintendimento delle parole di Gesù in Giovanni, capitolo3, e del loro uso: “In verità, in verità ti dico che se uno non è nato d’acqua e di Spirito, non può entrare nel regno di Dio”. Completamente strappato fuori dal contesto questo testo è stato interpretato in un «battesimo di rigenerazione» che viene insegnato e creduto. Il neonato che non sa assolutamente nulla di un’esperienza di grazia, di salvezza e di nuova nascita, dovrebbe nascere di nuovo tramite un atto ufficiale. Se dopo, nel corso della loro vita, si vuol parlare di Gesù Cristo con coloro che sono stati “cristianamente” battezzati, non vogliono sentire parlare della grazia e vogliono essere lasciati in pace riguardo a questo argomento. Per la dottrina e la pratica non bibliche viene mossa un’accusa davanti al tribunale di Dio.

In origine venivano battezzati soltanto coloro che erano diventati credenti e il battesimo veniva eseguito secondo la Scrittura con una sola immersione. Come un defunto viene messo supino nella bara e seppellito, così colui che è morto a sé stesso con Cristo viene simbolicamente seppellito con Lui nel battesimo (Rom. 6:3-11). Trarre fuori dall’acqua dimostra che il battezzando, da quel momento in poi camminerà con Cristo in una vita nuova. Non si deve continuare ancora a discutere su Dio, a litigare sul battesimo, adesso è l’ordine divino che deve di nuovo essere messo in vigore: V’è un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo, un solo Dio e Padre di tutti, che è al di sopra di tutti, fra tutti e in tutti (Ef. 4:5-6).

Filippo annunciava in Samaria la Buona Novella relativa al Regno di Dio e al Nome di Gesù Cristo. E tutti coloro che credettero, uomini e donne, furono battezzati nel Nome del Signore Gesù (Atti 8:1-17). Quando l’evangelista, facendo seguito alla parola del profeta Isaia, annunciò al tesoriere il lieto messaggio di Gesù Cristo, il ministro disse: “«Ecco dell’acqua; che cosa impedisce che io sia battezzato?»”. Filippo confermò: “«Se tu credi con tutto il cuore, è possibile». L’eunuco rispose: «Io credo che Gesù Cristo è il Figlio di Dio». Fece fermare il carro, e discesero tutti e due nell’acqua, Filippo e l’eunuco; e Filippo lo battezzò (Atti 8:33-40). Già Giovanni aveva battezzato là dove c’era molta acqua (Giov. 3:23), affinché potesse immergere correttamente, ossia completamente, il battezzando. Perfino Gesù si fece battezzare da lui e, “appena battezzato, salì fuor dall’acqua…” (Mat. 3:16).

Durante un battesimo biblico, entrambi, il battezzando e il battezzante, entrano nell’acqua. O forse qualcuno vuole negare anche questo fatto, benché sia scritto così? La giusta successione rimane ancora in vigore: predicazione, fede, battesimo. Qual è l’uomo che osa contraddire Dio e la Sua Parola e osa persistere in una tradizione non biblica?

Nell’Antico Testamento era il Nome del Signore YAHWEH a essere invocato. Nel Nuovo Testamento è il Nome YASHUA, ed è lo stesso IO SONO che poteva dire: “In verità, in verità vi dico: Prima che Abramo fosse nato, IO SONO (Giov. 8:58). YAHWEH dell’Antico Testamento è YAHSHUA/GESÙ del Nuovo Testamento. Nell’Antico Testamento apparve nella corporeità spirituale, nel Nuovo Testamento nel corpo di carne per redimere noi che siamo nel corpo di carne.

Paolo riassume tutto ciò così: “Perché, se con la bocca avrai confessato Gesù come Signore e avrai creduto con il cuore che Dio lo ha risuscitato dai morti, sarai salvato; infatti con il cuore si crede per ottenere la giustizia e con la bocca si fa confessione per essere salvati. Difatti la Scrittura dice: «Chiunque crede in lui, non sarà deluso». Poiché non c’è distinzione tra Giudeo e Greco, essendo egli lo stesso Signore di tutti, ricco verso tutti quelli che lo invocano. Infatti chiunque avrà invocato il nome del Signore sarà salvato (Rom. 10:9-13).

Nel capitolo 3 degli Atti degli apostoli ci viene narrato il miracolo di guarigione del paralitico. Pietro disse: “«Dell’argento e dell’oro io non ne ho; ma quello che ho, te lo do: nel nome di Gesù Cristo, il Nazareno, cammina!»”. Nel capitolo 4 gli apostoli vengono condotti davanti al Sinedrio a motivo della guarigione e viene loro chiesto: “«Con quale potere o in nome di chi avete fatto questo?». Allora Pietro, pieno di Spirito Santo, disse loro: «Capi del popolo e anziani, se oggi siamo esaminati a proposito di un beneficio fatto a un uomo infermo, per sapere com’è che quest’uomo è stato guarito, sia noto a tutti voi e a tutto il popolo d’ Israele che questo è stato fatto nel nome di Gesù Cristo, il Nazareno, che voi avete crocifisso, e che Dio ha risuscitato dai morti; è per la sua virtù che quest’uomo compare guarito, in presenza vostra. Egli è la pietra che è stata da voi costruttori rifiutata, ed è divenuta la pietra angolare. In nessun altro è la salvezza; perché non vi è sotto il cielo nessun altro nome che sia stato dato agli uomini, per mezzo del quale noi dobbiamo essere salvati»” (Atti 4:7-12). Paolo, l’apostolo pieno di autorità e con una diretta vocazione celeste, scrive: Qualunque cosa facciate, in parole o in opere, fate ogni cosa nel nome del Signore Gesù ringraziando Dio Padre per mezzo di lui” (Col. 3:17).

«Ogni cosa» vuol dire ogni cosa, e ogni cosa doveva essere fatta nella Chiesa del Nuovo Patto nel Nome del Patto neotestamentario, così comandò l’uomo di Dio. A chi dobbiamo dare ragione: a Dio o agli uomini? Pietro a Gerusalemme, Filippo in Samaria, Paolo a Efeso — ovunque e tutti hanno battezzato nel Nome del Signore Gesù Cristo. La testimonianza del battesimo — biblicamente corretto — si basa su tre e più testimoni. Come si può passare con leggerezza sopra a questi fatti?

Vediamo che sia nel Nuovo sia nell’Antico Testamento, l’accento è stato posto sul Nome del Signore, nel quale avviene ogni cosa: In qualunque luogo, nel quale farò ricordare il mio nome, io verrò da te e ti benedirò (Es. 20:24b). “Poiché dove due o tre sono riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro (Mat. 18:20). Nel Salmo 22 leggiamo: Io annunzierò il tuo nome ai miei fratelli…” (Salmo 22:22). Nel Sermone sul monte ci viene detto come dobbiamo pregare: “Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome…” (Mat. 6:9). Nella preghiera sacerdotale leggiamo: Io ho manifestato il tuo nome agli uomini che tu mi hai dati dal mondo” (Giov. 17:6). Il Figlio di Dio continuò a pregare: “Padre santo, conservali nel tuo nome, il quale tu mi hai dato… Io ho fatto loro conoscere il tuo nome, e lo farò conoscere…” (Giov. 17:11, 26). Si tratta del Nome che è al di sopra d’ogni nome nel quale Dio quale Padre si è rivelato nel Figlio. Udite questo, voi, popoli tutti, e tu, popolo di Dio, prendi sul serio questo avvertimento, credilo e agisci di conseguenza!

 

LA GRANDE APOSTASIA

 

Come mai che perfino le Chiese e Comunità cristiane là dove ancora recentemente le preghiere erano elevate al trono della grazia nel Nome di Gesù Cristo sono passate alla linea tradizionale ecclesiastica e il fondamento biblico viene abbandonato? Se oggi i leader delle Chiese riconoscessero che adesso Dio restaura ogni cosa riportandola al suo giusto stato, non dovrebbe essere proprio il contrario? L’apostolo Paolo non chiederebbe di nuovo: “Chi vi ha ammaliati?” (Gal. 3:1). Molte cose strane sono state introdotte soprattutto nelle riunioni delle confessioni di tendenza carismatica. Le persone, sotto un’influenza sconcertante di una musica genere discoteca, senza volerlo, vengono trascinate piene di entusiasmo.

Tutti coloro che prendono parte a una simile riunione fanno su comando tutto ciò che viene loro detto. Vengono anche avanti e, come già si aspettavano, cadono in fila sul dorso. Il carismatico spiega inoltre che sono state “toccate” dallo Spirito Santo e che sono entrate nel riposo di Dio. Ma è veramente così?

