INTRODUZIONE


Gentili lettori,

Vi serve solo un po’ del vostro prezioso tempo per leggere questo breve esposto. Viviamo veramente in un’epoca molto turbolenta. Giornalmente ci giungono notizie di avvenimenti particolari. I fatti che una volta avvenivano nel corso di un secolo oggi riempiono un solo notiziario quotidiano. Catastrofi naturali, carestie, miserie e orrori di guerra, lotte tribali, “pulizie etniche”, terrore a sfondo religioso, delitti inconcepibili, criminalità di ogni specie vengono riferiti dal mondo intero. Contemporaneamente nello stesso Paese, mentre sulla Costa occidentale un vasto incendio devasta centinaia di ettari di bosco, sulla Costa orientale infuria una mareggiata con conseguenze catastrofiche. Non c’è più nulla come una volta. Non c’è alcuna soluzione radicale in vista per i problemi politici, economici e sociali, sia a livello nazionale che internazionale.

In questo esposto vogliamo brevemente trattare gli avvenimenti attuali alla luce delle profezie bibliche. Ci avviciniamo velocemente al 2000. Sono trascorsi quasi 6000 anni da quando i primi uomini videro la luce sulla terra. Da Adamo fino ad Abrahamo sono trascorsi all’incirca 2000 anni, da Abrahamo fino a Cristo altri 2000, e dalla nascita di Cristo, l’inizio della nostra cronologia, ancora 2000 anni. Con buona ragione ci chiediamo se la svolta del millennio porterà anche una svolta nella storia dell’umanità.

Le speculazioni a questo proposito aumentano nella misura nella quale ci avviciniamo al 2000. Gli esperti dipingono un quadro piuttosto oscuro del prossimo futuro. Ci sono perfino coloro che, come quel deputato del Congresso degli Stati Uniti, esprimono l’opinione che forse siamo la prima generazione a dover temere di essere l’ultima della civiltà attuale. Si parla pubblicamente dell’«escatologia» e dell’«inferno apocalittico» che potrebbero irrompere tra breve su tutta la faccia della terra. Ovviamente anche le persone sono preoccupate chiedendosi cosa possa accadere in un immediato futuro. Per quanto riguarda questi importanti temi dobbiamo ricorrere a chiaroveggenti o a “scuroveggenti”? Dobbiamo consultare e interpretare le dichiarazioni di filosofi? Forse dobbiamo consultare chiromanti e astrologi? O troviamo realmente delle risposte vincolanti a queste domande? Sì, perché “abbiamo pure la parola profetica, più ferma, alla quale fate bene di prestare attenzione, come a una lampada splendente in luogo oscuro finché spunti il giorno e la stella mattutina sorga nei vostri cuori” (2 Pietro 1:19).

Un’informazione attuale tratta dalla Sacra Scrittura è assolutamente necessaria e dovrebbe essere ben accettata da chiunque desideri essere onestamente e sinceramente informato. L’Iddio onnisciente poté far mettere per iscritto già all’inizio del tempo quel che sarebbe accaduto durante tutti i tempi, fino alla fine. Come è noto, gli uomini scrivono la storia in base agli avvenimenti già accaduti. Dio, invece, ha scritto in anticipo tutta la storia e anche la «storia della salvezza» che ha luogo nel suo corso, fino al sorgere del Nuovo cielo e della Nuova terra, quando il tempo sboccherà di nuovo nell’Eternità. Il decorso del tempo è fissato ed è senza ritorno.

In questo opuscolo intitolato «Visione 7000» si tratta, da un lato, di richiamare l’attenzione su ciò a cui andiamo inevitabilmente incontro e che avverrà in un futuro molto vicino, e, dall’altro, anche di mostrare l’unica via possibile per sfuggire all’imminente rovina. Per quanto concerne il decorso attuale, in realtà ci si può chiaramente orientare in base ai «segni dei tempi» predetti nella Sacra Scrittura. Anche se da 2000 anni circa sembra che, direttamente dal cielo, non sia avvenuto nulla che abbia scosso il mondo e gli uomini facciano fatica a credere che Dio entra in azione nella storia, nondimeno, tutto ciò avverrà, perché è stato predetto nella Parola di Dio.

Dio creò il mondo in sei giorni e il settimo si riposò da tutte le Sue opere. Se si tratta di un’«epoca profetica», allora per Dio un giorno è come mille anni per noi. Così sta scritto: “Ma voi, diletti, non dimenticate quest’unica cosa, che per il Signore, un giorno è come mille anni, e mille anni sono come un giorno” (2 Pietro 3:8; Salmo 90:4). Negli Atti degli apostoli (Atti 2:17), l’apostolo Pietro, riferendosi alla profezia del profeta Gioele, parla degli «ultimi giorni» in cui lo Spirito Santo sarebbe stato sparso. Questi «ultimi giorni» sono i duemila anni circa del tempo della grazia.

Come è certo che ci troviamo ora alla fine del sesto millennio a partire dall’inizio della storia dell’umanità, così è anche certo che il «giorno del Signore», cioè il settimo giorno di Dio, il settimo millennio, è proprio vicino. Secondo il libro dell’Apocalisse, sarà il Regno millenario di pace di Cristo sulla terra con i Suoi, ai quali si riferisce la seguente parola: “Beato e santo è colui che partecipa alla prima risurrezione. Su loro non ha potestà la morte seconda, ma saranno sacerdoti di Dio e di Cristo e regneranno con lui quei mille anni” (Apocalisse 20:6). Dopo il processo di purificazione viene il rinnovamento, la terra verrà trasformata in uno stato paradisiaco, la «vera pace» regnerà e perfino “il lupo abiterà con l’agnello, e il leopardo si sdraierà accanto al capretto; il vitello, il leoncello e il bestiame ingrassato staranno assieme, e un bambino li condurrà” (Isaia 11:6-9). Con lo sguardo rivolto alla biblica «visione del settimo millennio» troviamo nella Parola di Dio delle descrizioni molto informative.


LA PROFEZIA BIBLICA HA L'ULTIMA PAROLA


Sotto i nostri occhi si adempiono attualmente le predizioni profetiche della Sacra Scrittura destinate a questo nostro tempo. A queste appartiene soprattutto il ritorno del popolo d’Israele nella «Terra Promessa». La sua dispersione fra tutti i popoli era stata già annunciata nel libro del Deuteronomio (Deuteronomio cap. 4) e, negli ultimi tempi, doveva essere di nuovo radunato: “Poiché, ecco, i giorni vengono, dice l’Eterno, quando io ritrarrò dalla cattività il mio popolo d’Israele e di Giuda, dice l’Eterno, e li ricondurrò nel paese che diedi ai loro padri, ed essi lo possederanno” (Isaia 14:1; Geremia 30:3, 31:7-12; Ezechiele cap. 36-38). Questo fu messo in risalto da Gesù Cristo stesso nella parabola del «fico» — il simbolo di Israele (Osea 9:10) — come un segno particolare della generazione attuale (Matteo 24:32-41).

Per quanto concerne il decorso del tempo, dalla storia del popolo d’Israele, vediamo in modo convincente il calcolo divino del tempo basandoci sul concetto dei «giorni profetici». Tramite il profeta Osea veniamo a conoscenza di qualcosa di più preciso: “Venite, torniamo all’Eterno, perch’egli ha lacerato, ma ci risanerà; ha percosso, ma ci fascerà. In due giorni ci ridarà la vita — ciò è già avvenuto; il terzo giorno ci rimetterà in piedi, e noi vivremo alla sua presenza” — ciò deve ancora avvenire” (Osea 6:1-2).

I due giorni profetici sopraccitati si riferiscono inequivocabilmente ai duemila anni passati durante i quali il popolo d’Israele, dall’anno 70 d.C., è stato disperso in tutto il mondo. Dal 1948 esiste di nuovo lo Stato d’Israele, in cui sono ritornati Ebrei provenienti da 143 nazioni. Ciò è l’evidente adempimento di promesse divine. Il terzo giorno è il millennio che incomincerà fra breve, quando Israele avrà riconosciuto Cristo come il Messia e riceverà vita operata dallo Spirito. Riguardo al popolo d’Israele, l’apostolo Paolo scrisse quanto segue: “Poiché, se la loro reiezione è la riconciliazione del mondo, che sarà la loro riammissione, se non una vita d’infra i morti?… Un induramento  parziale s’è prodotto in Israele, finché sia entrata la pienezza dei Gentili; e così tutto Israele sarà salvato, secondo che è scritto…” (Romani 11:15, 25-26).

Anche gli avvenimenti recenti in Europa, particolarmente dalla svolta pacifica dell’ottobre/novembre del 1989, stanno in relazione con l’adempimento delle profezie bibliche. Davanti ai nostri occhi sta sorgendo l’«Europa unita», come è stato stabilito nel «Trattato di Roma» del 1957. I nemici storici sono diventati amici. I contrasti tra l’Est e l’Ovest sono temporaneamente sospesi. La divisione che attraversava la Germania e il continente europeo non esiste più. Sorge una «Casa comune europea» in cui tutti dovrebbero avere posto, un’«Europa unita». Con questi avvenimenti si sta ricostituendo davanti a noi l’«Impero Romano» — l’ultimo dei quattro imperi mondiali che il profeta Daniele (Daniele cap. 2 e 7) vide nell’Antico Testamento. Ciò corrisponde alla «potenza della bestia» del libro dell’Apocalisse (Apocalisse cap. 13) che sale dal mare europeo dei popoli e della quale tutta la terra si meraviglia. Qui non si tratta solo di una potenza mondiale economico–politica, ma soprattutto dell’«amazzone» religiosa (Apocalisse cap. 17) che tiene le redini in mano e dirige gli avvenimenti. Questa «autorità mondiale» religiosa è rispettata e riconosciuta da tutte le altre autorità religiose e politiche. L’«Unione Europea» diventa la prima potenza mondiale che dà forma, in particolare, al nuovo «Ordine economico mondiale». Ne risulta un’unione religiosa, politica ed economica. La prima fase di questo «processo di unificazione» sarà conclusa tra breve e, così, ci sono tutte le condizioni per i prossimi avvenimenti già avviati.

Quasi duemila anni fa, l’apostolo Paolo vide in anticipo lo sviluppo attuale su tutti i piani e mise per iscritto ciò che sta divenendo realtà davanti a noi: “Perché voi stessi sapete molto bene che il giorno del Signore verrà come viene un ladro nella notte. Quando diranno: «Pace e sicurezza», allora di subito una improvvisa ruina verrà loro addosso, come le doglie alla donna incinta; e non scamperanno affatto” (1 Tessalonicesi 5:2-3).

Da quando Mikhail Gorbaciov venne al potere nel 1985, ci fu un susseguirsi di «conferenze per la pace e la sicurezza». Gli «incontri al vertice» entrati nella storia condussero alla distensione politica tra l’Est e l’Ovest, essi resero possibile la riunificazione della Germania ed ebbero come risultato l’indipendenza dei Paesi dell’Europa dell’Est. Adesso, per i politici, si tratta soprattutto di raggiungere questa «pace» predetta e questa «sicurezza» totale. Questi due concetti vengono usati sempre più spesso in relazione con gli avvenimenti nel Medio Oriente. Israele diventa sempre più il «punto cruciale» degli avvenimenti nella politica mondiale, e Gerusalemme diviene una «pietra pesante» per tutti i popoli circostanti, come aveva profetizzato il profeta Zaccaria: “E in quel giorno avverrà che io farò di Gerusalemme una pietra pesante per tutti i popoli; tutti quelli che se la caricheranno addosso ne saranno malamente feriti…” (Zaccaria cap. 12).

Secondo il terzo «Accordo di Oslo» i negoziati su Gerusalemme debbono essere conclusi entro il 1999. Come già annunciato nella Parola profetica, alla fine verrà proclamata una pace. Purtroppo — anche se Israele sacrifica perfino dei «territori in cambio della pace» — sarà raggiunta soltanto una «pace fittizia» tramite molti compromessi, una pace negoziata da politici e benedetta dalla più alta autorità religiosa. Come sta scritto, proprio in quel momento “una improvvisa ruina verrà loro addosso”.

IL GIORNO DEL SIGNORE


Appena il «giorno della salvezza» sarà terminato (Isaia 49:8; 2 Corinzi 6:2), proprio prima del «giorno del Signore», dunque prima del settimo millennio, ossia del «terzo millennio» dell’era cristiana, il mondo verrà colpito da terribili giudizi e piaghe dell’ira di Dio. Nel Vangelo di Matteo (Matteo cap. 24) e in altri brani, il Signore Gesù stesso ha indicato diverse circostanze concomitanti. Egli parlò di guerre e di rumori di guerre, di terremoti, carestie e catastrofi di ogni specie e aggiunse: “Ma tutto questo non sarà che principio di dolori”. Terremoti e catastrofi naturali di ogni specie continueranno ad aumentare fino al terremoto in California sulla Costa occidentale degli Stati Uniti (faglia di San Andreas) — terremoto atteso già da molto tempo che supererà ogni previsione e che gli scienziati si aspettano da un momento all’altro. Di solito le doglie precedono una nascita. Secondo la lettera di Paolo ai Romani (Romani 8:19-22), tutta la creazione geme e aspetta in travaglio una nuova nascita. Gesù annunciò la Grande tribolazione così: “Perché allora vi sarà una grande afflizione; tale, che non v’è stata l’uguale dal principio del mondo fino ad ora, né mai più vi sarà” (Matteo 24:21).

Nell’Evangelo di Luca e anche in altri passi biblici ci è detto ciò che avverrà durante la Grande tribolazione: “E vi saranno dei segni nel sole, nella luna e nelle stelle; e sulla terra, angoscia delle nazioni, sbigottite dal rimbombo del mare e delle onde; gli uomini venendo meno per la paurosa aspettazione di quel che sarà per accadere al mondo; poiché le potenze dei cieli saranno scrollate” (Luca 21:25-26).

Qui non possiamo entrare nei dettagli delle catastrofi inimmaginabili e dei «giudizi apocalittici dell’ira divina» predetti nella Sacra Scrittura, giudizi che colpiranno l’umanità empia dopo il rapimento della «Chiesa–Sposa» di Gesù Cristo. Dio il Signore comandò agli uomini, ai quali aveva dato questa terra, di rendersela soggetta in comunione con Lui. Distaccato da Lui, l’uomo distrugge la terra e anche sé stesso. Preoccupati, gli esperti parlano dell’inquinamento dell’aria, dell’acqua e del suolo, dell’ambiente in genere, e del pericolo che porta con sé il buco nell’ozono, dell’«effetto serra», che causerà una catastrofe nel clima — fino allo scioglimento dello strato di ozono, cosicché, secondo quello che dice la Sacra Scrittura, l’irraggiamento del sole sarà sette volte più intenso del solito. Così sta scritto: “La luce della luna sarà come la luce del sole, e la luce del sole sarà sette volte più viva, come la luce di sette giorni assieme…” (Isaia 30:26).

Sull’isola Patmo, il «veggente», ossia il profeta Giovanni ne ricevette un accenno nella seguente scena: “Poi il quarto angelo versò la sua coppa sul sole; e al sole fu dato di bruciare gli uomini col fuoco. E gli uomini furono arsi dal gran calore; e bestemmiarono il nome di Dio che ha la potestà su queste piaghe, e non si ravvidero per dargli gloria” (Apocalisse 16:8-9). In quel momento il «giorno della grazia e della salvezza» è ormai passato, cosicché gli uomini non possono più convertirsi a Dio. Per molti sarà un terribile risveglio, un “troppo tardi” per sempre.

Dopo che il sole avrà arso la superficie della terra, sarà mutato in tenebre, perché così sta scritto: “Il sole sarà mutato in tenebre, e la luna in sangue, prima che venga il grande e glorioso giorno, che è il giorno del Signore” (Atti 2:20; Gioele 2:31). “E il sole divenne nero come un cilicio di crine, e tutta la luna diventò come sangue; e le stelle del cielo caddero sulla terra come quando un fico scosso da un gran vento lascia cadere i suoi fichi immaturi… E i re della terra e i grandi e i capitani e i ricchi e i potenti e ogni servo e ogni libero si nascosero nelle spelonche e nelle rocce dei monti; e dicevano ai monti e alle rocce: «Cadeteci addosso e nascondeteci dal cospetto di Colui che siede sul trono e dall’ira dell’Agnello; perché è venuto il gran giorno della sua ira, e chi può reggere in piè?»” (Apocalisse 6:12-17).