Chi ha letto la Sacra Scrittura sa che tutti, senza eccezione alcuna, trovandosi nella presenza di Dio caddero sulla loro faccia: da Abrahamo a Mosè e Aaronne fino a Giosuè, e tutto Israele alla consacrazione del Tempio (Gen. 17:3; Num. 14:5; Gios. 5:14; 1 Re 18:39). Davide esclamò: Venite, adoriamo e inchiniamoci, inginocchiamoci davanti all’Eterno che ci ha fatti! (Salmo 95:6-7). Anche Daniele cadde sulla sua faccia (Dan. 8:18). Anche Gesù, a Getsemani, si gettò con la faccia a terra (Mat. 26:38-42). Paolo scrive in 1 Corinzi 14:25 che là dove lo Spirito di Dio è all’opera per mezzo del dono di profezia, le persone si gettano giù con la faccia a terra. Anche Giovanni sull’isola Patmo cadde in avanti sulla sua faccia (Apoc. 1:17). Sì, perfino il mondo celeste cade in adorazione con la faccia a terra: “E tutti gli angeli erano in piedi intorno al trono, agli anziani e alle quattro creature viventi; essi si prostrarono con la faccia a terra davanti al trono e adorarono Dio, dicendo: «Amen! Al nostro Dio la lode, la gloria, la sapienza, il ringraziamento, l’onore, la potenza e la forza, nei secoli dei secoli! Amen»” (Apoc. 7:11-12).

Qualcuno deve dire che tutto ciò non quadra e pronunciare l’avvertimento! Nella Parola di Dio coloro che non hanno voluto ascoltare e non sono entrati nel riposo divino vengono minacciati di cadere sul dorso: “La parola del Signore è stata per loro precetto dopo precetto, precetto dopo precetto, regola dopo regola, regola dopo regola, un poco qui, un poco là, affinché essi andassero a cadere a rovescio, fossero fiaccati, còlti al laccio, e presi!” (Is. 28:7-13). Proprio questa parola della Scrittura si adempie adesso e dappertutto. Se le persone cadono così come dice qui la Parola, allora non si può parlare di benedizione, ma di giudizio. Particolarmente adesso, l’ammonimento: “Provate gli spiriti!” è l’imperativo dell’ora. Però ciò può avvenire soltanto facendo un raffronto con la Parola di Dio. Adesso, alla fine dei tempi, gli spiriti seduttori sono così vicini all’autentico operato di Dio che, se fosse possibile, anche gli eletti sarebbero sedotti (Mat. 24:24). Se fosse lo stesso Spirito di Dio che operò nel principio, allora tutto dovrebbe essere come era nel principio: la stessa fede, lo stesso battesimo, gli stessi ministeri, i doni e i frutti dello Spirito dovrebbero essere manifestati. Di nuovo ciò che è ingannevole viene scambiato con ciò che è autentico. E così l’inganno continua. Per quanto tempo ancora?

Colui che non afferra che questo è l’ultimo periodo importante prima del ritorno di Cristo, durante il quale tutte le cose debbono essere riportate allo stato biblico originale e messe in ordine, non vedrà neanche l’urgenza di questa correzione riguardante la dottrina. Quel che Paolo disse profeticamente per il tempo della fine, lo viviamo adesso. La grande apostasia continua senza interruzione affinché l’uomo del peccato possa manifestarsi ed essere riconosciuto come autorità morale e religiosa stimata a livello planetario. L’avversario vero e proprio è il figlio della perdizione che s’innalza sopra tutto, considerandosi competente per tutto ciò che è chiamato Dio od oggetto di culto. La maggior parte delle persone non si accorge che l’intero mondo religioso gli dà retta, con una o perfino con tutt’e due le orecchie, e si trova con lui nella stessa barca. La Bibbia dice che tutti coloro che non hanno amore per la Verità — che è solamente e unicamente la Parola di Dio permanente in eterno — saranno vittime di una potenza d’errore e crederanno alla menzogna (2 Tes. cap. 2).

Perché colui che non crede alla Parola di Dio originale è condannato a credere alle bugie della Parola distorta. Chi non crede al Figlio di Dio crederà al figlio della perdizione. Chi non crede a quel che Dio disse tramite il vero Profeta (Deut. 18:15-19), il Messia, l’Unto, come Pietro sottolinea: E avverrà che chiunque non avrà ascoltato questo profeta, sarà estirpato di mezzo al popolo (Atti 3:17-26), crederà a quel che dice il falso profeta (Apoc. 19:20). Chi non crede pienamente quel che Cristo disse, crederà la dottrina dell’Anticristo. Appellarsi agli apostoli Pietro e Paolo non serve affatto se non si è concordi con loro nella dottrina e nella pratica biblica. È in gioco la Vita eterna! Solo quando le persone crederanno così come dice la Scrittura si manifesterà la vita operata dallo Spirito. La Parola è la Semenza (Luca 8:11) e la Vita divina che è nella Semenza può venire fuori solo in coloro che L’hanno ricevuta nella fede e sono morti con Cristo a sé stessi. “Colui che semina il buon seme è il Figlio dell’uomo; il campo è il mondo; il buon seme sono i figli del regno; le zizzanie sono i figli del maligno” (Mat. 13:37-38).

I falsi profeti e i falsi cristi, cioè i facitori di miracoli unti che Gesù Cristo, il nostro Redentore, predisse per questi tempi (Mat. cap. 24), sono in accordo con il «Credo trinitario» che Cristo e gli apostoli non conoscevano. Sostengono la pratica trinitaria del battesimo e, ciò facendo, sono contro la dottrina di Cristo e degli apostoli. La Chiesa primitiva invece rimase nell’insegnamento degli apostoli (Atti 2:42). Malgrado la conferma esteriore, dopo un esame in base alla Parola di Dio, sono falsi apostoli (Apoc. 2:2).

Secondo l’Evangelo di Matteo, capitolo 7, dal versetto 21, sono coloro che si appellano a tutto ciò che hanno fatto nel Nome di Gesù. Per sé stessi, rigettano tuttavia il Nome di Gesù che essi cantano e usano. Rifiutano categoricamente di farsi battezzare biblicamente, come l’apostolo Paolo, nel Nome del Signore Gesù Cristo (Rom. 6:3). Non sono pronti a portare l’obbrobrio di Cristo, vogliono piuttosto essere onorati dal popolo (Giov. 5:44). Senza esserne consapevoli, predicano un altro evangelo e un altro Gesù e stanno sotto l’influenza di un altro spirito (2 Cor. 11:1-13). Tuttavia adesso deve essere così, affinché sia adempiuto quel che sta scritto: “Non chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma chi fa la volontà del Padre mio che è ne’ cieli. Molti mi diranno in quel giorno: Signore, Signore, non abbiam noi profetizzato in nome tuo, e in nome tuo cacciato demoni, e fatte in nome tuo molte opere potenti? E allora dichiarerò loro: Io non vi conobbi mai; dipartitevi da me, voi tutti operatori d’iniquità(Mat. 7:21-23).

Malgrado il loro ministero impressionante vengono respinti quali operatori d’iniquità e, con ciò, vengono parificati all’avversario, all’empio (2 Tes. 2:3-7). “Il Figliuol dell’uomo manderà i suoi angeli che raccoglieranno dal suo regno tutti gli scandali e tutti gli operatori d’iniquità, e li getteranno nella fornace del fuoco” (Mat. 13:41-42).

Davanti a Dio deve essere mossa un’accusa per tutto l’inganno religioso, per tutto ciò che è stato mal interpretato nella Sua Parola. Per Dio vale solo quel che veramente dice la Sua Parola, alla Quale non deve essere aggiunto nulla (Apoc. 22:18). Il giudizio — la sentenza divina deve iniziare adesso nella Casa di Dio, nella Chiesa di Gesù Cristo. Come al principio la Parola è uscita da Gerusalemme e da Sion l’insegnamento (Is. 2:3; Atti cap. 2), così adesso deve essere predicata la stessa pura dottrina. Ora vale di nuovo per la vera Chiesa: “… ma voi siete venuti al monte di Sion, e alla città dell’Iddio vivente, che è la Gerusalemme celeste, e alla festante assemblea delle miriadi degli angeli, e alla Chiesa de’ primogeniti che sono scritti nei cieli, e a Dio, il Giudice di tutti, e agli spiriti de’ giusti resi perfetti, e a Gesù, il mediatore del nuovo patto, e al sangue dell’aspersione che parla meglio di quello d’Abele” (Ebrei 12:22-24).

Questa è l’ultima chiamata per mezzo dell’ultimo Messaggio, il totale esodo dalla prigionia babilonese. Non viviamo nel tempo della Riforma, quando molte cose sono state riformate e le 95 tesi sono state affisse sul portone della cattedrale di Wittenberg, neanche nei secoli successivi con i loro risvegli che conducevano sempre più profondamente nella Parola di Dio, viviamo nel tempo della piena restaurazione dell’ordine divino. Adesso i fondamenti apparenti, che sono in realtà solo sabbia e non la «Roccia» — il vero fondamento —, vengono minati e tutti gli edifici non biblici fatti crollare. Però chi riconosce il giorno e il Messaggio? Chi è pronto a seguire il Signore nell’ubbidienza della fede per tutto il cammino fino al compimento? Chi prende sul serio l’avvertimento?
 

SFIDA

Vorrei incontrare la persona che mi dicesse e pure lo crede seriamente che ci sono tre Eterni, tre Onnipotenti, tre Onniscienti che esistono come Persone indipendenti che sono sempre concordi e si dividono la Deità. In realtà ciò significherebbe tre Dèi e non più l’UNICO Dio nel caso la lingua abbia ancora un senso. Per questo motivo la «religione trinitaria» del tunisino Tertulliano, dal quale proviene il concetto «Trinità» deve essere posto davanti al trono del giudizio divino. Deve sottomettersi alla sentenza definitiva della Parola di Dio. Allo stesso modo la dottrina di Sabellio, ripresa dalla «Chiesa Unitariana», deve essere chiamata in giudizio.