Come Dio, nel Suo amore e nella Sua grazia, nel tempo di Noè, diede all’umanità la possibilità di salvarsi dalla catastrofe del diluvio entrando nell’arca, così la Parola di Dio ci mostra che possiamo sfuggire alla rovina che sta per accadere, trovando salvezza in Gesù Cristo (1 Pietro cap. 3). Tutti coloro che credono al messaggio del Suo Evangelo e si lasciano preparare, saranno in grado di scampare a tutto ciò che accadrà e saranno rapiti presso di Lui nella gloria (Luca 21:34-36 e altri). A questo contesto appartiene pure la seguente affermazione di Gesù: “Ma quando queste cose cominceranno ad avvenire, rialzatevi, levate il capo, perché la vostra redenzione è vicina” (Luca 21:28).

Un’atmosfera di fine del mondo è fuori posto e non porta alcuna soluzione. Il panico non serve a nulla, ma piuttosto la riflessione e la conversione. Il comandamento dell’ora è: “Affrettati e salva l’anima tua!”, perché “che gioverà egli a un uomo se, dopo aver guadagnato tutto il mondo, perde poi l’anima sua?” (Matteo 16:26). Il tempo della grazia sta per terminare, è iniziato il conto alla rovescia. L’ultima chiamata di Dio risuona come squillo di tromba. Chi desidera riconciliarsi con Dio deve farlo adesso.

Riguardo a ciò, il seguente testo biblico ci fa vedere, ammonendoci, quanto segue: “Ma il giorno del Signore verrà come un ladro; in esso i cieli passeranno stridendo, e gli elementi infiammati si dissolveranno, e la terra e le opere che sono in essa saranno arse. Poiché dunque tutte queste cose hanno da dissolversi, quali non dovete voi essere, per santità di condotta e pietà, aspettando e affrettando la venuta del giorno di Dio, a cagion del quale i cieli infocati si dissolveranno e gli elementi infiammati si struggeranno? Ma, secondo la sua promessa, noi aspettiamo nuovi cieli e nuova terra, nei quali abiti la giustizia” (2 Pietro 3:10-13).

Ancora molti passi biblici appartenenti a questo tema potrebbero essere citati. Tutto quello che sta scritto già da molto tempo nella Sacra Bibbia, fra poco diventerà storia. Tuttavia dobbiamo agire in modo sensato e ragionevole e condurre la nostra vita in maniera del tutto normale, perché proprio nessuno sa né il giorno né l’ora; solo dovremmo premurarci di camminare con Dio e di essere pronti in ogni momento a incontrare il Signore. Il Signore Gesù Cristo paragonò il nostro tempo con i giorni di Noè e con il tempo di Sodoma e Gomorra (Luca 17:26-30). Nessuno metterà in dubbio il fatto che, in tutto il mondo, oggi le cose sono ancora peggiori di allora sotto ogni aspetto. Il mondo che ha abbandonato Dio, oggi come in quel tempo, è maturo per il giudizio. Dio offre entrambe le cose: la grazia e la condanna. Lei, cosa sceglie?


   

IL RITORNO DI CRISTO


Dio, il Creatore, ha un piano con la creazione e, quale Redentore, ha un piano con i redenti. Colui che crede all’esistenza di un Dio personale è convinto che non affida nulla al caso. Così dice il Signore: “Io sono Dio… che annunzio la fine sin dal principio, e molto tempo prima predico le cose non ancora avvenute; che dico: Il mio piano sussisterà…” (Isaia 46:10). “Perché il Signore eseguirà la sua parola sulla terra, in modo definitivo e reciso” (Romani 9:28).

Chi conosce bene le Sacre Scritture sa che l’annuncio della venuta del Redentore, in tutto l’Antico Testamento, fin dal giardino di Eden (Genesi 3:15), era la speranza del popolo di Dio. Parimenti il ritorno di Gesù Cristo, del Redentore, è la speranza del popolo di Dio fin dall’inizio del Nuovo Testamento — dal giorno della Sua gloriosa ascensione. Il Signore disse: “…io tornerò, e v’accoglierò presso di me, affinché dove sono io, siate anche voi” (Giovanni 14:3). Adesso, questo avvenimento, il più grande della storia della salvezza, è proprio imminente. Secondo le notizie giornalistiche apparse alla fine del 1995, in tutto il mondo, vi sono milioni di persone che aspettano questo avvenimento. Vi sono tuttavia anche fanatici religiosi, come dimostrano gli ultimi tragici fatti della setta dell’«Ordine del tempio del sole», dei quali nell’ottobre del 1994 si suicidarono in cinquantatré, nel dicembre del 1995 in sedici. Da quanto riferito dai quotidiani, essi tenevano le loro funzioni cinque volte al giorno indossando il cappuccio dell’Ordine e celebravano la messa tutti i giorni. Sono dei ciarlatani che sorgono in continuazione e screditano la vera fede. Ci sono però anche delle persone che credono secondo la Bibbia e aspettano con gioia il ritorno di Gesù Cristo, conducendo una vita del tutto normale. Sono persone sensate, chiare e sincere nel loro agire e nel loro camminare.

Sapere se il promesso ritorno di Gesù Cristo e gli avvenimenti annunciati che seguiranno avverranno prima o dopo la svolta del millennio, cioè prima o dopo il 2000, questo spetta solo a Dio. I segni dei tempi, ai quali dovremmo prestare attenzione, ci fanno tuttavia capire chiaramente che il tempo si è avvicinato. Stabilire una data, come si è sempre cercato di fare nel passato — Dio sia ringraziato — non è possibile e neanche necessario. Infatti, nella profezia biblica, l’anno comprende 360 giorni e non, come siamo abituati, 365 giorni. Già da questo risulta una notevole differenza di tempo. È certo che nessuno conosce né il giorno né l’ora tranne Dio solo. Ma, per il nostro orientamento, ci sono state date nelle Sacre Scritture delle predizioni chiare come segni di riconoscimento.

Alla prima venuta di Cristo si adempirono più di 100 profezie dell’Antico Testamento. Tutti i particolari essenziali riguardanti Lui — incominciando dalla Sua generazione soprannaturale, dalla Sua nascita a Betlemme, dal Suo ministerio, dal Suo soffrire e dal Suo morire fino alla Sua risurrezione e alla Sua ascensione — erano stati predetti nella profezia dell’Antico Testamento. Si può dire la stessa cosa del tempo prima della seconda venuta di Cristo. È sbalorditivo leggere i passi biblici corrispondenti e vedere come sono oggi di grande attualità.

Già 2000 anni fa, l’apostolo Pietro vide per lo Spirito che la gente si sarebbe beffata del ritorno di Cristo, come d’altronde avviene proprio nei nostri giorni. I principali criticoni sono teologi increduli che non comprendono il piano cronologico di Dio e il modo di stesura della Sacra Scrittura. Per esempio, pretendono che gli apostoli e anche Gesù stesso si siano sbagliati persino nell’ultimo capitolo del Nuovo Testamento quando Egli disse: “Ecco, io vengo tosto!”. La Sacra Bibbia però è stata scritta in modo da essere valida in ogni tempo. Ogni parola scritta può essere predicata e creduta durante l’intero tempo della grazia fino al momento in cui si verifica realmente l’avvenimento preannunciato.

L’apostolo Pietro puntualizza questo tema e scrive: “Sapendo questo, prima di tutto: che negli ultimi giorni verranno degli schernitori coi loro scherni i quali si condurranno secondo le loro concupiscenze e diranno: Dov’è la promessa della sua venuta?”. A cui egli stesso risponde: “Il Signore non ritarda l’adempimento della sua promessa, come alcuni reputano che faccia; ma egli è paziente verso voi, non volendo che alcuni periscano, ma che tutti giungano a ravvedersi” (2 Pietro 3:3-9). Tuttavia non rimane più molto tempo per gli schernitori; il loro ridere e il loro bestemmiare saranno mutati in pianto e stridore dei denti. “Non v’ingannate; non si può beffarsi di Dio; poiché quello che l’uomo avrà seminato, quello pure mieterà” (Galati 6:7). Secondo la testimonianza delle Sacre Scritture, Cristo ritornerà fra poco come Egli ha promesso, e rapirà i Suoi nella gloria (1 Tessalonicesi cap. 4), prima che inizi il periodo della Grande tribolazione (1 Tessalonicesi 1:10).

Prima che il Signore Gesù ci precedesse nella gloria, diede ai Suoi la promessa di ritornare e di prenderli con Sé (Giovanni cap. 14). Al Suo ritorno tutti i figliuoli di Dio, addormentatisi in Cristo e partecipi della «prima risurrezione», verranno risuscitati, e coloro che sono viventi e in Cristo verranno mutati e rapiti al Suo incontro per essere sempre con Lui (1 Tessalonicesi 4:13-18). Lo vedranno e saranno mutati a Sua immagine (1 Giovanni cap. 3). Come è certo che è stato predetto nella Parola di Dio, così avverrà.


LA CREAZIONE MAESTOSA


La realizzazione del piano divino della salvezza ebbe inizio già fin dalla creazione. Certamente ciascuno di noi ha già ammirato la creazione maestosa. Purtroppo non tutti ne deducono per logica l’esistenza del Creatore, anche se tutti sanno che, prima dell’edificio, c’era il costruttore edile, prima dell’orologio, c’era l’orologiaio, ecc. È risaputo che, fin dal tempo in cui gli uomini con le loro grandi invenzioni hanno realizzato cose fin allora credute impossibili, l’esistenza stessa di Dio viene messa in dubbio e il racconto della creazione viene ritenuto inverosimile, soprattutto da quando Darwin pubblicò le sue tesi nel 1859. Negli ultimi secoli, filosofi atei hanno reso attendibili le loro teorie contraddittorie e, nel contempo, hanno indotto l’umanità all’incredulità. Dio viene disconosciuto e l’uomo festeggiato. Si asserisce perfino che tutte le cose si siano formate da sé stesse. Chiunque crede questo potrebbe allo stesso modo negare il proprio padre e la propria madre e asserire di essersi formato da sé e di essere il risultato dell’evoluzione.

Chi potrebbe mai immaginare che il cosmo nella sua sconfinata immensità, con le sue innumerevoli stelle e con la sua perfetta armonia sia venuto all’esistenza da sé stesso, per esempio per mezzo di un’esplosione primordiale? Fino ad oggi non si è presentato ancora nessuno in grado di poter migliorare la benché minima cosa nella creazione maestosa. Pensiamo agli innumerevoli esseri viventi negli oceani ai quali sono state destinate delle condizioni di vita ideali, oppure ai milioni di specie di animali e di uccelli viventi su tutti i continenti e come questi sono dovunque perfettamente adeguati alle differenti condizioni climatiche!

Così come il Creatore ha creato e ordinato nel principio tutte le cose per mezzo della Sua Parola onnipotente, così esse esistono ancora oggi. Fin dall’origine della terra si semina e si raccoglie ogni anno, come Dio il Signore aveva stabilito fin dal principio: “Finché la terra durerà, sementa e raccolta, freddo e caldo, estate e inverno, giorno e notte, non cesseranno mai” (Genesi 8:22). Solo là dove l’uomo sbadatamente s’intromette nella natura, sorgono delle irregolarità. Quotidianamente miliardi di persone vengono nutrite e, se tutto fosse distribuito in modo equo, nessuno sulla terra dovrebbe patire la fame. Ogni anno, Dio non solo mantiene noi stessi e numerosi esseri viventi, ma, tramite la natura, ci tiene una potente predicazione sulla vita, la morte e la risurrezione. Ogni primavera si sveglia la nuova vita che porta nuovi frutti. Segue l’estate con la ricca raccolta, viene l’autunno durante il quale le foglie cadono dagli alberi e la natura muore. Poi segue il letargo invernale e, certamente, di nuovo il risveglio con lo stesso ritmo la prossima primavera. “Infatti quel che si può conoscere di Dio è manifesto in loro, avendolo Iddio loro manifestato; poiché le perfezioni invisibili di lui, la sua eterna potenza e divinità, si vedono chiaramente sin dalla creazione del mondo, essendo intese per mezzo delle opere sue” (Romani 1:19-20).

Anche il fatto che ogni essere vivente si riproduce secondo la sua specie rimarrà per sempre. Ancora oggi si semina la stessa semenza che spuntò per la prima volta alla creazione della terra; crescono gli stessi alberi che portano gli stessi frutti e le stesse razze animali vivono ancora oggi sulla terra. Anche l’uomo, la corona della creazione, è ancora oggi lo stesso di Adamo ed Eva. All’uomo è stata data facoltà creativa; ciò è stato dimostrato negli ultimi cento anni e, soprattutto, negli ultimi cinquant’anni. Abbiamo vissuto lo sviluppo dal carro a cavalli all’aeroplano fino all’astronave. In linea di massima l’uomo è in grado di eseguire tutto ciò che si propone, come Dio disse: “Ora nulla li impedirà di condurre a termine ciò che disegnano di fare” (Genesi 11:6). Ho preso coscienza di questo fatto particolarmente il 9 dicembre del 1995, quando l’astronauta di Apollo 16, il generale fuori servizio dott. Charles Duke, riferì a Berlino del suo viaggio sulla luna in aprile 1972.

C’è una sola cosa che l’uomo non è in grado di fare: creare la vita. Coloro che credono all’evoluzione e parlano di una cellula primitiva dovrebbero però dirci, in questo caso, chi ha creato la cellula primitiva e chi le ha dato la vita! A questo punto si potrebbe anche chiedere chi ha messo in tutti gli esseri viventi l’inclinazione alla propagazione. Perché gli atei non seminano del grano prodotto artificialmente? Perché sanno benissimo che non germinerebbe, non portando in sé alcun germe di vita. In verità, ogni uomo che pensa in modo sensato dovrebbe poter dedurre dalla creazione potente, universale e maestosa, l’esistenza del Creatore sovrano e onnipotente. Se l’uomo non si fosse allontanato da Lui, potrebbe credere nella Sua Parola e nel racconto della creazione che quotidianamente si verifica sotto i nostri occhi. Per tutti coloro che sono degni della Vita eterna, Dio e la Parola di Dio rimangono eternamente veri e degni di fede.  

 

DESTINATI A VIVERE IN COMUNIONE CON DIO
 

Secondo la volontà di Dio, fin dal principio gli uomini sono stati destinati a vivere in comunione con Lui. Per questo motivo, indipendentemente dalla loro religione o dalla loro razza, essi hanno la brama di adorare un essere supremo. Tutti sentono in sé un desiderio indefinibile di rendere omaggio a qualcosa o a qualcuno, a prescindere da come questo omaggio viene poi praticato. Se l’uomo non trova qualcosa di religioso a cui rendere omaggio, allora si rivolge alle ricchezze, alle passioni, allo sport, a qualche altro passatempo o anche ad un idolo. Questa profonda brama che ogni uomo, ricco o povero, porta in sé può essere soddisfatta per sempre soltanto con ciò che è divino.

Gli Ebrei credenti pregano al Dio che si è presentato a loro personalmente al tempo di Mosè come il Dio d’Israele. Un vero ebreo può credere solo all’unico Dio, perché Egli stesso disse: “Ascolta, Israele: il Signore Iddio nostro è l’unico Signore” (Deuteronomio 6:4). Nell’Antico Testamento le parole “Signore Iddio” — «Yahweh– Elohim» stanno scritte più o meno 6700 volte. Gli Ebrei credenti aspettano da un momento all’altro la venuta del Messia e la ricostruzione del Tempio, come era stato loro promesso.

Anche i Musulmani pregano il Dio unico che essi chiamano Allah. Il loro profeta Maometto credeva che il Messia era stato generato dallo Spirito, negava però la crocifissione di Cristo. Per lui, Egli era un grande Profeta e Messaggero di Dio, che Dio prese alla fine del Suo ministerio, ma non il Redentore e Signore. Maometto predicava il monoteismo assoluto, ma non aveva nessuna comprensione per la rivelazione di Dio in Cristo e per la necessità della redenzione.