Sì, si rimane grandemente meravigliati riguardo a quanto viene asserito di recente nel mondo religioso: vale a dire che Ebrei, Cristiani e Musulmani credono allo stesso Dio. Adesso si tratta della globalizzazione, dell’ordine mondiale politico dominato dalla religione. Come si può leggere in prima pagina sui giornali, si persegue un’«alleanza delle religioni mondiali». Non solamente le Chiese figlie cristiane tornano alla Chiesa madre, anche tutte le religioni mondiali vengono invitate a Roma. Le dodici più importanti religioni hanno già dimostrato il loro desiderio di unità. Che tutte credano allo stesso Dio è, schiettamente detto, una menzogna incredibile.

Il Dio della Cristianità creato dai padri della Chiesa con tre figure e tre facce, come era conosciuto nelle antiche religioni naturali, come spesso rappresentato sui ritratti, non è il vero Dio del Quale la Bibbia testimonia. Tre Persone eterne che sono concordi e nel contempo diverse non possono in nessun caso essere l’unico vero Dio; comunque non è il vero Dio — il Dio di Abrahamo, Isacco e Giacobbe, il Dio d’Israele, l’UNICO ETERNO. Dio il Signore è lo stesso nell’Antico e nel Nuovo Testamento, indipendentemente di come e in qualità di che cosa si riveli. Egli stesso prescrisse al Suo popolo il vero credo: Ascolta, Israele: Il Signore, il nostro Dio, è l’UNICO Signore (Deut. 6:4-9). La stessa confessione vale anche nel Nuovo Testamento: Gesù rispose: Il primo è: Ascolta, Israele: il Signore, nostro Dio, è l’unico Signore: Ama dunque il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta l’anima tua, con tutta la mente tua, e con tutta la forza tua”. La risposta degli ascoltatori era: “Bene, Maestro! Tu hai detto secondo verità, che vi è un solo Dio e che all’infuori di lui non ce n’è alcun altro (Marco 12:29-32).
 

È così che i rappresentanti della Trinità raffigurano spesso l’«Iddio in tre Persone». Bisogna chiedersi se Dio il Signore camminava così nel giardino di Eden. Adamo è stato creato secondo una simile immagine? Certamente no! Dio il Signore è apparso così ad Abrahamo? Sicuramente no! Ha parlato così con Mosè faccia a faccia? No di certo! Che i rappresentanti della «teoria delle tre Persone» possano capire una volta per sempre quanto assurde sono la loro idea e la loro dottrina! Dio non permette a nessun uomo di rappresentarLo in un’immagine, Lui che per noi è così incomprensibile e inspiegabile. Una simile immagine è una trasgressione di Esodo 20:1-7; è una bestemmia.
 

Dall’11 settembre 2001, quando alcuni fanatici islamici sgozzarono i piloti e dirottarono gli aerei con tutti i passeggeri verso le Torri gemelle del World Trade Center a New York, molti hanno studiato i relativi libri storici e enciclopedie sull’Islam. Rimanemmo sorpresi nell’apprendere che Allah, originariamente, era il dio babilonese della luna, il quale si dice desse la fertilità a tutta la vegetazione sulla terra. Solo dopo che Maometto condusse 28 guerre e vinse tutte le tribù circostanti e i loro dèi, proclamò Allah, il dio della luna, il dio della sua tribù come l’unico dio da adorare nella Ka’ba alla Mecca. Per questo motivo la religione dell’Islam ha scelto come simbolo la mezzaluna e ora combatte contro gli «infedeli», secondo il suo modo di vedere, fino a quando la mezzaluna diventerà luna piena, dovendo tutto il mondo sottomettersi alla religione di Maometto. Il «dio della luna» è dunque un tutt’altro dio, un dio ideato, che non ha proprio nulla in comune con l’Onnipotente!

L’affermazione che Dio si trovi in ogni religione e Cristo sia da trovare dappertutto, è anche una terribile menzogna. L’unico vero Dio vivente è Colui che noi incontriamo e che ci ha incontrati dal primo capitolo della Genesi fino all’ultimo capitolo della Bibbia. Malgrado le Sue molteplici rivelazioni il concetto «Monoteismo» può essere applicato solamente e unicamente a Lui.

Il 14 maggio 1999, in Vaticano, il Papa bacia un magnifico esemplare del Corano durante la visita del patriarca e imam di Bagdad. Per giorni e giorni la televisione irachena ha trasmesso questa immagine.

Adesso la premura è di riunire tutti in una «Comunità Mondiale degli Stati» accettabile da tutte le religioni. Ed ecco che il diavolo usa di nuovo una parola di Dio, vale a dire: “… che siano tutti uno”, non prende però in considerazione quanto sta scritto prima e dopo queste parole di Gesù. Adesso, allo scadere del tempo della grazia, avrà anche luogo la chiamata fuori dei figliuoli di Dio. Saranno uniti nella Verità come piccolo gregge sotto Cristo, il Capo: “… che siano tutti uno; e come tu, o Padre, sei in me e io sono in te” (Giov. 17:21). Il Signore chiama fuori i Suoi e pone ognuno davanti alla decisione con la domanda: “E quale accordo fra Cristo e Beliar? O quale relazione c’è tra il fedele e l’infedele? E che armonia c’è fra il tempio di Dio e gli idoli?”. La vera Chiesa di Cristo è anche definita dimora di Dio sulla terra: “Noi siamo infatti il tempio del Dio vivente, come disse Dio: «Abiterò e camminerò in mezzo a loro, sarò il loro Dio ed essi saranno il mio popolo»”. Segue la chiamata: “Perciò, uscite di mezzo a loro e separatevene, dice il Signore, e non toccate nulla d’impuro; e io vi accoglierò. E sarò per voi come un padre e voi sarete come figli e figlie, dice il Signore onnipotente (2 Cor. 6:15-18).

È solo nel Figlio che il Padre venne a noi, solo in Lui veniamo al Padre: “Gesù gli disse: «Io sono la via, la verità e la vita; nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. … Chi ha visto me, ha visto il Padre; come mai tu dici: Mostraci il Padre? Non credi tu che io sono nel Padre e che il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico di mio; ma il Padre che dimora in me, fa le opere sue»” (Giov. 14:6, 10). Così dice il Signore: “Io e il Padre siamo uno” (Giov. 10:30).



COSA È DEGNO DI FEDE


Solo Dio è degno di fede come pure la Sua Parola. Abrahamo credette a Dio e ciò gli fu messo in conto di giustizia (Rom. 4:3). Tutti i veri credenti sono la discendenza spirituale di Abrahamo (Gal. 3:29). Seguono le orme della fede, come dice la Scrittura. La testimonianza di Dio è chiara come pure quella dei profeti e degli apostoli. Adesso si tratta della nostra testimonianza che deve essere in armonia con quel che sta scritto.

La Cristianità, che ha apostatato dalla vera fede, ha creato una propria religione. L’UNICO Dio è stato diviso in più Persone che vengono perfino adorate separatamente. Poi segue l’elevazione di Maria a «Madre di Dio», a Theotokos — «colei che ha partorito Dio» (431 d.C.). Bene, e qui la cosa diventa molto seria, qui si dividono gli spiriti, perché così sta scritto: “Per questo si conosce lo Spirito di Dio: ogni spirito, che confessa Gesù Cristo venuto in carne, è da Dio. Ed ogni spirito, che non confessa Gesù Cristo venuto in carne, non è da Dio; e quello è lo spirito d’anticristo…” (1 Giov. 4:2-3)! Poiché i padri della Chiesa hanno messo il Figlio accanto all’Iddio UNICO come «Dio da Dio e Luce da Luce», come l’hanno formulato, e hanno fatto di Lui una seconda Persona eterna, definirono Maria «Madre di Dio». Questa è proprio la confessione anticristiana. La Bibbia non conosce alcun Dio che abbia una madre. Dio esiste di Eternità in Eternità. Quando Elisabetta fu ripiena di Spirito Santo, ella pronunciò quel che vale per sempre. Non disse: “Come mai mi è dato che la madre di Dio venga da me?”, ma, come sta scritto nel Libro della Verità: “Come mai mi è dato che la madre del mio Signore venga da me?” (Luca 1:43). L’angelo non annunciò neanche la nascita di Dio, ma la nascita del Figliuolo di Dio, che è il Signore (Luca 2:11).


Il Figlio fu generato ed è il «Cristo», il «Messia» manifestato in carne — l’«Unto di Dio». Non un Figlio eterno divenne carne, divenne uomo, ma Colui che nel principio era la Parola, il Logos, fu manifestato quale Figlio nel corpo di carne. Questa è la verità divina. La confessione di fede ecclesiastica non è la confessione di Gesù Cristo; è totalmente non biblica e, di conseguenza, anticristiana. Per questo motivo sta scritto con lo sguardo sulla confessione biblica del Figlio: Chiunque nega il Figliuolo, non ha neppure il Padre; chi confessa il Figliuolo (come la Sacra Scrittura Lo confessa) ha anche il Padre (1 Giov. 2:23). Prima l’apostolo Giovanni ha messo in guardia dall’Anticristo che non confessa Gesù come il Cristo venuto in carne. Mette in risalto «l’unzione dello Spirito» che ci insegna biblicamente: “… tutto ciò che è menzogna (anche quella di un «Figlio eterno»!) non ha niente a che fare con la verità” (1 Giov. 2:18-27). In nessun posto la Sacra Scrittura testimonia della nascita del Figlio di Dio nel cielo, ma, come annunciato nell’Antico Testamento e adempiutosi nel Nuovo Testamento, solo qui sulla terra. Nel cielo, dove era stato creato, c’era solo il «figlio dell’aurora», Lucifero. Però si sollevò, cadde e divenne l’avversario (Is. 14:12-14; Ez.28:11-17), il dio di questo mondo (2 Cor. 4:4).