Gli Indù credono nella loro trinità principale che consiste in Brahma, il creatore, Visnu, il preservatore, e Siva, il distruttore e rinnovatore, come pure in una moltitudine di dèi e pongono la loro fiducia nella dottrina che l’uomo ritorni nella vita futura eventualmente come animale e attraversi un continuo processo di purificazione finché raggiunga il traguardo finale. I Buddisti credono nello stesso modo alla reincarnazione e puntano sulla meditazione. Come nell’Induismo e nell’Islam, anche nel Buddismo si cerca invano un messaggio divino che esprima la salvezza e una speranza per l’Eternità, compresa la vittoria sulla morte. Però, una religione senza la salvezza e una vera speranza non è una religione vana?

Quel che importa è la «volontà di Dio» rivelata e confermata nella quale l’uomo deve lasciarsi inserire. Ci fu un periodo in cui i primi uomini vissero in diretta comunione con Dio il Signore nel giardino di Eden. In questa condizione originale di innocenza non conoscevano né sofferenza né dolore, né malattia né morte. Come creature dell’Eterno, essi erano destinati a vivere in eterno. Dio il Signore li aveva dotati di libero arbitrio, in modo che potevano prendere le proprie decisioni che avrebbero significato vita o morte; potevano scegliere tra il bene e il male, tra l’ubbidienza e la disubbidienza, tra la fede e l’incredulità. Così è ancora oggi per noi tutti. Fin dall’inizio, si trattò dell’ubbidienza ed è proprio in ciò che essi mancarono, prima Eva, poi Adamo. Lei diede ascolto alle argomentazioni e alle bugie di Satana sotto forma di serpente, fu sedotta, cadde in trasgressione e trascinò con sé Adamo.

Così il peccato originale era compiuto e, tramite la trasgressione del comandamento di Dio, tutti e due caddero sotto l’influenza del diavolo e dovettero morire. Dio il Signore attuò la Sua minaccia e li cacciò dal giardino di Eden. La comunione con Lui fu interrotta, sofferenza, malattia e morte vennero sopra tutta l’umanità, benché il nemico avesse promesso: “No, non morirete affatto… e sarete come Dio…” (Genesi 3:4-5).

Nessuno se ne lavi le mani e dica: «Ed io, cosa c’entro?», poiché ogni uomo e ogni donna, ogni ragazzo e ogni ragazza avrebbero agito esattamente come Adamo ed Eva — sì, lo fanno ancora oggi. Dio conosce noi tutti e sapeva già che nessun uomo sarebbe stato in grado di osservare i Suoi comandamenti e le Sue prescrizioni. Tuttavia, nella Sua giustizia, Egli li ha emanati affinché riconoscessimo le nostre trasgressioni e la nostra disubbidienza verso di Lui.

Se non ci fosse alcuna legge divina, nessuno potrebbe essere convinto della sua trasgressione, e nessuno potrebbe vedere la necessità del perdono e della redenzione. Noi tutti siamo nati in questo mondo separati da Dio e per Lui perduti e, per questo motivo, abbiamo bisogno della salvezza e di essere riconciliati con Lui. La coscienza ammonisce tutti, anche coloro che non hanno mai udito il messaggio divino e che non hanno mai letto la Sacra Bibbia. Ogni persona sa quando mente, imbroglia, ruba o fa qualcosa di vietato. Tutti, poveri o ricchi, buoni o cattivi, sono diventati colpevoli davanti a Dio. Che nessuno dica: «Io non ho ucciso nessuno, non ho fatto male a nessuno, quindi non sono colpevole». Il giusto giudizio di Dio è stato pronunciato su tutti, per questo tutti debbono morire. Nella vita non c’è veramente nulla che sia così certo come la morte, perché “è stabilito che gli uomini muoiano una volta sola, dopo di che viene il giudizio” (Ebrei 9:27). Siamo responsabili delle nostre azioni.

Con il peccato originale, la comunione con Dio venne interrotta. Ma Egli si ricordò di noi ed Egli stesso aprì una via verso di Lui per mezzo di Colui che poté dire: “Io sono la via, la verità e la vita; nessuno viene al Padre se non per mezzo di me” (Giovanni 14:6). Nel Suo immenso amore e nella Sua grande misericordia, il Signore stesso venne a noi, affinché noi potessimo venire a Lui.

Poiché abbiamo peccato in questo corpo terreno, Egli dovette assumere un corpo simile al nostro affinché in esso, quale Sostituto per tutta l’umanità e quale unico Innocente, Egli potesse prendere su di Sé il peccato di noi tutti e riconciliarci con Dio.

Ciò avvenne in Gesù Cristo, il nostro Signore, che ancora oggi chiama: “Venite a me, voi tutti che siete travagliati ed aggravati, e io vi darò riposo” (Matteo 11:28). Le persone che oggi vengono a Lui, quando suonerà per loro l’ultima ora, potranno affidare a Lui il loro spirito ed essere certe che Egli darà loro la stessa risposta come al malfattore: “Io ti dico in verità che oggi tu sarai con me in paradiso” (Luca 23:43). Tuttavia chi vive consapevolmente senza di Lui morrà anche senza di Lui. Beati sono solo coloro che vivono con Cristo e che muoiono in Lui: “Nessuno di noi infatti vive per sé stesso, e nessuno muore per sé stesso; perché, se viviamo, viviamo per il Signore; e se moriamo, moriamo per il Signore” (Romani 14:7-8; Apocalisse 14:13).

L'OPERATO SOPRANNATURALE DI DIO


L’incarnazione del Redentore fu un atto soprannaturale di Dio nell’ambito naturale. Maria nacque in questo mondo come ogni altro essere umano e anche lei ebbe bisogno di salvezza. Era stata semplicemente scelta da Dio quale vaso terreno in cui venne deposto il Seme divino, affinché la Parola potesse diventare carne. Anche lei aveva bisogno dell’esperienza della salvezza e, per questo motivo, Maria fu tra le 120 persone che, radunate nell’alto solaio a Gerusalemme il giorno di Pentecoste, sperimentarono il battesimo dello Spirito Santo, esperienza che appartiene alla salvezza (Atti 1:14, 2:3 e altri).

Dio salva in un solo e unico modo, cioè sempre in relazione con la fede nella Parola della promessa. Maria credette nel messaggio divino che le recò l’angelo Gabriele e disse: “Ecco, io sono la serva del Signore; mi sia fatto secondo la tua parola” (Luca 1:38). Così la Parola divenne carne e nacque il Figliuolo di Dio. Allo stesso modo tutti gli uomini e tutte le donne devono credere nel messaggio divino, mettersi a disposizione di Dio e ricevere in loro stessi la Parola della promessa. Solo così può sorgere in loro una vita divina, operata dallo Spirito, mediante la nuova nascita. Dopo la fondazione soprannaturale della Chiesa neotestamentaria mediante l’effusione dello Spirito Santo, il giorno di Pentecoste, Maria non è più menzionata neanche una sola volta fino alla fine della Sacra Scrittura, né da Pietro, Giovanni o Giacomo e neanche da Paolo o da altri. Lei aveva adempiuto il suo compito. Si tratta di Gesù Cristo, l’unico che è Redentore, Mediatore e Intercessore. La «Mariologia» è ignota alla Sacra Bibbia ed è in contrasto con Gesù Cristo.

Quanto allo spirito, Gesù Cristo era Dio, quanto alla carne, era uomo. Egli era assolutamente santo e senza peccato, per questo poté prendere su di Sé il peccato di noi tutti e morire al posto nostro. Per mezzo del Suo sangue, in cui c’era la Vita divina, Egli ha realizzato la riconciliazione e il perdono per tutti. Lo possono sperimentare però solo coloro che ci credono. È stata compiuta una piena espiazione, una piena redenzione dell’anima, del corpo e dello spirito. Mediante la Sua risurrezione, il terzo giorno, l’opera di redenzione fu divinamente coronata e legittimata. La morte, il soggiorno dei morti e il diavolo furono vinti; il Risorto è il vero Vincitore di Golgota. Dopo la Sua risurrezione, Egli si fece vedere dai Suoi discepoli per quaranta giorni e parlò loro delle cose relative al Regno di Dio (Atti 1:3). Poi Egli fu portato su nel cielo davanti ai loro occhi (Luca 24:50-51).

Per tutti i veri credenti biblici, l’àncora irremovibile della loro anima sta in queste realtà divine. Nella Sua risurrezione è fondata la risurrezione dei Suoi, nella Sua ascensione la nostra certezza di essere rapiti da Lui nella Patria celeste.

Prima della fondazione del mondo, il Dio onnipotente aveva già destinato un Regno eterno ai Suoi figliuoli e alle Sue figliuole. Era impossibile che il fallimento degli uomini potesse mandare a monte il piano di Dio, e ancora meno renderlo vano. Ne risultò solamente un’interruzione temporanea che Dio però aveva già previsto. L’umanità, che si ribellò di propria volontà a Dio e si mise così sotto la signoria di Satana, fu riscattata dal Signore senza alcun intervento dell’uomo. La redenzione è contemporaneamente sia una realtà storica sia una realtà della salvezza. Con l’Evangelo, viene recato agli uomini il messaggio di allegrezza e di liberazione. Si tratta dell’offerta totale della grazia di Dio. In virtù di questa redenzione, i figliuoli degli uomini che, fin dalla loro nascita, sono figliuoli della morte, diventano figliuoli di Dio nati di nuovo che ricevono la Vita eterna, se accettano nella fede questa opera di salvezza.

Poiché il Regno di Dio è un Regno eterno, tutti coloro che desiderano vivere in esso debbono avere la Vita eterna. Per questo motivo, come il Signore stesso disse, bisogna che ognuno nasca di nuovo (Giovanni cap. 3). La semenza per questa nascita dall’Alto è la Parola di Dio che porta in Sé il germe della Vita divina. Lo Spirito Santo viene sopra tutti coloro che hanno accettato la Parola di Dio con pienezza di fede, e produce la generazione divina. Tramite la generazione naturale siamo diventati delle creature terrene, temporali — dei figliuoli degli uomini. Tramite la generazione soprannaturale dallo Spirito, diventiamo dei figliuoli di Dio. “Poiché siete stati rigenerati non da seme corruttibile, ma incorruttibile, mediante la parola di Dio vivente e permanente” (1 Pietro 1:23). Nel momento in cui sperimentiamo la nuova nascita, diventiamo dei figliuoli e delle figliuole di Dio, e Dio diventa il nostro Padre celeste.

Chi crede nel Signore come suo Redentore in questo modo biblico, può sperimentare personalmente questa realtà. Questa offerta senza pari della grazia divina vale per ogni uomo che l’accetta, finché duri il giorno della salvezza. Nessuno può immaginare quanto sarà terribile per gli uomini che avranno respinto la salvezza passare nell’Eternità separati da Dio. Al più tardi, nell’ora della morte, tutti gli uomini, anche coloro che non credono alla vita dopo la morte, verranno confrontati con la realtà che, con la morte, non finisce tutto.  

   
L'ULTIMA CHIAMATA


Prima che ritorni il Signore Gesù, l’ordine di missione dato da Lui deve essere eseguito in tutto il mondo per l’ultima volta (Marco 16:14-18 e altri). “E questo evangelo del Regno sarà predicato per tutto il mondo, onde ne sia reso testimonianza a tutte le genti; e allora verrà la fine” (Matteo 24:14). Non c’è mai stata prima la possibilità di eseguire adeguatamente questo compito come oggi, tramite i mass media. Ciò fu mostrato simbolicamente al profeta Giovanni sull’isola Patmo: “Poi vidi un altro angelo che volava in mezzo al cielo, recante l’evangelo eterno per annunziarlo a quelli che abitano sulla terra, e ad ogni nazione e tribù e lingua e popolo” (Apocalisse 14:6).

Dovrebbe essere più che risaputo che, fin dalla Riforma, ci sono stati diversi risvegli spirituali. Chi è informato in merito sa che, alla svolta del secolo, nel mondo intero ebbe inizio un potente operato dello Spirito e, in modo particolare, dopo la Seconda guerra mondiale, venne fatta una breccia verso la vera predicazione apostolica.

Prima che avessero luogo avvenimenti particolari, Dio ha sempre mandato i Suoi servi e profeti ai quali rivelava il Suo segreto (Amos 3:7). Con ciò pensiamo a Noè, a Mosè e ad altri come a coloro che apparvero nel corso della storia della Chiesa. Secondo quanto promesso nel libro del profeta Isaia (Isaia 40:3) e in quello del profeta Malachia (Malachia 3:1) e confermato da Gesù Cristo negli Evangeli, prima della prima venuta di Cristo apparve come precursore Giovanni Battista con il «messaggio d’introduzione». Il suo ministerio era importante nella storia della salvezza e stava in diretta relazione con gli avvenimenti nel Regno di Dio. Parimenti, anche in quest’ultimo periodo del tempo della grazia, prima della seconda venuta di Cristo, Dio ha adempiuto la Sua promessa e, prima del «giorno del Signore», Egli ha mandato un messaggero della grandezza di Elia con il «messaggio attuale» della Parola rivelata, come annunciato nel libro del profeta Malachia: “Ecco, io vi mando Elia, il profeta, prima che venga il giorno dell’Eterno, giorno grande e spaventevole. Egli ricondurrà il cuore dei padri verso i figliuoli, e il cuore dei figliuoli verso i padri…” (Malachia 4:5-6). Gesù Cristo stesso confermò nel Vangelo di Matteo (Matteo 17:11) questa promessa che era ancora futura e indicò anche il ministerio di Giovanni il Battista che aveva già avuto luogo (Matteo 17:12). Adesso si tratta di preparare la via al Signore e di volgere i cuori dei figliuoli di Dio alla dottrina e alla pratica dei padri apostolici come in quel tempo si trattava di volgere i cuori dei padri dell’Antico Testamento ai figliuoli del Nuovo Patto (Luca 1:16-17). Abbiamo a che fare con gli avvenimenti conclusivi della storia della salvezza e con il compimento della Chiesa neotestamentaria.

Il ministerio confermato in modo soprannaturale dell’uomo di Dio William Marrion Branham (1909–1965), che ho vissuto personalmente, mostra tutte le caratteristiche di un apostolo e profeta e rende testimonianza che, nella nostra generazione, la Sacra Scrittura si è adempiuta davanti ai nostri occhi. Avvennero delle cose straordinarie che ricordano il ministerio profetico del nostro Signore e i racconti dei Vangeli e del libro degli Atti degli apostoli, come testimoniano personalità di fama mondiale nell’ambito dei diversi movimenti di risveglio che, anche loro, furono testimoni oculari. Alla fine degli anni ‘40, il più conosciuto tra loro nel mondo intero, l’editore della rivista Voice of Healing, il rev. Gordon Lindsay di Dallas, Texas, USA, anch’egli testimone oculare, pubblicò nel 1950 il libro William Branham – A man sent from God (William Branham – Un uomo mandato da Dio). La dottrina e la pratica di questo umile uomo di Dio armonizzavano perfettamente con la testimonianza biblica degli apostoli e dei profeti. Tutti i criticoni dovrebbero considerare e riconsiderare sinceramente questa realtà.

Anche tutte le grandi chiese e tutte le altre confessioni cristiane vennero poi afferrate dal movimento spirituale che incominciò in maggio 1946. Centinaia di evangelisti furono ispirati e, così, ebbe inizio il loro ministerio. Da allora, per tutto il mondo, vengono tenute campagne evangelistiche interconfessionali, riunioni degli «Uomini d’Affari del Pieno Evangelo» e adunanze carismatiche. «Manifestazioni dello Spirito», «preghiera per i malati» ecc. oggi non vengono più attribuiti a piccoli gruppi marginali, ma vengono praticati in modo collettivo e perfino divulgati dai mass media. Tuttavia le chiese ufficiali e libere, senza rendersene conto, sono impigliate in dottrine e tradizioni non bibliche.

Se Dio conferma la Sua Parola tramite guarigioni nella vita degli ascoltatori credenti, ciò non è ancora la dimostrazione della correttezza della dottrina dell’evangelista o del “facitore” di miracoli. Ciò è solamente la prova che Dio è fedele, che Egli esaudisce le preghiere e che adempie le Sue promesse nella vita di coloro che Gli prestano fede.