Altrettanto anticristiana è l’elevazione di Maria a «Mediatrice» e «Avvocata», sì perfino a «Regina dei cieli», come pure anticristiani sono il dogma dell’«Immacolata concezione» e quello della sua «Assunzione», ecc. Se fosse realmente avvenuto, gli apostoli l’avrebbero testimoniato, esattamente come essi hanno documentato il concepimento verginale e l’ascensione di Cristo. Tutti questi dogmi non hanno alcun fondamento biblico, non provengono quindi da Cristo, il Capo della Chiesa e, di conseguenza, sono anticristiani. Poiché non vengono attestati nella Sacra Scrittura, sono da rigettare. La Bibbia conosce e cita solo Gesù Cristo come Mediatore e Intercessore, nessun altro. Lui solo è il Re dei re — non occorre una «Regina dei cieli», né nel cielo né sulla terra. Sta pure scritto: “Nessuno è salito in cielo, se non colui che è disceso dal cielo: il Figlio dell’uomo che è nel cielo” (Giov. 3:13). Cosa è degno di fede: quel che dice la Parola di Dio o quel che hanno ideato i principi della Chiesa e i papi nel corso del tempo? Anche la storia della «successione apostolica» dei papi, a partire dell’apostolo Pietro, è solo una pia leggenda. Né la Bibbia né la storia della Chiesa riferiscono che Pietro sia mai stato a Roma.

Riguardo all’adorazione di Maria come pure di tutti i santi e delle loro immagini, bisogna però chiedersi se tutto ciò può essere un culto reso a Dio o è piuttosto un culto reso agli idoli, quando i defunti vengono invocati e venerati. La Mariologia e ogni adorazione di santi sono nel loro insieme estranei alla Bibbia. Fin da quel primo giorno di Pentecoste, allorché Maria sperimentò il battesimo dello Spirito Santo con i centoventi, esperienza assolutamente necessaria per essere salvati, fino alla fine del Nuovo Testamento, Maria non è più menzionata neanche una sola volta. Quale vaso eletto, quale vergine che Dio aveva scelto per partorire il Figlio (Is. 7:14), Maria aveva adempiuto il suo alto e unico compito. Maria era, sì, doveva essere una parte dell’umanità caduta, peccaminosa nella quale il Redentore nacque, affinché Egli potesse redimerci dalla caduta nel peccato. Perciò anche Maria confessò Cristo come suo Salvatore: “E Maria disse: «L’anima mia magnifica il Signore, e lo spirito mio esulta in Dio, mio Salvatore…»” (Luca 1:47).

In realtà, la Chiesa di Roma ha completamente cambiato le dottrine originali e, in parte, le ha trasferite da Cristo su Maria. Satana, quale principe di questo mondo, ha devastato tutto tramite i principi della Chiesa. Ha distrutto primieramente l’ordine divino della creazione, poi l’ordine divino della salvezza cosicché, sotto un manto religioso, è lui a ricevere l’adorazione anziché Dio il Signore, il Creatore e Redentore. Tutto ciò che non è biblico nel Cristianesimo apostatato deve essere posto sul banco di prova — sul banco degli imputati.


I padri della Chiesa, che non erano né apostoli né profeti, hanno sviluppato teorie e speculazioni su Dio e su altri temi che diventarono singole dottrine e da cui trassero poi i credo e i dogmi. Evidentemente non avevano alcuna comprensione della realizzazione del consiglio di salvezza di Dio, come era stato annunciato nell’Antico Testamento e avviene nel Nuovo, cioè che Dio avrebbe liberato dalla morte l’umanità da Lui separata dalla caduta nel peccato, l’avrebbe riconciliata con Sé e le avrebbe dato la Vita eterna. Come Adamo all’inizio della creazione naturale è stato creato quale figliuolo di Dio, così Cristo è il Figliuolo di Dio generato dallo Spirito, il principio della nuova creazione divina (Apoc. 3:14). Egli è l’immagine del Dio invisibile, il primogenito di ogni creatura…” (Col. 1:15-16). “Perché quelli che ha preconosciuti, li ha pure predestinati a essere conformi all’immagine del Figlio suo, affinché egli sia il primogenito tra molti fratelli (Rom. 8:29). “Infatti, poiché per mezzo di un uomo è venuta la morte, così anche per mezzo di un uomo è venuta la risurrezione dei morti. Poiché, come tutti muoiono in Adamo, così anche in Cristo saranno tutti vivificati” (1 Cor. 15:21-22).

Anche i seguenti passi valgono per tutti i figliuoli e tutte le figliuole di Dio: “Se dunque uno è in Cristo, egli è una nuova creatura; le cose vecchie sono passate: ecco, sono diventate nuove” (2 Cor. 5:17). “… a essere invece rinnovati nello spirito della vostra mente e a rivestire l’uomo nuovo che è creato a immagine di Dio nella giustizia e nella santità che procedono dalla verità” (Ef. 4:23-24). “Voi, che eravate morti nei peccati e nella incirconcisione della vostra carne, voi, dico, Dio ha vivificati con lui, perdonandoci tutti i nostri peccati (Col. 2:13). “Egli ha voluto generarci secondo la sua volontà mediante la parola di verità, affinché in qualche modo siamo le primizie delle sue creature (Giac. 1:18). “… perché siete stati rigenerati non da seme corruttibile, ma incorruttibile, cioè mediante la parola vivente e permanente di Dio (1 Piet. 1.23).


E come abbiamo portato l’immagine del terrestre, così porteremo anche l’immagine del celeste
(1 Cor. 15:49). “E noi tutti, a viso scoperto, contemplando come in uno specchio la gloria del Signore, siamo trasformati nella sua stessa immagine, di gloria in gloria, secondo l’azione del Signore, che è lo Spirito” (2 Cor. 3:17-18). Il Redentore doveva apparire nel corpo di carne e compiere qui sulla terra l’opera di redenzione. Sulla croce Egli esclamò: Tutto è compiuto! (Giov. 19:30). Mandando il proprio Figlio in carne simile a carne di peccato e, a motivo del peccato, ha condannato il peccato nella carne…” (Rom. 8:3).

Come Dio incaricò tutti i profeti — perfino Giovanni il Battista, che apparve come un uomo mandato da Dio — e tutti nacquero sulla terra, così avvenne anche l’invio del Figlio: Egli nacque qui sulla terra e fu mandato. L’errore fatale di ragionamento dei teologi consiste nel porre il Figlio già fin dall’Eternità accanto a Dio, nonostante Paolo abbia scritto in
Galati 4:4 con piena chiarezza: “Ma quando giunse la pienezza del tempo, Dio mandò suo Figlio, nato da donna, nato sotto la legge…”. E così Egli dovette: “… diventare simile ai suoi fratelli in ogni cosa, per essere un misericordioso e fedele sommo sacerdote nelle cose che riguardano Dio, per compiere l’espiazione dei peccati del popolo (Ebrei 2:17).

“Carissimi, ora siamo figli di Dio, ma non è stato ancora manifestato ciò che saremo. Sappiamo che quand’egli sarà manifestato saremo simili a lui, perché lo vedremo com’egli è” (1 Giov. 3:2).


IL TEMPO È VICINO


Alle nostre spalle stanno i duemila anni del tempo della grazia, conosciuti come gli «ultimi giorni» (Atti 2:17; Ebrei 1:1-2 e altri) che Dio ha assegnato all’umanità durante il periodo del Nuovo Patto. Proprio davanti a noi c’è il grande avvenimento del rapimento della Chiesa–Sposa per la Cena delle Nozze nel cielo (Mat. 25:1-10; 1 Tes. cap.4; Apoc. cap. 19; 1 Cor. cap. 15). Alla Cena delle Nozze nella gloria seguirà il settimo millennio della storia dell’umanità. Non vogliamo entrare qui nei dettagli dei diversi periodi di duemila anni: da Adamo fino ad Abrahamo, da Abrahamo fino a Cristo, né del breve tempo della Grande tribolazione che avrà luogo nel periodo tra il rapimento e l’inizio del Regno. L’abbiamo già fatto in altre pubblicazioni.

Il «giorno del Signore» viene descritto in diversi contesti nell’Antico e nel Nuovo Testamento: come giorno d’ira furente e di retribuzione (Is. 13:6-16), come giorno di tenebre con segni nel cielo e sulla terra(Gioele cap. 2), come giorno che viene come un ladro nella notte (1Tes. 5:1-4), come giorno in cui tutte le opere degli uomini saranno bruciate (2 Piet. 3:1-10), e così via. Il Signore Gesù ne parlò come il «giorno della risurrezione». Nel capitolo 6 dell’Evangelo di Giovanni questo giorno viene menzionato in relazione con la risurrezione perfino quattro volte come l’«ultimo giorno». “Questa è la volontà di Colui che mi ha mandato: che io non perda nessuno di quelli che egli mi ha dati, ma che li risusciti nell’ultimo giorno (Giov. 6:39, 40, 44 e 54). All’inizio dell’«ultimo giorno» ha luogo la prima risurrezione e, alla sua fine, la seconda risurrezione. “… e ne verranno fuori: quelli che hanno operato bene, in risurrezione di vita; quelli che hanno operato male, in risurrezione di giudizio” (Giov. 5:29).


“Gli altri morti non tornarono in vita prima che i mille anni fossero trascorsi. Questa è la prima risurrezione. Beato e santo è colui che partecipa alla prima risurrezione. Su di loro non ha potere la morte seconda, ma saranno sacerdoti di Dio e di Cristo e regneranno con lui quei mille anni
(Apoc. 20:1-6). Dopo verrà tenuto il Giudizio finale, conosciuto come il Giudizio «davanti al Trono bianco» (Apoc. 20:11-15). Poi verranno il Nuovo Cielo e la Nuova Terra (Apoc. 21:1) e il tempo sfocerà nell’Eternità.

Anche adesso è compiuto un periodo di tempo che in ogni momento può terminare. Benché nessuno conosca né il giorno né l’ora, i segni dei tempi ce lo indicano chiaramente. Il promesso ritorno di Cristo sarebbe dovuto avvenire già molto tempo fa; è solamente la longanimità di Dio che aspetta finché gli ultimi siano entrati nel Regno di Dio (2 Piet. 3:9). Da 2000 anni i credenti aspettano l’adempimento della promessa di Gesù Cristo: “Io vo a prepararvi un luogo; e quando sarò andato e v’avrò preparato un luogo, tornerò, e v’accoglierò presso di me, affinché dove son io, siate anche voi (Giov. 14:1-3). Mai prima c’è stato un tempo in cui tutte le circostanze concomitanti che dovevano accompagnare questo avvenimento — il più grande nella storia della salvezza — corrispondono così esattamente come oggi. Anche se gli schernitori chiedono come è stato predetto per la fine dei giorni: “Dov’è la promessa della sua venuta?”, domanda alla quale Pietro diede già in quel tempo la risposta: “Il Signore non ritarda l’adempimento della sua promessa… ma è paziente verso di voi, non volendo che qualcuno perisca, ma che tutti giungano al ravvedimento. … Ma voi, carissimi, non dimenticate questa unica cosa: per il Signore un giorno è come mille anni, e mille anni sono come un giorno (2 Piet. cap. 3).

Il Signore Gesù ha indicato diverse volte quel che deve avvenire prima della Sua venuta, per esempio in Matteo, capitolo 24, in Marco, capitolo 13 come anche in Luca, capitolo 17. Tra l’altro sarebbe stato come ai giorni di Noè — in quella epoca ebbe luogo il fatale miscuglio delle due linee di Set e Caino, ossia dei figli di Dio con le figlie degli uomini (Gen. cap. 6), al quale mise fine il diluvio. Doveva anche essere come a Sodoma e Gomorra, quando l’immoralità aveva raggiunto il suo culmine (Gen. cap. 19). Abrahamo era il profeta di quel tempo a cui il Signore rivelò quel che sarebbe accaduto (Gen. 18:17). Dio mandò un castigo e fece piovere dal cielo zolfo e fuoco. Prima che il mondo odierno venga purificato con giudizi d’ira apocalittici e fuoco, Dio offre la grazia e la salvezza. L’avvertimento precede il giudizio.

Per questo motivo, con lo sguardo rivolto al tempo della fine, il Signore Gesù stimò molto importante la promessa dell’invio del profeta Elia prima del grande e terribile «giorno del Signore» di Malachia 4:5 e ne dà la conferma in Matteo 17:11 e in Marco 9:12: “Ed egli, rispondendo, disse loro: «Certo, Elia deve venire e ristabilire ogni cosa»”. Questa promessa ha la stessa importanza di quella che concerneva il ministero di Giovanni Battista, prima della prima venuta di Cristo, che apparve con lo spirito e la potenza di Elia per volgere il cuore dei padri dell’Antico Testamento ai figliuoli del Nuovo Testamento (Luca 1:17). Adesso, in diretto collegamento con la preparazione della Chiesa–Sposa prima del ritorno di Cristo, si adempie la seconda parte: i cuori dei figliuoli vengono ricondotti ai padri apostolici. Alla Chiesa neotestamentaria è stato promesso nella Parola di Dio sia una piena restaurazione sia il ristabilimento del suo stato originale.

Non è più necessario chiedersi cosa è andato perduto nella Chiesa di Dio e cosa deve essere restaurato prima della venuta di Gesù Cristo. Siamo davanti ad una svolta dei tempi. Il comandamento dell’ora è: non farsi prendere dal panico, ma riflettere sul Messaggio che precede il ritorno di Cristo. Tutti dovrebbero prendere sul serio questo esposto alla luce della Parola di Dio. Oltre a essere pronti, è necessario che, nella Chiesa dell’Iddio vivente, tutto venga ricondotto allo stato primitivo, come è stato promesso. Così sta scritto: “… affinché vengano dalla presenza del Signore dei tempi di ristoro e che egli mandi il Cristo che vi è stato predestinato, cioè Gesù, che il cielo deve tenere accolto fino ai tempi della restaurazione di tutte le cose; di cui Dio ha parlato fin dall’antichità per bocca dei suoi santi profeti (Atti 3:19-21). È moderno parlare delle «profezie del tempo della fine», predicare un «Vangelo di prosperità» e, nel contempo, passare accanto all’adempimento delle promesse bibliche per la Chiesa. Adesso si ripete nelle riunioni solenni quanto avvenne già alla prima venuta di Cristo. Il Signore disse piangendo: Oh se tu sapessi, almeno oggi, ciò che occorre per la tua pace! Ma ora è nascosto ai tuoi occhi” (Luca 19:42). Anche adesso è così come era già nei giorni del nostro Signore ed è sempre stato: spesso, perfino credenti biblici ringraziano Dio per quel che ha fatto, guardano a quel che farà ancora, però passano accanto a quel che Egli fa al presente!

Colui che manca oggi la coincidenza all’ultimo operato di Dio non sarà pronto per il rapimento. Enoc, il settimo dopo Adamo, fu rapito senza gustare la morte. Era il simbolo per noi che viviamo nell’ultima epoca della Chiesa, per i quali vale la promessa: “A chi vince io darò di seder meco sul mio trono, come anch’io ho vinto e mi son posto a sedere col Padre mio sul suo trono” (Apoc. 3:21). Adesso i veri credenti aspettano quel che Paolo scrisse già allora: Ecco, io vi dico un mistero: non tutti morremo, ma tutti saremo trasformati…” (1 Cor. 15:51). Però, affinché il corpo possa essere mutato al ritorno di Cristo, bisogna che il cuore e la vita siano già stati mutati. Nell’Antico Patto Dio ha promesso di concludere un Nuovo Patto e di dare al Suo popolo un cuore nuovo, uno spirito nuovo e una vita nuova (Ger. 31:31-34; Ez. 11:19, 18:31-32). Troviamo la conferma di questa promessa nel Nuovo Testamento (Mat.26:26-29; Ebrei 8:6-13 e altri). Riguardo a Enoc leggiamo: “Per fede Enoc fu rapito perché non vedesse la morte; e non fu più trovato, perché Dio lo aveva portato via; infatti prima che fosse portato via ebbe la testimonianza di essere stato gradito a Dio” (Ebrei 11:5). Adesso abbiamo bisogno della fede per il rapimento e della certezza che il compiacimento di Dio riposi su di noi prima di essere rapiti.

La nuova nascita e l’essere stati illuminati per mezzo dello Spirito non sono sufficienti per la prima risurrezione, per il mutamento e il rapimento. La potenza di trasformazione dello Spirito Santo deve abitare nei nostri corpi mortali per vivificarli (Rom. 8:11). Innanzitutto dobbiamo sperimentare il battesimo dello Spirito Santo come conferma di essere figliuoli e figliuole di Dio, come era il caso per il Figliuolo di Dio (Mat. cap. 3). “E, perché siete figli, Dio ha mandato lo Spirito del Figlio suo nei nostri cuori, che grida: «Abbà, Padre»” (Gal. 4:6). Poi continua fino alla guida dello Spirito: “Infatti tutti quelli che sono guidati dallo Spirito di Dio, sono figli di Dio” (Rom. 8:14).

Tutti i profeti ai quali venne la Parola furono ispirati e guidati dallo Spirito di Dio. E tutti coloro che credono alla Parola sperimentano adesso la stessa ispirazione e guida dello Spirito Santo e vengono sigillati: “In lui voi pure, dopo aver ascoltato la parola della verità, il vangelo della vostra salvezza, e avendo creduto in lui, avete ricevuto il sigillo dello Spirito Santo che era stato promesso, il quale è pegno della nostra eredità fino alla piena redenzione di quelli che Dio si è acquistati a lode della sua gloria” (Ef. 1:13-14). Tutto ciò che ci è stato donato con la redenzione, lo dobbiamo sperimentare personalmente nella comunione con Dio. Di ciò fanno parte anche la rigenerazione e la nuova nascita dallo Spirito, l’unzione e il battesimo dello Spirito Santo, come già allora nel Cristianesimo primitivo.