La benedizione divina viene sopra tutti coloro che ardentemente la ricercano, “poiché Egli fa levare il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti” (Matteo 5:45). Le parole stesse del Signore danno anche in questo punto la chiarificazione necessaria: “Voi li riconoscerete dai loro frutti” (Matteo 7:16), dunque non dai doni spirituali dei quali ci si può appropriare e i quali si possono imitare, ma dai frutti dello Spirito (Galati 5:22-23), che debbono crescere e rendere testimonianza di quale «albero» effettivamente si tratta. In tutto ciò non è determinante la pioggia spirituale, ma la specie di semenza che si trova nel cuore su cui cade, perché ogni semenza produce secondo la sua specie. Sia la buona che la cattiva semenza si trovano sul campo di questo mondo. Il Signore disse: “Lasciate che ambedue crescano assieme fino alla mietitura” (Matteo 13:30). Alla mietitura la zizzania verrà legata e bruciata, il grano invece verrà raccolto nel Suo granaio. Deve adempiersi anche quel che il Signore stesso disse: “Molti mi diranno in quel giorno: Signore, Signore, non abbiamo noi profetizzato in nome tuo, e in nome tuo cacciato demonî, e fatte in nome tuo opere potenti? E allora dichiarerò loro: Io non vi conobbi mai; dipartitevi da me, voi tutti operatori d’iniquità” (Matteo 7:22-23).

Secondo le parole del nostro Signore, il giusto e il falso esistono l’uno accanto all’altro. Il falso sarà perfino così simile al giusto che si dirà: “Ecco, il Cristo è qui. Ecco, il Cristo è là!”. Il Signore ci avvertì di ciò con le parole: “Perché sorgeranno falsi cristi (falsi unti) e falsi profeti, e faranno gran segni e prodigî da sedurre, se fosse possibile, anche gli eletti” (Marco 13:22). In realtà Dio è presente solo là dove Egli può mostrare le Sue vie e viene fatta la Sua volontà, là dove ci sono la Sua Parola e il Suo Spirito, dove la dottrina e la pratica concordano con la Sacra Bibbia.

Da sé stessi segni e prodigî non confermano nulla. Un’atmosfera suggestiva non conta per Dio. Per Lui tutto deve quadrare secondo le Sacre Scritture. Oggi dobbiamo avere la stessa proclamazione della Parola e la stessa pratica come nel tempo degli apostoli, collegate con la fede secondo la Sacra Scrittura, fondata sulla Parola di Dio e ancorata in Gesù Cristo.

Tutti coloro che hanno il timore di Dio debbono perciò riconoscere e credere le promesse che sono state date alla Chiesa di Cristo per l’ultimo periodo, aspettare il loro adempimento e sperimentarle. Prima del ritorno di Cristo, tutto deve essere messo in ordine e restaurato in modo biblico, vale a dire secondo il modello cristiano primitivo; così sta scritto negli Atti degli apostoli: “Gesù, che il cielo deve tenere accolto fino ai tempi della restaurazione di tutte le cose; di cui Dio ha parlato fin dall’antichità per bocca dei suoi santi profeti” (Atti 3:21).

Proprio alla fine, prima della venuta di Cristo, sorgerà una vera Comunità biblica di credenti, non organizzata, con Cristo come Capo. Nella vera Chiesa del Signore, è vicina la grande breccia verso la predicazione e l’originale pratica cristiana secondo il modello del libro degli Atti degli apostoli e, con ciò, il «compimento della Riforma». Come era nel principio nel tempo degli apostoli, così deve essere alla fine. Il libro degli Atti degli apostoli è l’unico modello della Chiesa neotestamentaria valido davanti a Dio.  

   

TRADIZIONI UMANE

 
Ogni uomo nasce con una certa ideologia o concezione del mondo e la maggior parte degli uomini rimane così fino alla fine della loro vita, senza aver mai riflettuto neanche un istante sulla veridicità o falsità di tale concezione. Appartiene alle buone maniere rimanere fedeli alle tradizioni ricevute in eredità. Anche molti di coloro che adempiono i loro doveri religiosi, in fondo, vogliono essere lasciati in pace senza che si tocchi l’argomento «Dio». La causa di questo atteggiamento e di questo sviluppo sta in gran parte nelle religioni stesse. Si ha l’idea che i religiosi sbrigano tutto per tutti. Dalla nascita fino alla morte gli uomini vengono muniti di rituali pii e di cerimonie pie senza mai udire la Buona Novella che reca salvezza, senza mai sperimentarla e trovare la vera pace nel loro intimo.

Le grandi confessioni cristiane, con la loro struttura organizzativa, non costituiscono alcuna eccezione e debbono accettare di sottomettersi ad un profondo esame. Il semplice fatto di appellarsi a Cristo, agli apostoli o alla Sacra Bibbia non serve a niente e a nessuno. Le varie chiese, le chiese libere fino alle più piccole comunità di credenti si servono di passi biblici che vengono fatti quadrare con i loro concetti. Il tutto viene poi chiamato «unità nella diversità». In verità, a un esame più accurato, si può affermare che il Cristianesimo tradizionale di oggi non ha praticamente più nulla in comune con la Chiesa primitiva. Anche la chiesa Cattolica Romana non risale, come generalmente si ammette, a Cristo o a Pietro, ma si è costituita nell’«Imperium Romanum» quale organizzazione gerarchica e chiesa di Stato solamente nel tempo di Costantino, dopo il Concilio di Nicea nel 325 d.C. Gli imperatori romani Teodosio e Graziano, nel 380 d.C., misero fine alla libertà di religione. Un anno dopo, il Cristianesimo ortodosso venne dichiarato religione di Stato. È soltanto nel 441 d.C. che papa Leo I si appellò al passo del Vangelo di Matteo: “Tu sei Pietro, e su questa pietra edificherò la mia Chiesa…” (Matteo 16:18) e che si cominciò a parlare di una «successione apostolica». Questo processo fu concluso dall’imperatore d’Oriente Giustiniano (527–565) che trasformò i sacerdoti in funzionari dello Stato. In definitiva è soltanto da quel tempo che si può parlare dell’esistenza della chiesa Cattolica.

Oggigiorno, la stessa Bibbia viene interpretata in cento modi diversi. Al posto della Parola divina della rivelazione sono stati messi sempre nuovi dogmi, interpretazioni, prescrizioni e dottrine umane; ma nessuno di essi ha un qualche fondamento biblico. Non è così che tutti, sotto il pretesto che sia il Regno di Dio, edificano piuttosto il proprio regno religioso? Malgrado tutto, Gesù Cristo edifica la Sua propria Chiesa in mezzo al mondo delle chiese e la porterà a compimento. Dio ha un piano con l’umanità ed Egli stesso lo sta attuando. Per comprendere il Suo piano, dobbiamo liberarci da tutte le tradizioni e credenze ricevute in eredità e ritornare al punto di partenza originale, cioè alla Parola di Dio. Dio non chiede a nessuno una fede cieca. La vera fede ha due occhi spirituali sani e due piedi spirituali stabili. Essa riposa sul fondamento infallibile dell’Antico e del Nuovo Testamento, nei quali vede il consiglio di Dio con l’umanità dal principio alla fine.

Anche se la stragrande maggioranza di coloro che sono alla ricerca di qualcosa si accontenta dell’atmosfera festosa nelle riunioni dilettevoli e la maggioranza rimane più o meno nelle tradizioni, nelle dottrine e nei dogmi ricevuti in eredità, coloro che sono veramente sinceri consulteranno e agiranno solo secondo la Sacra Scrittura. Dio accorderà loro di raggiungere lo stato della Chiesa primitiva.

I veri credenti secondo la Sacra Bibbia aspirano ad essere in tutto e per tutto in armonia con la Sacra Scrittura. Per loro valgono e varranno fino alla fine le dottrine apostoliche della Deità, del battesimo, della Santa Cena, ossia della Comunione, ecc., come erano nel principio, e la pratica originale. Tutti coloro che appartengono alla vera Chiesa del Signore sperimenteranno in base a questo fondamento biblico l’operato conclusivo di Dio e il loro compimento per il giorno di Gesù Cristo, giorno che è sempre più vicino (Filippesi 1:6).  