Tutti coloro che desiderano sussistere davanti a Dio ed essere rapiti desiderano ardentemente camminare con Dio. Però, una vita gradita a Dio è possibile solo in concordanza con la Sua Parola e la Sua volontà. Tutto il resto è teoria e fantasticherie. Due volte il compiacimento di Dio venne pronunciato sul Figlio di Dio: una volta al battesimo (Mat. cap. 3) quando disse: “Conviene che noi adempiamo così ogni giustizia” e poi alla trasfigurazione (Mat. cap. 17). In quell’occasione fu aggiunto ancora: “Ascoltatelo!”. Ci furono sempre sulla terra uomini predestinati a essere figliuoli e figliuole di Dio secondo il disegno benevolo della Sua volontà (Ef. 1:5 e altri). Sono coloro ai quali Egli fa conoscere il mistero della Sua volontà e del Suo consiglio (Ef. 1:9-14). Con lo sguardo sul ritorno di Gesù Cristo l’apostolo Paolo scrive ai veri credenti: “Poiché Dio è colui che opera in voi il volere e l’operare, per il suo beneplacito… affinché siate irreprensibili e integri, figli di Dio senza biasimo in mezzo ad una generazione ingiusta e perversa…” (Fil. 2:12-18). Se vogliamo essere rapiti, il compiacimento di Dio deve riposare su di noi.

Bisogna accertare se si crede quel che la Scrittura insegna nel modo in cui lo insegna, oppure se si crede quel che gli uomini dicono. Ritorniamo subito al punto, vale a dire alla promessa profeticamente annunciata per questo tempo. Giovanni il Battista era l’adempimento di Malachia 3:1, lo confermano i quattro Evangeli. Aveva il suo ministero duemila anni fa, all’inizio del giorno della salvezza. Adesso il tempo della grazia sta per terminare e irromperà il «giorno del Signore», perciò doveva adempiersi Malachia 4:5: “Ecco, io vi mando il profeta Elia, prima che venga il giorno del Signore, giorno grande e terribile”. Adesso abbiamo di nuovo un periodo profetico e il Signore mise in risalto, come già citato, la validità di questa promessa particolare che, in quel tempo, dopo il ministero compiuto di Giovanni il Battista che apparve nello spirito di Elia, era ancora avvenire: Certo, Elia deve venire e ristabilire ogni cosa (Mat. 17:11).


Ogni volta che Dio fa qualcosa di particolare sulla terra, rivela il Suo segreto ai Suoi servi, i profeti (Amos 3:7). Poi si adempie la promessa del Signore: “Chi riceve un profeta come profeta, riceverà premio di profeta; e chi riceve un giusto come giusto, riceverà premio di giusto” (Mat. 10:41) e vale l’ammonimento: “Non toccate i miei unti e non fate male ai miei profeti!” (1 Cron. 16:22; Salmo 105:15). Ci sono anche coloro che lapidano i profeti loro inviati, ma ornano la tomba di quelli che si sono addormentati (Mat. 23:29). Ciononostante, prima del giudizio, il Signore manda dei messaggeri al Suo popolo.

Come Elia radunò il popolo di Dio, prese le dodici pietre secondo le dodici tribù d’Israele, riedificò l’altare demolito e offerse il sacrificio, poi Dio rispose (1 Re cap. 18), così, per mezzo del «Messaggio di Elia», la dottrina dei dodici apostoli deve adesso essere nuovamente restaurata (Atti 2:42; Ef. 2:20) e i veri credenti debbono essere radunati, affinché Dio possa rispondere.

È purtroppo una realtà che, per quanto concerne le manifestazioni che si tengono con lode e con una potente cornice musicale, non si tratti ancora dell’annunciato tempo di refrigerio, ma di un solenne intrattenimento religioso ingannevole, anche se fatto con buone intenzioni. L’operato conclusivo dello Spirito nella Chiesa neotestamentaria deve essere accompagnato dalla restaurazione di tutte le cose. La Chiesa deve essere ricondotta allo stato originale, così dice la promessa. È anche vero che l’adorazione e ogni lode sono vane, come disse il nostro Signore, perché gli adoratori si trovano ancora in comandamenti e dottrine umani tramandati e, così, annullano la Parola di Dio. Tutto in sé è ancora totalmente rivolto contro Cristo. Per questo motivo il Signore dice: “Invano mi rendono il loro culto, insegnando dottrine che sono precetti di uomini… annullando così la Parola di Dio con la tradizione che voi vi siete tramandata. Di cose simili ne fate molte” (Marco 7:7, 13).

Dopo l’esposizione dei fatti in questa pubblicazione, tutti debbono decidere se i padri conciliari, i padri della Chiesa e i loro rappresentanti,tenuti in grande considerazione e in grande onore, siano ancora degni di essere festeggiati, oppure se, dal punto di vista di Dio, non appartengano piuttosto al banco degli imputati. Tutti dovrebbero anche valutare, però solo dal punto di vista biblico, se basta risalire ai riformatori e investigare ciò che dissero e insegnarono, oppure se dobbiamo ritornare adesso alle origini, a quel che hanno insegnato e praticato Pietro, Giovanni, Giacomo e Paolo. Non basta ripetere quel che uomini famosi hanno insegnato nei secoli passati, ma dobbiamo essere ricondotti a quel che nel principio venne detto, insegnato e praticato in modo chiaro e vero.

Il seguente e ultimo paragone non può essere tralasciato, affinché nessuno rimanga risparmiato: Bisogna domandarsi se è sufficiente chiedere a stimati evangelisti televisivi di fama mondiale quali dottrine sostengono riguardo alla Deità, al battesimo, ecc. In ogni punto va detto: Tornate alla Parola e a Dio! Tornate a quel che era nel principio! Ciò vale nella stessa misura per tutti i predicatori e per il popolo.

Così è, e sia chiaramente detto ancora una volta: Nel principio del Nuovo Testamento, gli stimati e tradizionali dottori nel Giudaismo di allora non hanno riconosciuto la visitazione di grazia di Dio. I religiosi cristiani di oggi li definiscono ipocriti e farisei, però fanno in realtà la stessa cosa. In quel tempo non si sono umiliati sotto la potente mano di Dio, non hanno adempiuto la volontà di Dio e non si sono fatti battezzare con il battesimo di Giovanni. Perciò sta scritto: Ma i Farisei e i dottori della legge hanno reso vano per loro stessi il consiglio di Dio, non facendosi battezzare da lui (Luca 7:29-30).


Anche adesso ci sono abbastanza evangelisti e carismatici che insegnano agli altri, che tengono le loro solenni funzioni religiose e, secondo la loro propria opinione, hanno una grande importanza nel Regno di Dio. Però non riconoscono quel che Dio fa nel nostro tempo secondo il Suo piano di salvezza.


Per mezzo del ministero di Giovanni Battista, il profeta, che annunciò l’inizio del periodo di tempo della grazia, “ogni creatura vedrà la salvezza di Dio” (Luca 3:2-6), “affinché tutti credessero per mezzo di lui” (Giov. 1:6-13). Giovanni stesso testimonia riferendosi al Redentore: “Io non lo conoscevo; ma appunto perché egli sia manifestato a Israele, io sono venuto a battezzare in acqua” (Giov. 1:31). Per mezzo dell’ultimo profeta e del suo Messaggio, è stata annunciata la fine del tempo della grazia e, di nuovo, si tratta innanzitutto del battesimo e, precisamente, del battesimo nel Nome del Signore Gesù Cristo che è indispensabile per tutti coloro che si lasciano inserire nel piano di salvezza di Dio.

Quando Dio fa la storia della salvezza e il Regno di Dio si fa strada, il tempo di continuare a camminare per le proprie vie è passato. Affinché tutti capiscano il significato di biblico e di apostolico e non abbiano più alcuna scusa, ecco un esempio tratto dagli Atti degli apostoli, capitolo 19.

Quando Paolo venne a Efeso, vi trovò alcuni credenti e chiese loro: “Avete voi ricevuto lo Spirito Santo dopo che avete creduto?”. Meravigliato dal fatto che erano credenti, ma che non avevano ancora ricevuto lo Spirito Santo, chiese ancora: “Con quale battesimo siete dunque stati battezzati?”. Essi risposero: “Con il battesimo di Giovanni”. Dunque erano battezzati come discepoli di Giovanni con lo stesso battesimo con cui Gesù Cristo si era fatto battezzare. Però adesso ciò non bastava più. La redenzione era stata compiuta, il Nuovo Patto era entrato in vigore, la Chiesa di Cristo era stata fondata e così, da quel momento, valeva quel che Pietro aveva detto per incarico di Dio nella prima predicazione. Senza alcuna discussione, così sta scritto, ubbidirono a quel che l’uomo di Dio disse: Udito questo, furono battezzati nel nome del Signore Gesù…” (Atti 19:1-7).

Ancora una volta deve essere messo in risalto che, alla fine, nella Chiesa dell’Iddio vivente, ogni cosa deve essere come era nel principio. Per quel che concerne il tempo della Riforma o tutti i risvegli che poi seguirono, tutti avevano il loro posto e il loro tempo. Prima della Prima guerra mondiale, all’inizio del XX secolo, ebbe luogo nel mondo intero un potente operato dello Spirito Santo. Dopo la Seconda guerra mondiale, Dio diede il più potente risveglio di guarigione mai avvenuto fin dai giorni degli apostoli. Però questa è l’ora della visitazione di grazia di Dio nell’ultimissimo periodo prima del ritorno di Gesù Cristo. Adesso non vale più quel che è stato insegnato o praticato prima o poi, ora valgono la Parola che c’era nel principio e l’ordine divino biblico, come ci sono stati lasciati dai giorni del Cristianesimo primitivo!


Tutti coloro che ora respingono il battesimo biblico nel Nome del Signore Gesù Cristo — che appartiene all’insegnamento elementare, al fondamento (Ebrei 6:2) e lo definiscono eresia — rigettano per loro stessi l’intero consiglio di Dio che essi pensano predicare e credere. Se non seguono già i principi elementari della dottrina biblica, allora anche l’elencazione di tutte le cose che hanno fatto nel Suo Nome non servirà a nulla (Mat. 7:21-27). Dovranno udire dalla bocca del Signore il: “Dipartitevi da me, voi tutti operatori d’iniquità”. È COSÌ DICE IL SIGNORE nella Sua Parola.



ECCO, IO VENGO PRESTO


In Matteo, capitolo 25, sta scritto: “Ecco lo sposo, uscitegli incontro!”. “Ecco, io vengo tosto, e il mio premio è meco…”, così sta scritto nell’ultimo capitolo della Bibbia. Sta anche scritto: “Beati quelli che lavano le loro vesti per aver diritto all’albero della vita e per entrare per le porte della città!” (Apoc. 22:14). La Sua risurrezione e il mutamento del Suo corpo sono la garanzia della nostra risurrezione e del mutamento del nostro corpo. In Apocalisse 19:7 sta scritto: “Rallegriamoci ed esultiamo e diamo a lui la gloria, perché sono giunte le nozze dell’Agnello e la sua sposa si è preparata…”. E ancora: “Ma… arrivò lo sposo; e quelle che erano pronte entrarono con lui nella sala delle nozze, e la porta fu chiusa” (Mat. cap. 25). Da sempre sta pure scritto nel Vangelo di Matteo: “Allora due saranno nel campo; l’uno sarà preso e l’altro lasciato; due donne macineranno al mulino: l’una sarà presa e l’altra lasciata” (Mat. 24:40-41).

In riferimento all’adempimento degli avvenimenti annunciati che avrebbero preceduto il ritorno di Cristo, il Signore disse: “Così anche voi, quando vedrete tutte queste cose, sappiate che egli è vicino, proprio alle porte. Io vi dico in verità che questa generazione non passerà prima che tutte queste cose siano avvenute” (Mat. 24:33-34). Anche in Luca, capitolo 21, il Signore richiamò l’attenzione sui segni dei tempi ed esortò i Suoi: Ma quando queste cose cominceranno ad avvenire, rialzatevi, levate il capo, perché la vostra liberazione si avvicina. … Così anche voi, quando vedrete accadere queste cose, sappiate che il regno di Dio è vicino. … Vegliate dunque, pregando in ogni momento, affinché siate in grado di scampare a tutte queste cose che stanno per venire, e di comparire davanti al Figlio dell’uomo (Luca 21:28, 31 e 36). Ogni cosa avviene quando il tempo è compiuto. Esattamente la metà delle vergini che aspettavano la venuta dello Sposo erano pronte, le altre stettero davanti alla porta chiusa e bussarono, però era troppo tardi — troppo tardi per sempre. Per i credenti biblici si tratta adesso di non correre alcun rischio pensando di farcela comunque.

Tutti coloro che appartengono alla Chiesa–Sposa ricevono la Parola della promessa dello Sposo per questo tempo, perché sono figliuoli della promessa (Rom. 9:8; Gal. 4:28). Vengono riempiti con lo Spirito Santo promesso (Atti 2:33). Per loro vale quel che sta scritto in Efesini 4:30: “Non rattristate lo Spirito Santo di Dio con il quale siete stati suggellati per il giorno della redenzione”. Secondo Isaia 8:16, la testimonianza doveva essere chiusa, ma la legge doveva essere sigillata fra i discepoli. Dobbiamo conoscere i criteri biblici per essere pronti e per il nostro rapimento, per poter soddisfarne le condizioni con l’aiuto di Dio. Le vergini stolte presero le loro lampade, avevano luce. Però le avvedute presero anche dell’olio nei vasi, affinché dalla pienezza dello Spirito potessero riempire le loro lampade e che il debole lucignolo non si spegnesse nell’ora decisiva di mezzanotte. In tutta la Sacra Scrittura l’olio è un simbolo dello Spirito Santo. L’unzione con olio era sempre in collegamento con la consacrazione a Dio. I re e i sacerdoti venivano consacrati a Dio tramite l’unzione dell’olio e consacrati per il loro servizio.

Purché sia rivelata, la Parola profetica splende in questo periodo così importante come una lampada rilucente in luogo oscuro e dà chiarezza sugli sviluppi del tempo della fine, non permette però alcuna propria interpretazione (2 Piet. 1:16-21). Adesso sperimentiamo letteralmente quanto sta scritto nel Salmo 119, versetto 105: “La tua parola è una lampada al mio piede e una luce sul mio sentiero”. Ora, come alla prima venuta di Cristo, le profezie bibliche debbono essere riconosciute e viste nel loro adempimento. La domanda è la seguente: Quali delle seguenti parole pronunciate dal Signore valgono per ogni lettore in particolare? Oh se tu sapessi, almeno oggi, ciò che occorre per la tua pace! o: “Ma ora è nascosto ai tuoi occhi” (Luca 19:41-44) oppure: È venuto in casa sua e i suoi non l’hanno ricevuto (Giov. cap. 1)? Che Dio vegli affinché ciò non si ripeta nella vita di qualche lettore, ma piuttosto faccia sì che da ognuno possa essere detto: “Ma a tutti quelli che l’hanno ricevuto egli ha dato il diritto di diventar figli di Dio: a quelli, cioè, che credono nel suo nome (Giov. 1:6-13) e anche: “… e tutti quelli che erano ordinati a vita eterna, credettero” (Atti 13:46-49). Beati coloro nella cui vita si adempiono le seguenti parole: “Chi ha orecchi ascolti ciò che lo Spirito dice alle chiese”. È di questo che si tratta perché, alla fine, la Sposa e lo Sposo concordano perfettamente. Al grido: “Ecco, io vengo tosto…” segue: “Lo Spirito e la sposa dicono: «Vieni!». E chi ode, dica: «Vieni!»”. Adesso siamo arrivati a questo punto: Sulla sera del «giorno della salvezza» Dio ha dato luce; sulla mezzanotte si leva il grido di risveglio e, fra poco, spunta la mattina eterna. Paolo griderebbe di nuovo: “Maranatha!” — “Vieni presto!” (1 Cor. 16:22).


EPILOGO

Dal 1949, dopo la Seconda guerra mondiale, ho vissuto i risvegli a livello internazionale. Già negli anni ’50 ho fatto la conoscenza di tutti gli evangelisti degli Stati Uniti diventati noti nel mondo intero e ho servito alcuni da interprete. Di particolare benedizione fu per me l’uomo di Dio William M. Branham degli Stati Uniti d’America la cui predicazione, rispetto a quella di tutti gli altri, era puramente biblica e apostolica, come ho potuto stabilire personalmente in base alla Scrittura. È calunniosa la menzogna diffusa e creduta nel mondo intero secondo la quale William Branham apparteneva al movimento pentecostale «Jesus Only»/«Gesù solo», solamente perché alcuni pastori di questo movimento l’avevano invitato a tenere delle riunioni. È vero invece che nel 1932 egli è stato ordinato dal Dr. Roy Davis nella stessa denominazione della Chiesa Battista del Sud alla quale appartiene Billy Graham. La chiamata e la missione divina con il suo ministero particolare l’ha tuttavia destinato a tutto il popolo di Dio.

Come è stato per i profeti, che erano «veggenti», così anche William Branham ha avuto delle visioni. Per esempio, poco dopo la sua chiamata celeste il 7 maggio 1946, vide due alberi carichi di frutti maturi. Sopra uno stava scritta la parola «Trinity» (Trinità) e sull’altro «Oneness» (Unità). In questa visione vide sé stesso tra questi due alberi, abbracciarli entrambi con le braccia e scuoterli con grande vigore cosicché i frutti di entrambi gli alberi caddero su di lui.

Per questo motivo, nella sua conversazione con il rev. Ness, che rappresentava le «Assemblies of God», e il rev. Siscem, che rappresentava la «United Pentecostal Church» — le due maggiori Chiese Pentecostali negli Stati Uniti d’America, ognuna delle quali lo voleva per sé — egli fece notare di non poter appartenere a nessuna delle due, ma di essere destinato da Dio per tutti, in tutte le Chiese e Comunità dove i figliuoli di Dio sono dispersi. A questo punto va detto che nessun uomo di Dio è contro le persone che si trovano senza colpa da parte loro nelle diverse religioni e denominazioni, ma contro i sistemi dove vengono trattenuti come prigionieri.