LA DECISIONE PERSONALE


Ogni persona deve fare le sue esperienze personali con Dio, deve sperimentare la conversione e la nuova nascita tramite lo Spirito (Giovanni 3:6), raggiungere la certezza della salvezza (Romani 8:16) ed essere riempita e sigillata con lo Spirito Santo (Atti 2:4; Efesini 1:13 e altri). In Cristo, nostro Signore, Dio riconciliò con Sé l’umanità, anche Lei personalmente. L’unica fede che reca salvezza è collegata con il messaggio dell’Evangelo: “Siate riconciliati con Dio!” (2 Corinzi 5:19-20).

Nessuna azione religiosa come nessuna istituzione cristiana può procurare la vita e la redenzione eterna. La salvezza viene data ad ognuno tramite una personale esperienza di salvezza con Dio per la fede in Gesù Cristo, il Crocifisso e il Risorto vittorioso. A questo punto prende inizio in ognuno la fede nella redenzione compiuta e nel perdono, fede proveniente dalla predicazione del Vangelo (Romani 10:17) e recante salvezza. Soltanto colui che ha ricevuto la Vita eterna tramite un’esperienza personale con Dio vivrà in eterno.

E la testimonianza è questa: Iddio ci ha data la vita eterna, e questa vita è nel suo Figliuolo. Chi ha il Figliuolo ha la vita; chi non ha il Figliuolo di Dio, non ha la vita” (1 Giovanni 5:11-12).

Ma a tutti quelli che l’hanno ricevuto egli ha dato il diritto di diventar figliuoli di Dio; a quelli, cioè, che credono nel suo nome; i quali non sono nati da sangue, né da volontà d’uomo, ma sono nati da Dio” (Giovanni 1:12-13).

In verità, in verità io ti dico che se uno non è nato di nuovo, non può vedere il regno di Dio” (Giovanni 3:3). “Infatti, come per la disubbidienza di un solo uomo (Adamo) i molti sono stati resi peccatori, così anche per l’ubbidienza di uno solo (Cristo), i molti saranno costituiti giusti” (Romani 5:19). Chiunque abbia fatto l’esperienza della nuova nascita si sottometterà a Dio e alla Sua volontà.

Che il seguente passo delle Sacre Scritture possa verificarsi nella vita di ogni lettore che invoca sinceramente Dio: “Ti ho esaudito nel tempo accettevole, e ti ho soccorso nel giorno della salvezza. Eccolo ora il tempo accettevole; eccolo ora il giorno della salvezza!” (2 Corinzi 6:2).

Concludendo va detto che ci sono delle persone che vedono Dio in tutte le religioni e che citano Gesù Cristo alla stregua di un qualsiasi filosofo. Ciò fa veramente male. Il nostro Signore e Redentore si differenzia totalmente da tutti i fondatori di religione. La fede in Lui è nel contempo fede in Dio stesso, collegata con la speranza e la salvezza eterna. È un’offesa paragonare Lui, il Signore della gloria, con qualunque profeta nominatosi da sé. Tutti i fondatori di religioni sono stati seppelliti con le loro idee, nessuno di loro è risuscitato. Erano degli uomini come noi e non potevano aiutare né sé stessi né gli altri. I loro seguaci saranno là dove anche essi sono. Uno solo poteva e può dire: “Io sono la via, la verità e la vita…” (Giovanni 14:6) e anche coloro che Lo seguono saranno là dove Egli è. È solo in Cristo che Dio ci ha personalmente incontrati, è solo in Lui che possiamo avere un incontro personale con Dio. Il Padre celeste si è manifestato sulla terra solo in Uno, cioè nel Suo unigenito Figliuolo Gesù Cristo, in Lui Egli ha fatto di noi dei figliuoli e delle figliuole di Dio. “… avendoci predestinati nel suo amore a essere adottati come suoi figli, secondo il disegno benevolo della sua volontà” (Efesini 1:5).

L’urgenza di dare l’ultimo invito e l’ultimo avvertimento viene da sé, considerando gli avvenimenti recenti. Nessuno può continuare a passare accanto all’adempimento delle innumerevoli predizioni profetiche. Tutta la profezia biblica si sta compiendo nei nostri giorni, fin nei minimi dettagli. Fu ordinato al profeta Daniele: “E tu, Daniele, tieni nascoste queste parole, e sigilla il libro sino al tempo della fine; molti lo studieranno con cura, e la conoscenza aumenterà” (Daniele 12:4). Solo quando è giunto il tempo dell’adempimento della profezia biblica, la nostra comprensione si apre per essa.

Deve essere dato ad ogni lettore lo spunto per considerare e riconsiderare seriamente questa tematica. In fin dei conti, si tratta di Lei personalmente. Dio ha un piano con l’umanità chiaro e comprensibile per tutti.



CONCLUSIONE

 
Gentile lettore,

Spero che Lei non si sia irritato per queste parole chiare, ma che veda in queste argomentazioni un segnavia verso il cielo. La fede recante salvezza non è in un Redentore morto, ma nel Signore vivente, che è risorto, che è andato in cielo da dove Egli ritornerà. Non disse soltanto: “Io sono la risurrezione e la vita”, ma ne diede l’inequivocabile dimostrazione e si assunse la garanzia per la nostra risurrezione.

Gesù disse: Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muoia, vivrà; e chiunque vive e crede in me, non morrà mai. Credi tu questo?” (Giovanni 11:25-26). C’è solo questa unica via che debbono seguire tutti coloro che vogliono essere salvati. Chi desidera raggiungere il traguardo eterno deve liberarsi da tutto quel che non è di origine divina, anche da tutte le tradizioni religiose, e ritornare al Signore.

L’appartenenza ad una religione non ha nulla a che fare con la redenzione dell’anima, perché la salvezza proviene unicamente da Dio. Non ci sono né sacramenti dispensatori di salvezza né pratiche religiose che possono salvare. È solo nel Salvatore che troviamo salvezza, è solo nel Redentore che troviamo la redenzione. Si tratta della fede del singolo nell’unico vero Dio che si è rivelato a noi in Gesù Cristo.

Perfino i migliori propositi che gli uomini fanno in continuazione conducono accanto a Dio e sono votati al fallimento. L’uomo è giustificato davanti a Dio soltanto per la fede in Gesù Cristo, il Signore. È un libero dono di grazia che viene offerto all’umanità. Lei può prendere ora la propria decisione che vale per l’Eternità. L’Evangelo di Gesù Cristo, il nostro Signore e Salvatore, deve diventare per Lei un messaggio di allegrezza e di liberazione il cui effetto e la cui potenza divina Lei può sperimentare personalmente.

Creda ora che il Signore Gesù ha portato anche il suo peccato e Le ha fatto grazia. Anche Lei è chiamato a ritornare alla fede biblica provata da lungo tempo, quella fede che i profeti e gli apostoli avevano, e anche tutti i veri figliuoli di Dio in tutti i tempi. Nessuno ha bisogno di lasciarsi ingannare, illudere e raggirare per tutta l’Eternità. Tutti possono sperimentare personalmente la salvezza di Dio e ricevere la certezza di aver ottenuto grazia e di essere stati accettati da Lui.

Dopo aver finito di leggere, provi a parlare con Dio in preghiera. Parli con Lui e creda semplicemente che vale anche per Lei quanto sta scritto: “Egli perdona tutte le tue colpe, risana tutte le tue infermità, salva la tua vita dalla fossa, ti corona di bontà e compassioni” (Salmo 103:3-4). Sia certo che l’appello del Redentore: “Venite a me, voi tutti che siete travagliati ed aggravati, e io vi darò riposo” (Matteo 11:28) vale ancora oggi, come anche l’affermazione di Gesù: “Colui che viene a me, io non lo caccerò fuori” (Giovanni 6:37). Questo giorno può essere il più importante giorno della sua vita!

In questo trattato abbiamo sfiorato soltanto alcuni punti. Per tutti coloro che sono stati toccati nel cuore e desiderano saperne di più, c’è a disposizione della letteratura fondata unicamente sulla Sacra Scrittura. Certamente non è stato un caso, ma il volere di Dio, che questo semplice opuscolo sia capitato nelle sue mani.

Di tutto cuore Le auguro l’abbondante benedizione di Dio.

 

   

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