Egli che, come unico tra tutti gli evangelisti poteva citare il luogo, il giorno e l’ora della sua chiamata divina e della sua missione divina, doveva essere ridotto al silenzio con la calunnia, affinché tutti gli altri potessero continuare con i loro propri programmi. Tutti gli evangelisti, sorti dalla prima ondata di risveglio che incominciò dopo la Seconda guerra mondiale, sanno e ammettono che William Branham era colui che fu usato da Dio allo scopo di operare la breccia del risveglio di salvezza e di guarigione. Il mondo non avrebbe mai sentito parlare di nessun altro evangelista se non ci fosse stata questa missione divina. Tutti coloro che apparvero alla fine degli anni ’40, negli anni ’50 e nei primi anni ’60, senza eccezione, presero la loro decisione di prendere parte a questo risveglio in una riunione di William Branham. Oral Roberts, T.L.Osborn, Gordon Lindsay, David DuPlessis, Demos Shakarian, sì, dozzine di predicatori compresi Morris Cerullo e Kenneth E. Hagin — tutti hanno vissuto l’operato soprannaturale di Dio. Hanno però afferrato quel che Dio aveva come obiettivo con questo ministero unico?

Se oggi il Signore Gesù camminasse su questa terra, farebbe esattamente le stesse cose che fece in quel tempo. Come prima cosa farebbe piazza pulita nel Suo tempio, rovescerebbe alcune tavole di libri e caccerebbe fuori gli affaristi con la frusta. Come seconda cosa, Egli indicherebbe il ministero che Lo precede per prepararGli la via. Come allora Giovanni il Battista fu mandato con un Messaggio prima della venuta di Cristo e preparò la via al Signore, così adesso il «Messaggio del tempo della fine», che prepara la via, precede il «ritorno di Cristo». Del precursore, Giovanni, sta scritto: “Colui che ha la sposa è lo sposo; ma l’amico dello sposo, che è presente e l’ascolta, si rallegra vivamente alla voce dello sposo” (Giov. 3:29). Giovanni era l’amico dello Sposo (Giov. 3:29), un uomo mandato da Dio con la Parola dell’ora. Questo era il Messaggio che portò al popolo di Dio. Adesso avviene proprio la stessa cosa. Un uomo mandato da Dio è l’amico dello Sposo e porta alla Sposa il Suo Messaggio. Solo questo è il vero Messaggio divino della Parola che rimane in eterno. Cosa è questo, se è vero — ed è vero — che adesso alla fine del tempo della grazia una missione divina è stata data a William Branham con le parole: «Come Giovanni Battista è stato inviato quale precursore della prima venuta di Cristo, così il Messaggio che ti è stato dato sarà un precursore della seconda venuta di Cristo»? Dopo che l’uomo di Dio ebbe ripetuto le parole del suo incarico, per prevenire ogni fraintendimento, mise in risalto: «Non sarò io il precursore, ma il Messaggio sarà il precursore».

Dal momento in cui apparve il profeta promesso, il Regno di Dio si fece strada con forza (Luca 16:16). La stessa cosa si ripete adesso con il ministero del profeta promesso per il nostro tempo. Come Giovanni il Battista vide il suo posto nella Scrittura, così era anche il caso nel nostro tempo con William Branham, l’uomo mandato da Dio. È tramite lui che il Signore ha rivelato le dottrine originali sulla Deità, sul battesimo, sulla Santa Cena e su tutti i misteri che erano nascosti in tutta la Scrittura — anche su quel che accadde realmente nel giardino di Eden. L’ordine divino e la pratica come erano nella Chiesa al tempo del Cristianesimo primitivo sono stati nuovamente messi sul candelabro. Fino alla sua dipartita nel 1965 sono stato testimone in Europa e negli Stati Uniti d’America di quel che Dio ha fatto nel nostro tempo per mezzo del suo ministero, nei cui dettagli non possiamo però entrare qui. Ho già scritto il necessario in altre pubblicazioni. Ho visto con i miei propri occhi le stesse cose che avvennero ai giorni della Bibbia, posso testimoniare che i passi di Ebrei 13:8: “Gesù Cristo è lo stesso ieri, oggi, e in eterno!” e Giovanni 14:12: “In verità, in verità vi dico che chi crede in me farà anch’egli le opere che faccio io…” sono stati confermati. Era lui il profeta che doveva apparire prima del «giorno del Signore»? Il Messaggio della Parola da lui recato e che è stato confermato in modo soprannaturale ce lo fa pensare.

Questo esposto è dedicato principalmente a tutti i servitori di Dio su tutta la faccia della terra che hanno una qualche responsabilità nelle Chiese, nelle scuole bibliche e in opere missionarie — molti dei quali ho personalmente conosciuto — e naturalmente a tutti coloro che, per il volere di Dio, leggeranno questo scritto di grande attualità.

Adesso ognuno deve prendere la decisione se vuole seguire il vero o il falso testimone. In Isaia 43:10 sta scritto: “I miei testimoni siete voi, dice il Signore…”. Il Signore Gesù disse agli apostoli: “Mi sarete testimoni…” (Atti 1:8). Dall’Antico e dal Nuovo Testamento abbiamo udito in modo armonioso i veri testimoni di Dio, i testimoni del nostro Signore. Per questo motivo è escluso che un vero figliuolo di Dio possa continuare a credere quel che i falsi testimoni — i padri della Chiesa e i loro rappresentanti — insegnavano e insegnano in contrasto con la vera testimonianza. Sta scritto: “Chi non crede a Dio, lo fa bugiardo…” (1 Giov. 5:10). Nessuno può servire due padroni, davanti a Dio nessuno può considerare entrambe come giuste, la Parola e l’interpretazione. Ecco, ora nessuno più ha una scusa e io posso dire come l’apostolo Paolo: “Perciò io dichiaro quest’oggi di essere puro del sangue di tutti; perché non mi sono tirato indietro dall’annunziarvi tutto il consiglio di Dio” (Atti 20:26-27).

Menziono la seguente esperienza solo come testimonianza, affinché tutti capiscano la responsabilità che mi è stata data tramite chiamata divina: Io, Ewald Frank, il 2 aprile 1962 allo spuntar del giorno, alla Luisenstrasse 160, Krefeld, ho udito con le mie orecchie la Voce onnipotente, penetrante e piena di autorità del Signore. Dopo la preghiera del mattino stavo quasi in mezzo alla stanza e guardavo verso la finestra che si affaccia verso est quando, letteralmente, dal cielo sereno risuonarono dall’alto a destra le parole: «Mio servitore, il tuo tempo per questa città sarà presto terminato. Io ti manderò in altre città a predicare la Mia Parola». Per la potenza della Voce e privo di forze, crollai e caddi verso sinistra, con la faccia rivolta verso il tappeto. Non riporterò qui tutta l’esperienza e tutte le parole della mia chiamata e della mia missione; l’ho già fatto in altre pubblicazioni. Vi assicuro solo che la mia testimonianza è vera come è vera quella di Paolo nella Bibbia riguardo la sua chiamata e la sua missione. Fedele alla chiamata celeste durante i molti anni del mio ministero non ho predicato altro se non la Parola di Dio originale. Ho sempre predicato solo quel che mi era stato rivelato dalla Parola tramite lo Spirito. Naturalmente anch’io ho avuto una crescita spirituale e ho sperimentato l’essere guidato di rivelazione in rivelazione, di chiarezza in chiarezza.

Cito l’esperienza soprannaturale unicamente affinché tutti comprendano che, in base alla diretta chiamata e alla missione celeste ricevuta, porto la medesima responsabilità come l’apostolo Paolo in quel tempo. Quel che disse di sé stesso risulta vero anche per me: “Vado forse cercando il favore degli uomini, o quello di Dio? Oppure cerco di piacere agli uomini? Se cercassi ancora di piacere agli uomini, non sarei servo di Cristo” (Gal. 1:10). Poiché regnano tanti inganni e menzogne su tutta la faccia della terra, la veritiera Voce della Parola di Dio, la voce di uno che grida nel deserto religioso deve farsi sentire senza indugi e senza compromessi. “Poiché «Ogni carne è com’erba, e ogni sua gloria come il fior dell’erba. L’erba si secca, e il fiore cade; ma la Parola del Signore permane in eterno». E questa è la Parola della Buona Novella che vi è stata annunziata” (1 Piet. 1:24-25). Viviamo ancora nel tempo della grazia, una correzione è ancora possibile. Per concludere posso solo mettere in risalto ancora una volta che i segni dei tempi annunciano chiaramente il ritorno di Cristo promesso e che il grido di risveglio deve echeggiare con potenza: “Ecco, lo sposo viene, uscitegli incontro!”. Il fedele Signore attuerà in breve la Sua promessa prima del Suo ritorno, precisamente ancora nel nostro tempo. Che diventi forte nei veri credenti il grido: “Maranatha! Sì, vieni, Signore Gesù!”.

La grazia e la pace di Dio siano con ognuno che legge questo esposto, nel Nome del nostro diletto Signore Gesù Cristo. Amen.

Ewald Frank

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